Un frutto povero della macchia mediterranea, spesso scartato perché apparentemente rustico, e non facilmente disponibile, se non nel sottobosco o sui litorali delle nostre coste. E invece grandi cespugli fioriti e al tempo stesso con frutti maturi li ho trovati pure nelle siepi del nostro policlinico di Careggi.
A caccia quindi di corbezzole, proprio ora, prima che finisca la loro stagione…
Ben note per la produzione per farne marmellate, liquori e sciroppi, io vi consiglio invece di mangiarle come tali, sempre mature però! E nulla vieta che ne facciate un gradevole succo. Anzi…
Ma perché il Corbezzolo è un arbusto da salvare, conoscere e valorizzare più di quanto non venga ora, quasi quasi ignorato?
Per due semplici ma interessanti motivi:
a) le foglie sono ricche di arbutina e tannini, e se utilizzate soprattutto in forma di decotto si prestano bene a rimedi casalinghi in caso di diarree e infiammazioni urinarie, e non solo, magari nel tempo di attesa di essere valutati dal proprio medico…
b) i frutti maturi invece sono un concentrato di polifenoli ed in particolare carotenoidi (violxantina, zeaxantina, luteina, ecc.) che ne fanno un pool di sostanze utilizzabili per i soggetti affetti da maculopatie e retinopatie diabetiche. Non solo, ma interessanti lavori stanno emergendo dalla letteratura più recente sul loro ruolo nella prevenzione dei disturbi cerebrovascolari e congnitivi.
Questa solo in brevissima sintesi, quanto basta per stimolare la vostra attenzione verso un frutto “antico”, spontaneo e gradevolissimo, sempre più dimenticato e quasi relegato ad arbusto ornamentale.
Un due tre… scatta la caccia al corbezzolo!
E chi ne conosca originali preparazioni, anche domestiche, è invitato a segnalarcele, con i ringraziamenti anticipati di tutti, pazienti compresi.
(fonte: Natura Medica)