Attività fisica:muoversi di più per vivere in salute

In ogni età della vita regole sane impartite non solo dai medici.

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Recentemente l’OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità) ha reso pubblico un documento dal titolo “More active people for a healthier world a Global Action Plan on Physical Activity 2018-2030”. Attraverso questo Piano di Azione intende fornire agli Stati membri dati scientifici ed indicazioni per promuovere l’attività fisica e ridurre di conseguenza tutte le patologie legate alla sedentarietà. E’ ampiamente provato infatti che l’attività fisica contribuisce efficacemente a prevenire e curare malattie come l’infarto del miocardio, l’ictus, il diabete, l’ipertensione, il cancro del seno e del colon e a migliorare notevolmente la salute mentale, il benessere e la qualità della vita. L’attività fisica è di estrema importanza in ogni età della vita: nell’infanzia perché se praticata fin dai primi anni può rimanere stile di vita per sempre, nell’adolescenza perché secondo l’OMS a livello mondiale 3 adolescenti su 4 non praticano regolarmente attività fisica e sportiva, nell’età adulta dove può incidere enormemente sullo stato di salute e nella vecchiaia dove può rallentare i processi degenerativi e migliorare la qualità della vita.

Come si promuove l’attività fisica in una popolazione? Sono molteplici le possibilità. I Comuni ad esempio possono favorire il movimento dei cittadini attraverso piste ciclabili e manutenzione dei parchi pubblici. La scuola può dare maggior valore all’educazione fisica e sportiva. L’industria può mettere a disposizione dei dipendenti palestre attrezzate. Il turismo può favorire  l’attività sportiva in vacanza (“turismo attivo”).  I medici di medicina generale devono attribuire all’attività fisica dei propri assistiti la stessa dignità attribuita al farmaco affidandosi a professionisti, come sono i laureati in scienze motorie, in grado di somministrare e dosare l’attività fisica prescritta. La collaborazione tra medico e laureato in scienze motorie è di fondamentale importanza affinché l’attività fisica acquisisca un metodo scientifico e venga dosata secondo le specifiche necessità dei singoli individui, vale a dire secondo l’età, il sesso, lo stato di salute ed il grado di allenamento.

Specialista nella Medicina dello Sport, Cardiologia, Medicina del Lavoro e in Idrologia, Climatologia e Talassoterapia. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l‘Università degli Studi di Milano con 110 e lode nel 1975. Direttore dal 1988 al 2008 del primo Centro Collaboratore dell’OMS per la Medicina del viaggiatore. E’ iscritto alla Federazione Medico Sportiva Italiana del CONI. Porta nella sua professione di medico sportiva la competenza cardiologica. Oltre al rilascio della certificazione per l’attività sportiva, sviluppa programmi di promozione dell’attività fisica per la prevenzione cardiovascolare

1 commento

  1. I preziosi spunti forniti dal dott. Pasini dovrebbero essere raccolti da tutti gli stakeholder della filiera salute. In particolare modo le palestre dovrebbero passare da una dimensione prettamente commerciale ad una molto più impegnativa ma anche utile e proficua quale quella sociosanitaria preventiva. Tuttavia il passaggio non può essere compiuto improvvisamente ed in modo dilettantistico o emozionale ma va preparato con una formazione molto approfondita di tutti gli operatori coinvolti. Le palestre dovrebbero diventare i luoghi di aggregazione delle famiglie dove i componenti delle famiglie stesse potrebbero non solo iniziare la pratica di attività sportiva e moto in generale ma trovare un luogo per socializzare tra di loro.

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