Sindromi da sensibilizzazione centrale

Sono patologie che per molto tempo sono state considerate disturbi somatici di difficile inquadramento e spesso sottovalutate

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La natura del dolore cronico è di varia origine ed i suoi meccanismi di insorgenza sono da sempre oggetto di attenzione, ma di recente si è individuata una base fisiopatologica comune a carico di un gruppo di malattie caratterizzate da dolore cronico.

Vengono accorpate sotto il nome di Sindromi da Sensibilizzazione Centrale (SSC) perché caratterizzate da un’alterata percezione dei normali stimoli sensitivi e sensoriali che vergono percepiti a livello del cervello come stimoli eccessivi o dolorosi.

Sono patologie che per molto tempo sono state considerate disturbi somatici di difficile inquadramento e spesso sottovalutate.

Tali sindromi o sintomi o patologie sono di seguito elencate:

·        Fibromialgia (FMS),

·        Emicrania e cefalea tensiva

·        Disturbi Temporo-Mandibolari

·        Sindrome del colon irritabile

·        Sindrome da Fatica Cronica

·        Cistite Interstiziale/S. Uretrale femminile

·        Dismenorrea Primaria (dolori da mestruazioni)

·        Sensibilità Chimica Multipla

·        Disturbo Post-traumatico da Stress

·       Sindrome Miofasciale/S. Dolorosa Regionale dei Tessuti Molli

·        Sindrome delle Gambe Senza Riposo

·        Movimenti Periodici degli Arti nel Sonno.

In tutte queste patologie è stata dimostrata un’alterazione delle vie sensitive centrali allo stimolo doloroso, intesa sia come eccesso di sensibilità allo stimolo, sia come ridotta inibizione della percezione del dolore.

Questa condizione di alterazione della gestione dello stimolo sensitivo, sia esso normale o patologico, sembra essere alla base di questo importante gruppo di patologie.

I criteri essenziali per riconoscere una SSC sono:

1.    Una frequente associazione fra vari disturbi appartenenti a queste sindromi.

2.    Un meccanismo fisiopatologico comune: la dimostrazione di sensibilità cronica a vari stimoli.

3.    Un terzo criterio sarebbe l’assenza di patologia strutturale sottostante, anche se questi disturbi presentano evidenze di anomalie ormonali ed immunologiche.

In generale le SSC hanno una serie di sintomi comuni: dolore, facile faticabilità, sonno disturbato, ipersensibilità agli stimoli dolorosi (iperalgesia), ipersensibilità a stimoli normalmente non dolorosi (allodinia), presenza di disturbi psichici (ansia, deficit della concentrazione, calo della memoria, ecc.).

Queste condizioni cliniche sono dunque caratterizzate da un notevole “ipereccitazione” complessiva dei neuroni centrali delle vie sensitive e sensoriali, e questo spiega diversi sintomi altrimenti poco chiari come l’ipersensibilità a rumore, luce, stress, conservanti alimentari, farmaci e molti altri.

La Sensibilizzazione Centrale tende ad autosostenersi, anche in assenza di stimoli successivi, a causa della neuroplasticità a lungo termine e probabilmente si accentua nella cronicità delle malattie nell’uomo, ovvero a causa dell’instaurarsi di nuove strutture sinaptiche sui neuroni che portano cosi alla accentuazione e cronicizzazione delle sindromi.

Si è dimostrato di fondamentale importanza per lo sviluppo di queste patologie anche il cosiddetto Sistema Anti-nocicettivo Discendente: un circuito neuronale che viene utilizzato normalmente dai centri di recezione del dolore per controllare e inibire l’afflusso di informazioni dolorose, con netto significato antidolorifico. Tali meccanismi d’inibizione del dolore normalmente attenuano la Sensibilizzazione Centrale.

Alla luce di queste osservazioni si comprende come la percezione dolorosa dipenda da un equilibrio tra le vie che portano al cervello il dolore e le vie che dal cervello vanno verso la periferia che tendono ad inibire e controllare l’informazione dolorosa.

Un dolore o uno stimolo anche non doloroso, di varia natura fisica o chimica, viene percepito come dolore quando esiste uno squilibrio tra i due sistemi di controllo neuronale degli stimoli, con una prevalenza della via che porta la sensibilità al cervello rispetto alle vie che tendono a ridurre o modulare queste informazioni.

Il dolore, sia acuto che cronico, ha un’importante componente emotiva, definita dalle connessioni delle vie che portano il dolore dalla periferia, le quali sono interconnesse con l’amigdala e l’ippocampo, centri nervosi che svolgono un ruolo nel controllo di emozioni e ricordi. Queste connessioni tra le vie di trasporto del dolore e i centri dove vengono processate le emozioni sono responsabili delle risposte emotive a fattori stressanti di varia natura (fisica chimica o psichica).

Questo modello identifica l’interfaccia tra un fattore di stress ambientale di varia natura nel suo contesto fisico e sociale, e l’adattamento fisiologico e comportamentale dell’individuo a quel fattore di stress.

Quando il controllo della Sensibilità Centrale è disfunzionante, nel tempo può provocare un’ipersensibilità a stimoli esterni di varia natura e quindi giustificare la cronicizzazione del dolore; inoltre l’interessamento dei centri dell’emotività connessi con le vie del dolore, possono giustificare la presenza frequente di disturbi emotivi in queste sindromi.

La caratteristica essenziale di queste sindromi è che ci troviamo d’avanti ad un errore del “software” e non dell’”hardware”, motivo per cui è più difficile fare diagnosi e porre la malattia all’interno di una corrente e fruibile classificazione

Ecco perché nonostante in queste sindromi si trovino un gran numero di sintomi dolorosi e somatici, non ci sono quasi mai alterazioni strutturali negli organi o nei punti dove viene riferito il dolore.

Questo modello fisiopatologico permette un approccio più mirato e razionale alla terapia di questo gruppo di sindromi, che nella loro essenza fisiopatologica sono delle vere e proprie malattie neurologiche, anche se le manifestazioni cliniche possono essere osservate in diversi campi specialistici.

Un corretto approccio terapeutico non può prescindere dalla modulazione farmacologica dei neurotrasmettitori interessati in questo modello disfunzionale come la serotonina, la noradrenalina, il GABA e le endorfine.

Un valido aiuto viene anche fornito dall’ossigeno ozonoterapia sistemica con GAEI (Grande AutoEmo Infusione), che grazie alle sue azioni antinfiammatoria sistemica ed immunomodulante fornisce un valido aiuto sia sintomatico che profilattico per l’evoluzione della malattia.

 

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1983 e specializzato in Neurologia nel 1987 presso l'Università degli Studi di Firenze. Ho lavorato sul territorio toscano come responsabile dei servizi di Neurologia e Neurofisiopatologia presso P.A. Humanitas Scandicci (FI), Casa di Cura S. Giuseppe di Arezzo, Poliambulatorio delle Terme di Chianciano. Attualmente responsabile dei servizi di Neurologia e Neurofisiopatologia presso il Centro Diagnostico Arcidiacono di Roma. Sono esperto di patologie del Sistema Nervoso Periferico e sue diagnosi con Elettromiografia. Dal 2008 esercito con grande soddisfazione professionale, in qualità di Medico Ozonoterapeuta nel mio ambulatorio di Firenze, interamente ed esclusivamente dedicato a questa pratica medica.

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