L’ importanza della fiaba per lo sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino: la sua valenza terapeutica.

Le fiabe sono a tutti gli effetti modalità d’interpretazione della realtà, attraverso le quali il bambino attribuisce senso all’esperienza.

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La fiaba per il bambino è un canale di comunicazione analogico come, il sogno e la metafora lo sono per gli adulti. Non sempre i bambini sono in grado di parlare delle proprie emozioni usando il linguaggio pur essendo molto bravi a mostrarle e condividerle attraverso disegni, giochi, storie e racconti. Le fiabe sono a tutti gli effetti modalità d’interpretazione della realtà, attraverso le quali il bambino attribuisce senso all’esperienza. Sono inoltre mezzi efficaci per la conoscenza del mondo, delle caratteristiche delle azioni umane, delle norme e dei valori della propria cultura.

C’era una volta ….” Così iniziano tutte. Storie che nascono, storie che finiscono, che si trasformano nel loro procedere. Sogni, desideri, fantasie che si realizzano, svaniscono o diventano incubi. Come in una fiaba, ciascuno di noi vive la propria vita e le proprie relazioni condizionato da un magico mondo interiore dove realtà e fantasia si fondono, influenzando scelte ed emozioni di quel “protagonista” che ci sentiamo di essere, con l’unico scopo di aiutarlo a raggiungere, nelle quotidiane avventure, il tanto desiderato lieto fine. Le paure che ci portiamo dentro possono trasformare il mondo esterno in un ambiente ostile e persecutorio, come se fosse popolato da draghi o mostri invincibili contro i quali non possiamo che attivare tutte le nostre difese, isolandoci o scappando; così come i desideri mostrano simbolicamente il mondo come il luogo in cui e attraverso il quale possono prender forma le nostre speranze e i nostri sogni.

Già a partire da epoche lontane, le fiabe accompagnano la crescita e lo sviluppo infantile. Il ruolo rivestito dalla fiaba va ben oltre il semplice intrattenimento; esse costituiscono infatti uno strumento educativo e terapeutico molto efficace. La fiaba aiuta il bambino a scoprire il proprio mondo interiore ed emotivo, avvalendosi di una forma giocosa per aiutarlo a comprendere i sentimenti, anche quelli più complessi. Il bambino tende a riconoscersi ed identificarsi nei protagonisti dei racconti, entrando in contatto con le diverse emozioni sperimentate, imparando a riconoscerle, a nominarle e quindi imparando ad esprimerle. Attraverso le fiabe, inoltre, è possibile apprendere nuovi schemi di comportamento maggiormente efficaci al fine di rispondere alle varie situazioni cui rapportarsi. La fiaba parla al bambino utilizzando un linguaggio a lui molto familiare: il pensiero magico, tipico della sua organizzazione mentale e dei suoi scambi con la realtà.

Da ciascuna fiaba ogni bambino, può quindi trarre un insegnamento adeguato alla situazione di crescita e di cambiamento, che vive ed affronta in quella specifica fase, può cogliere una propria morale ed un proprio personale insegnamento, utile per risolvere problemi o affrontare conflitti interiori tipici della sua età e della specifica fase del ciclo di vita in cui si trova.

Inoltre, attraverso la fiaba il bambino, amplifica e sviluppa la creatività, l’immaginazione e la flessibilità mentale; dunque accresce il proprio intelletto giocando e divertendosi.

Le fiabe, oltre ad affrontare tematiche di sviluppo, aiutano gli adulti a parlare con il bambino degli argomenti più complessi: separazioni, morte, abbandoni, conflitti.

Attraverso l’identificazione con i personaggi narrati, il bambino impara ad accettare il diverso, le regole e l’empatia. L’identificazione, permette inoltre al bambino di sperimentare una condizione di fiducia e speranza: come accade a lui, anche il personaggio della storia narrata vive difficoltà spesso analoghe, per le quali, nonostante gli ostacoli e le peripezie incontrate nel suo cammino, sarà in grado di trovare una soluzione. Seppure la soluzione individuata dal personaggio, non sarà la stessa che troverà il bambino, egli sperimenterà l’assunto per cui è possibile risolvere e superare problemi; quindi, prendendo in prestito le parole dello scrittore G. K. Chesterton possiamo affermare che: “Le fiabe dicono più che la verità. E non solo perché raccontano che i draghi esistono, questo i bambini lo sanno già, ma anche e soprattutto perché affermano che questi draghi si possono sconfiggere”. Le fiabe hanno, inoltre, una importantissima valenza terapeutica, pensiamo a Bruno Bettelheim, ad esempio, che considerava la fiaba terapeutica in quanto grazie ad essa il bambino può trovare autonomamente le proprie soluzioni, riflettendo su ciò che il racconto sembra maggiormente coinvolgerlo: spesso sui conflitti interiori di quel preciso momento della sua vita. L’inconscio, sollecitato dalla parola, consente di “entrare” nella propria realtà interiore: è un’esperienza quasi virtuale che va creandosi con la dinamica fantastica ed intrigante del racconto, producendo una modifica dello stato di coscienza e del sistema emozionale.

