Tendine d’Achille: cos’è? Quali sono gli infortuni più frequenti? Quali sono le cause della rottura di questo tendine?

I tendini sono strutture che uniscono il muscolo all'osso e il tendine di Achille è la struttura formata dall'unione dei muscoli gastrocnemio e soleo, che si uniscono all’osso del calcagno

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Il tendine di Achille è il tendine più potente del corpo umano ed è uno dei componenti fondamentali del passo.
I tendini sono strutture che uniscono il muscolo all’osso e il tendine di Achille è la struttura formata dall’unione dei muscoli gastrocnemio e soleo, che si uniscono all’osso del calcagno. Le lesioni più frequenti che troviamo nel tendine sono:
– La rottura
– Tendinopatie (tendiniti e tendinosi)
– Sindrome di Haglund
La rottura del tendine di Achille è una lesione o rottura spontanea del tendine.
È provocata principalmente da una aumentata pressione esercitata sul tendine, soprattutto negli sport che prevedono corsa, salto e/o cambi di marcia.
I sintomi riscontrati in un paziente con rottura del tendine d’Achille sono il forte dolore e gonfiore dell’area di inserzione del tendine, a volte accompagnato da un rumore nel momento della rottura, impossibilità a camminare senza zoppia.
Tuttavia, fino ad oggi, non è ancora noto esattamente il motivo per cui si verifica questa rottura.
Alcune delle cause più conosciute sono l’aumento dell’attività sportiva, soprattutto nel caso di persone che occasionalmente svolgono attività sportiva ad alta intensità. Un fattore di rischio è rappresentato dall’obesità o il sovrappeso che agiscono esercitando molta pressione sul tendine ad ogni passo. Tra i fattori biomeccanici o fattori intrinseci del piede stesso, possiamo trovare eccessiva pronazione del piede, eccessiva tensione del tricipite surale e del tendine di Achille, deformità ossee che generano compressione nel tendine stesso e calcificazioni distrofiche nell’inserzione del tendine o all’interno del corpo del tendine.
Vari studi hanno riscontrato una diminuzione del flusso sanguigno nella parte centrale del tendine, che li ha portati a concludere che questa parte del tendine è l’area più a rischio di rottura e complicanze chirurgiche. Inoltre, hanno dimostrato che il flusso sanguigno del tendine di Achille diminuisce nel corso degli anni, il che era direttamente correlato alla prevalenza di questa lesione nei pazienti anziani.
È stato dimostrato, poi, che la somministrazione di corticosteroidi e fluorochinoloni, sia per via orale che per infiltrazione locale, è un altro dei maggiori fattori che causano la rottura del tendine di Achille.
A questi fattori di rischio si aggiungono le patologie sistemiche che hanno un ruolo nello sviluppo della rottura del tendine come: l’artrite reumatoide, la tubercolosi, la gotta e l’iperparatiroidismo.

Come si tratta la rottura del tendine d’Achille?
Il trattamento del tendine d’Achille rotto è un argomento molto controverso in quanto non esiste un “trattamento per eccellenza”.

Per questo motivo, spiccano due raccomandazioni:

-RIPOSO. Il trattamento conservativo si basa su lunghi periodi di immobilizzazione con gesso o dispositivi funzionali.
-CHIRURGIA. Il trattamento chirurgico si basa sulla sutura delle estremità tendinee mediante chirurgia a cielo aperto o chirurgia percutanea.

Come è possibile prevenire una rottura di questo tendine?

A scopo preventivo, sapere come camminiamo con uno studio biomeccanico completo dell’appoggio dal podologo (prima che sia troppo tardi e si verifichi l’infortunio) ci aiuterà a rilevare in tempo se il tendine ha uno stress o una tensione eccessivi. Lo stretching del sistema achilleo-plantare aiuta a mantenere una buona elasticità e lunghezza nei casi di tensione o accorciamento del tendine.

 

Podologo e Podoiatra Attualmente, esercito la mia professione di podologo a : Sanremo, Pisa (Ponsacco), Bordighera e Alassio. Nel 2012 ho conseguito la laurea in Podologia presso l’Università di Pisa. Ho proseguito i miei aggiornamenti professionali in Spagna conseguendo nel 2015 la laurea quadriennale in Podologia presso l’Università Fub di Manresa (Barcellona). La formazione all’estero mi ha dato modo di confrontarmi con colleghi di livello internazionale in ambito di chirurgia podologica; ho appreso che solo una visione completa, non focalizzata solo laddove vi è il problema è la chiave per comprendere i meccanismi di compenso che il nostro corpo mette in atto. Durante la mia pratica clinica quotidiana tratto problematiche neuro-muscolo-scheletriche, podo-dermatologiche e biomeccaniche di pazienti in età pediatrica, adulti ed anziani.

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