Covid-19, le nuove varianti potrebbero non essere neutralizzate da vaccini e anticorpi monoclonali

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Alcune tra le nuove varianti di Covid-19 potrebbero non essere neutralizzate dagli anticorpi contenuti in farmaci e vaccini attualmente in uso, e per gestirle potrebbe servire una quantità di anticorpi almeno 10 volte maggiore di quella attuale, secondo uno studio pubblicato su Nature Medicine. «Purtroppo potrebbe succedere che il livello di protezione dato dagli anticorpi, sia quelli provenienti dal vaccino che quelli formatisi in seguito a infezione da Sars-CoV-2, non sia sufficiente per proteggere dalle nuove varianti» spiega Michael Diamond, della Washington University School of Medicine, St. Louis, autore senior dello studio. «Ogni persona produce anticorpi in numero molto vario in risposta alla vaccinazione o all’infezione naturale. Alcuni ne producono molti e potrebbero essere protetti anche dalle varianti, ma altri, specialmente le persone anziane o immunodepresse, potrebbero non averne abbastanza».

I ricercatori, utilizzando anticorpi monoclonali, sieri immuni di topi, criceti e scimmie, sieri umani presi in convalescenza e sieri umani da destinatari del vaccino Pfizer, hanno testato l’impatto delle varianti sulla neutralizzazione degli anticorpi. Dall’analisi è emerso che la variante nota come inglese può essere neutralizzata da un livello di anticorpi simile a quello necessario per neutralizzare il virus originale, mentre per quella brasiliana e quella sudafricana, servono dalle 3,5 alle 10 volte in più di anticorpi neutralizzanti. Per quanto riguarda invece l’efficacia degli anticorpi monoclonali sulle varianti, alcuni sono risultati efficaci, altri invece del tutto inefficaci. Gli autori sottolineano di non conoscere le reali conseguenze della circolazione delle varianti, e che gli anticorpi non sono in realtà l’unica forma di protezione del corpo, che può contare su altri elementi del sistema immunitario che potrebbero funzionare bene nel compensare la resistenza maggiore di nuove forme della malattia. «Appare tuttavia chiaro che sarà necessario monitorare continuamente gli anticorpi per essere sicuri del loro funzionamento contro le nuove varianti e, se necessario, dovremo modificare di conseguenza vaccini e farmaci» concludono gli esperti.

Nature Medicine 2021. Doi: 10.1038/s41591-021-01294-w
https://doi.org/10.1038/s41591-021-01294-w

 

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