Le favole aprono ai sentieri dell’ immaginazione e stimolano le emozioni più profonde; alcuni significati spaventosi, angosciosi, contenuti nella parte più remota della nostra mente, possono essere rielaborati e trasformati in energia positiva da poter utilizzare nel percorso di crescita.

Come i sogni e le immagini, le fiabe arricchiscono, inoltre, la relazione terapeutica di contenuti simbolici e transferali, di significati inconsci relativi alla relazione del paziente con se stesso. Il mondo emotivo prende “corpo” attraverso immagini e sogni, raggiunge la coscienza del paziente e prende voce attraverso l’interpretazione terapeutica. “Sentire” non basta, “sapere” neppure, tra queste due parti a unirle c’è il mondo dell’immaginario che si fa parola attraverso sogni, metafore e fiabe divenendo così uno spazio privilegiato di comunicazione con l’inconscio.

Psicologa abilitata presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, Iscritta all' Ordine degli Psicologi della Campania n. 9622, Pedagogista Clinica e Mediatore Familiare Sistemico-Relazionale, ha conseguito la Laurea cum Laude in Scienze Psicopedagogiche all’ Università Suor Orsola Benincasa di Napoli discutendo la Tesi in Psicologia Dinamica sui Meccanismi di difesa e le dinamiche psichiche del paziente oncologico, dopo aver svolto un tirocinio accademico pre-lauream presso il Dipartimento di Psicologia Oncologica dell’ INT G. Pascale di Napoli. Ha conseguito, inoltre, una seconda Laurea Magistrale in Psicologia Sociale, dei Servizi e delle Organizzazioni approfondendo la Psicologia dei Processi Cognitivi nelle malattie croniche e neurodegenerative con una Tesi sui Disturbi Cognitivi, Affettivi e Comportamentali nella malattia di Parkinson presso l’Università di Roma. Ha svolto un ulteriore tirocinio professionalizzante post Lauream presso la Sede di Napoli dell’Accademia di Psicoterapia della Famiglia (RM) “Polo Clinico Centro Studi Kairos” dove è attualmente in formazione come Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale. Specializzata in Mediazione Familiare e Consulenza di Coppia ad orientamento Sistemico presso L’ Istituto di Medicina e Psicologia Sistemica di Napoli (IMEPS), inizia nel 2006, la collaborazione in qualità di ricercatrice con l’INT Fondazione Pascale di Napoli che la vede impegnata in Progetti di Ricerca, Educazione e consulenza Socio-Sanitaria nel campo della familiarità dei tumori femminili (Dipartimento di Ginecologia Oncologica). Continua la sua attività di ricerca ed assistenza in ambito psicopedagogico e clinico attraverso interventi di Infant Clinical Observation, Ludoterapia e Supporto alle famiglie, occupandosi dal 2008 di problemi psico-educativi in età evolutiva di bambini figli di pazienti oncologici presso il Servizio Ludoteca (Ambulatorio Famiglia) dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli (Dipartimento di Psiconcologia Clinica). Nel 2015 si perfeziona in ambito Psiconcologico attraverso il Corso di Alta Formazione in Psico-Oncologia dal titolo “La Psicologia incontra l’Oncologia” patrocinato dalla SIPO: Società Italiana di Psiconcologia. Docente e Formatore ha collaborato con la Lega Italiana Lotta ai Tumori- sezione di Napoli- a Progetti di Educazione Socio-Sanitaria e, con la Regione Campania, in Corsi di Formazione Regionali. Relatrice di Convegni e Seminari riguardanti tematiche Psicologiche e Pedagogiche è specializzata, inoltre, nel sostegno di famiglie multiproblematiche e devianti avendo lavorato con nuclei familiari a rischio e con forte disagio socio- economico e culturale della II e III Municipalità di Napoli. Ha lavorato, inoltre, in Progetti nel campo delle disabilità dal 2001 al 2010 (Sindrome di Down e Tetraparesi Spastica). Dal 2008 al 2019 ha esercitato la professione di Mediatore Familiare in autonomia e, su richiesta, in collaborazione con Studi giuridici matrimonialisti. Ha collaborato presso il Centro Nutrizione&Benessere della Dott.ssa Silvana Di Martino sito in Casoria in programmi di Psicologia della Nutrizione, Educazione Alimentare, Formazione e gestione di spazi di Mediazione Familiare Sistemica. Autrice di Articoli sul quotidiano medico on line #TAGMEDICINA, è stata impegnata nella S.C. di Epidemiologia e Biostatistica dell’Istituto Tumori di Napoli in attività connesse all’ Emergenza SARS CoV-2 da Maggio 2020 a Febbraio 2022. Attualmente lavora con pazienti pediatrici e pazienti adulti in trattamento radioterapico presso la U.O.C. di Radioterapia dell’ INT di Napoli “Fondazione G. Pascale” in qualità di Psicologa.

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