Apnea ostruttiva nei bambini, può valere la pena aspettare prima dell’intervento. Ecco quando

Secondo uno studio pubblicato su Jama Otolaryngology-Head and Neck Surgery, nei bambini con apnea ostruttiva del sonno moderata si dovrebbe prendere in considerazione di intervenire con un'adenotonsillectomia, ma alcuni bambini con malattia lieve potrebbero trarre beneficio dall'attesa vigile.

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«Alcuni pazienti con apnea ostruttiva lieve migliorano da soli, ma fino ad oggi nessuno studio ha confrontato l’adenotonsillectomia con l’attesa vigile nei bambini di età inferiore ai cinque anni» afferma Johan Fehrm, del Karolinska University Hospital di Stoccolma, che ha guidato il gruppo di lavoro.

I ricercatori hanno randomizzato 60 bambini dai due ai quattro anni di età con punteggi di indice ostruttivo di apnea-ipopnea (Oahi) di almeno 2 e inferiore a 10, cioè con un’apnea da lieve a moderata, a ricevere l’adenotonsillectomia o l’attesa vigile. A sei mesi, il punteggio Oahi era diminuito in entrambi i gruppi, con una differenza non significativa di un punto a favore dell’adenotonsillectomia. Tuttavia, i punteggi totali dell’indice Obstructive Sleep Apnea-18 (Osa-18) sono scesi di 17 punti in più con l’intervento rispetto all’attesa vigile, e in questo caso la differenza è stata significativa. Tra i 24 bambini con apnea moderata, l’intervento ha prodotto un miglioramento di 3,1 punti Oahi rispetto all’attesa vigile. Secondo gli esperti, i risultati indicano che i bambini con malattia moderata dovrebbero essere presi in considerazione per l’intervento precoce, mentre negli altri si potrebbe aspettare. «Penso che sia importante sapere che esiste una discrepanza tra parametri oggettivi respiratori nel sonno e qualità della vita. La decisione di eseguire un intervento chirurgico dovrebbe pertanto basarsi su entrambi questi fattori, nonché sulla presentazione clinica. Sia l’intervento chirurgico che l’apnea ostruttiva non trattata sono associati a rischi, pertanto è importante eseguire più polisonnografie e migliorare le conoscenze sugli esiti clinicamente rilevanti» conclude Fehrm.
In un editoriale di accompagnamento, Cristina Baldassari, della Eastern Virginia Medical School di Norfolk, sottolinea che, nonostante lo studio costituisca un apporto importante alla ricerca in questo campo, i risultati potrebbero non essere generalizzabili ad altre popolazioni di bambini con malattia non grave. «Dico questo perché, per esempio, solo quattro dei bambini erano obesi e non si fa menzione della razza dei pazienti» spiega l’editorialista.

Jama Otolaryngol Head Neck Surg 2020. Doi: 10.1001/jamaoto.2020.0869
https://doi.org/10.1001/jamaoto.2020.0869
Jama Otolaryngol Head Neck Surg 2020. Doi: 10.1001/jamaoto.2020.0878 https://doi.org/10.1001/jamaoto.2020.0878

 

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