Fibromialgia, una luce in fondo al tunnel.

Negli ultimi anni sempre con più chiarezza la FM è stata infatti definita ed inquadrata come una patologia che ha come base fisiopatologica una sensibilizzazione centrale (CS)

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Approcciarsi alla lettura di articoli sulla Fibromialgia (FM) è una attività spesso poco esaustiva.

Alla fine di un articolo ci troviamo frequentemente di fronte ad un elenco di sintomi che descrive la sofferenza dei pazienti con dovizia di particolari, ma raramente troviamo informazioni sulle cause della malattia sulla sua origine, sulla prognosi e soprattutto sulle terapie. Leggiamo della disabilità causata da questa malattia, ma pochissimo su cosa possiamo fare per alleviare o curare questa malattia.

Questa sensazione di incompletezza o insoddisfazione riflette un approccio alla malattia da un punto di vista unitario, quasi sempre reumatologico, come se la FM fosse una malattia reumatica, cosa che invece non è.

Negli ultimi anni sempre con più chiarezza la FM è stata infatti definita ed inquadrata come una patologia che ha come base fisiopatologica una sensibilizzazione centrale (CS).

Questa informazione non è secondaria, poiché sposta la patologia nell’ambito delle patologie neurologiche, che necessitano di una visione olistica del paziente. La FM non sembra infatti essere una entità a sé stante all’interno della famiglia delle sindromi da sensibilizzazione centrale (SSC), ma bensì un’evoluzione estrema e cronicizzata di tante realtà dolorose.

Sono state individuate un discreto numero di patologie dolorose croniche, che definirei regionali, tutte caratterizzate da dolore cronico e sensibilizzazione centrale.

Alcuni esempi di queste patologie sono: la cefalea tensiva, la vescica dolorosa cronica, la sindrome del colon irritabile, il dolore lombare e cervicale cronico, tutte sono caratterizzate da dolore cronico.

In passato queste malattie erano classificate prevalentemente come psicosomatiche, patologie in cui non si riusciva a evidenziare una base organica. In molte di queste patologie oggi è stato evidenziato un meccanismo disfunzionale del sistema di percezione e controllo degli stimoli dolorosi e sono stati classificate come sindromi da sensibilizzazione centrale (CSS).

In queste patologie è stata dimostrata o è al momento definita altamente probabile la presenza di Sensibilizzazione Centrale (SC). Per “sensibilizzazione centrale” (CS) si intende una alterazione della normale funzione dei meccanismi che controllano tutte le sensazioni che arrivano al cervello.

La conseguenza è che uno stimolo anche minimo è in grado di generare risposte esagerate finché basta uno stimolo anche minimo per scatenare una risposta dolorosa o eccessiva.

Poiché si tratta di un malfunzionamento del controllo delle sensazioni provenienti dai sensori della periferia del sistema nervoso, questa condizione può spiegare anche l’ipersensibilità che si ritrova in questi pazienti a molti stimoli ambientali sia fisici (rumore, tempo, stress) che chimici (es. pesticidi e farmaci).

Io penso che un paziente affetto da FM che legga questi spunti possa immaginare finalmente capire da cosa deriva la sua sofferenza.

Bene ed ora che abbiamo capito finalmente da dove viene la FM, cosa possiamo fare per migliorare la qualità di vita di questi pazienti?

È stato validato da alcuni anni un protocollo terapeutico che mira alla desensibilizzazione centrale degli stimoli ed ha un approccio prevalentemente non farmacologico.

L’approccio si caratterizza con terapie comportamentali, attivazione motoria, evitamento di comportamenti deleteri, pratiche Yoga, Shatsu, igiene alimentare e terapie non farmacologiche come l’ossigeno ozono terapia, che ha un ruolo centrale per la sua azione antiinfiammatoria sistemica e apporta un notevole aiuto al paziente nella sua stanchezza cronica e nel dolore, sintomi invalidanti nel paziente con FM.

I risultati di questo approccio, che presuppone una validazione diagnostica di tipo neurologico, sono soddisfacenti con miglioramento della qualità di vita dei pazienti, riduzione della assunzione dei farmaci ed incremento significativo delle attività quotidiane.

È quindi questa la luce in fondo al tunnel della sofferenza del paziente fibromialgico, con una notevole riduzione della dipendenza da farmaco-terapie e dal medico stesso poiché il risultato ultimo è anche la capacità di autogestire correttamente la propria sensibilizzazione al dolore ed agli stimoli esterni.

 

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1983 e specializzato in Neurologia nel 1987 presso l'Università degli Studi di Firenze. Ho lavorato sul territorio toscano come responsabile dei servizi di Neurologia e Neurofisiopatologia presso P.A. Humanitas Scandicci (FI), Casa di Cura S. Giuseppe di Arezzo, Poliambulatorio delle Terme di Chianciano. Attualmente responsabile dei servizi di Neurologia e Neurofisiopatologia presso il Centro Diagnostico Arcidiacono di Roma. Sono esperto di patologie del Sistema Nervoso Periferico e sue diagnosi con Elettromiografia. Dal 2008 esercito con grande soddisfazione professionale, in qualità di Medico Ozonoterapeuta nel mio ambulatorio di Firenze, interamente ed esclusivamente dedicato a questa pratica medica.

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