Una proteina per ridurre il danno cardiaco dopo un infarto

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Un gruppo del San Diego State University’s Heart Institute ha scoperto come la proteina Manf (fattore neurotrofico derivato da astrociti mesencefalici) può ridurre il danno cardiaco derivante da un infarto. Sembra che questa particolare proteina agisca correggendone altre che si sono mal ripiegate. La funzione cardiaca infatti viene modificata quando le proteine perdono la loro forma tridimensionale. «Pensate alle proteine mal ripiegate come a uno sfasciacarrozze pieno di automobili frantumate» ha spiegato Christopher Glembotski, ultimo nome di uno studio pubblicato sul Journal of Biological Chemistry.

«Erano perfettamente strutturate e altamente funzionali in un certo momento, ma diventano questa massa deforme. In un certo senso, succede la stessa cosa alle proteine, o quando sono vecchie o quando subiscono stress, come un’auto in una collisione» ha continuato Glembotski. Il funzionamento di Manf è stato definito attraverso una serie di esperimenti che hanno coinvolto un modello di topo knockout. Quando agli animali è stato indotto un infarto, quelli che presentavano la proteina hanno risposto meglio, indicandone un effetto protettivo. È stato osservato che Manf riduce il danno indotto dallo stress riduttivo, e cioè lo stress che segue quello di tipo ossidativo che si verifica dopo un infarto. Secondo i ricercatori, questa scoperta potrebbe portare alla somministrazione per via endovenosa della proteina alle vittime di un infarto, proprio come un farmaco. Infatti, un intervento nel “golden period” può aumentare le possibilità di sopravvivenza e il livello di funzionalità che il cuore riesce a riprendere durante la convalescenza. «Una delle nostre scoperte più interessanti è che Manf è una chaperon protein che mantiene funzionali altre proteine durante lo stress» ha dichiarato il primo autore Adrian Arrieta, che ha continuato: «Se potessimo dare più Manf alle vittime di un infarto, avrebbero meno danni dopo un attacco di cuore e recupererebbero più rapidamente». I ricercatori prevedono di studiare Manf nel cuore di maiale e di valutare, sempre in esperimenti animali, il metodo ottimale per trasportare la proteina al cuore, essendo questo uno step fondamentale per lo sviluppo di un farmaco.

J Biol Chem. 2020. Doi: 10.1074/jbc.RA120.013345
https://doi.org/10.1074/jbc.RA120.013345

 

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