Ipertrofia Cardiaca e “Cuore d’Atleta”

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Sia in maschi che in femmine, l’allenamento induce un certo aumento nella dimensione delle cavità cardiache, indipendentemente dall’età. Questo adattamento chiamato ipertrofia cardiaca, rappresenta una risposta funzionale al maggior lavoro cardiaco. In un soggetto sedentario il volume del cuore è di circa 800 ml, mentre in un soggetto allenato tale volume aumenta in proporzione alle caratteristiche aerobiche dello sport. In un atleta di prove di resistenza il volume del cuore può essere superiore del 25% rispetto al soggetto sedentario. Sono sicuramente la durata nonché l’intensità dell’allenamento ad influire sulla dimensione del cuore e sulla sua struttura.

Negli atleti che praticano attività di resistenza si assiste maggiormente ad un aumento delle dimensioni della cavità ventricolare sinistra, mantenendosi normale lo spessore della sua parete. Tale adattamento è chiamato ipertrofia eccentrica e si somma alla riduzione della frequenza cardiaca nonché all’aumento della distensibilità ventricolare che consente un maggior riempimento diastolico. Quest’ultimo è causato anche da un maggior ritorno venoso; un maggior volume diastolico a sua volta causa uno stiramento delle fibre miocardiche, il che comporta una maggior forza di contrazione: pertanto, a fronte di un maggior riempimento diastolico ne consegue anche un maggior svuotamento sistolico.

Anche la posizione corporea gioca un ruolo importante nell’influenzare il riempimento diastolico. Infatti i valori massimi di gittata cardiaca e di gittata pulsatoria vengono raggiunti in posizione orizzontale. Chiaramente, nella maggior parte degli esercizi effettuati in posizione eretta, il gradiente gravitazionale impedisce il massimo riempimento ventricolare in diastole. In posizione eretta è l’aumentare dell’intensità di lavoro a realizzare un progressivo aumento della gittata pulsatoria, ottenuto per un aumento sia del riempimento diastolico sia dello svuotamento sistolico.

Gli atleti coinvolti invece in sport di forza presentano i massimi valori della parete del ventricolo sinistro, con invece piccole variazioni delle dimensioni della cavità ventricolare. Si parla in questo caso di ipertrofia concentrica. Risulta chiaro che le caratteristiche morfologiche e strutturali del cuore riflettono le diverse condizioni funzionali relative ai vari sport. Altra curiosità riguarda la pressione arteriosa, infatti, in un esercizio di tipo aerobico di resistenza il nostro corpo ha la necessità di mantenere per lungo tempo una gittata cardiaca elevata con una pressione arteriosa di poco aumentata rispetto al normale. Diverso è l’adattamento funzionale del cuore in atleti che si dedicano a prove di forza, in questo caso si hanno invece brevi periodi di pressione arteriosa elevata, che si verificano appunto nel corso dello sforzo.

 

Insegnante di educazione fisica presso scuola media di Rimini Diploma ISEF nel 2001 e Laurea Magistrale in Scienze Motorie nel 2017, presso l'Università di Urbino.

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