Consumo di latte, dal Ministero della Salute il razionale scientifico per aumentarlo

A fotografare i consumi e gli effetti di latte e yogurt sulla salute, è il documento "Razionale scientifico dello sviluppo del "decalogo per il corretto consumo di latte e yogurt nella alimentazione quotidiana", redatto dal tavolo tecnico sulla sicurezza alimentare del Ministero della Salute.

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A livello mondiale, tutte le linee guida per una sana alimentazione indicano che il consumo di latte e yogurt si associa al mantenimento di un buono stato di salute e se ne raccomanda il consumo quotidiano. Le linee guida italiane CREA del 2019 per una sana alimentazione ne raccomandano un consumo di 375 ml al giorno diviso in 3 porzioni. A fotografare i consumi e gli effetti di latte e yogurt sulla salute, è il documento “Razionale scientifico dello sviluppo del “decalogo per il corretto consumo di latte e yogurt nella alimentazione quotidiana“, redatto dal tavolo tecnico sulla sicurezza alimentare del Ministero della Salute.

La base scientifica per queste indicazioni deriva dai risultati di numerosi studi prospettici raccolti in revisioni sistematiche e metanalisi. Gli effetti esaminati del consumo di latte e yogurt sulla salute sono molteplici: due recenti metanalisi (Godos et al., 2019; Zhang et al., 2021) concludono che il consumo di latte è più frequentemente associato ad effetti positivi che eventuali effetti sfavorevoli sulla salute. L’analisi dose-risposta indica che un incremento di 200 ml (circa 1 tazza) di latte al giorno era associato a un minor rischio di malattie cardiovascolari, ictus, ipertensione, cancro del colon-retto, sindrome metabolica, obesità e osteoporosi (Zhang et al., 2021). Associazioni benefiche sono state trovate anche per il diabete mellito di tipo 2 e il morbo di Alzheimer. In accordo a quanto riportato dal WCRF (2018) il consumo di latte e dei suoi derivati presenta una limitata associazione con la riduzione del rischio di cancro della mammella nelle donne in premenopausa. L’effetto favorevole del consumo di latte e yogurt sulle malattie cardio-cerebrovascolari e sulla mortalità generale è peraltro confermato a livello mondiale dallo studio PURE (Dehghan et al., 2018). Il consumo totale di latte e yogurt è stato anche associato a un minor rischio di Sindrome Metabolica e sue manifestazioni come iperglicemia, pressione arteriosa elevata, ipertrigliceridemia e basso colesterolo HDL (Mena-Sánchez et al 2019). Un aumento di una porzione/die di latte era correlato a un rischio inferiore del 12% di obesità addominale ed un incremento di una porzione/giorno di yogurt era associato a un rischio di iperglicemia inferiore del 16% (Lee et al., 2018). Il consumo di yogurt è stato associato ad un minor rischio di incremento ponderale anche in età adulta (Schwingshackl et al., 2016). Al contrario, l’assunzione di latte potrebbe essere associata a un rischio più elevato di cancro alla prostata, morbo di Parkinson, acne e anemia da carenza di ferro nell’infanzia.

Si è osservato nel tempo, specialmente fino al 2019, un aumento dell’abitudine di non fare la colazione nella popolazione dei bambini, ragazzi e fino a 24 anni. Nel 2020 tale flessione si è in parte ridotta, molto probabilmente complice la permanenza a casa specialmente nei periodi di lockdown legati all’emergenza sanitaria da Covid-19. Parallelamente a questo andamento, si osserva, tra il 1998 e il 2020 una riduzione del consumo di latte del 14.1% circa. Tenendo conto che latte e di yogurt sono prevalentemente consumati a colazione e merenda, i dati dell’indagine di OKKIO alla Salute 2019 indicano che solo il 64,5% dei bambini italiani consuma latte e/o yogurt a colazione e/o merenda, compresa la merenda eventualmente fornita dalla scuola; tendenzialmente i consumi di latte e yogurt a colazione e merenda sono più bassi al Nord (62,7%) rispetto al Sud e Centro Italia (65,3% e 67,4% rispettivamente). Il latte è più frequentemente consumato rispetto allo yogurt a colazione (56,3% dei bambini vs 4.2%), mentre a merenda lo yogurt mostra in questa fascia di età frequenze di consumo superiori rispetto al latte (9,2% vs 0,4%).

Fonte Doctor 33

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