L’Irst di Meldola in un progetto Europeo per lo studio di terapie cellulari per il Covid-19

Sono passati 17 anni da quel lontano 2003, anno della fondazione dell’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (IRST) di Meldola. Una struttura ospedaliera interamente dedicata alla cura, alla ricerca clinica, biologica e traslazionale e alla formazione in campo oncologico

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In questi ultimi giorni si trova al centro di un progetto dall’obiettivo ambizioso: comprendere la risposta dei linfociti T all’infezione da nuovo coronavirus e modificarli con tecniche di ingegneria cellulare per aiutarli a sconfiggere SARS-CoV-2. Per raggiungerlo, la società telefonica spagnola Cellnex Telecom ha deciso di finanziare con 5 milioni di euro un consorzio di centri di eccellenza europei nel campo delle terapie geniche e cellulari.

Tra gli enti che parteciperanno al progetto, oltre all’IRST di Meldola ci sono l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, l’Institute of Regenerative Medicine and Biotherapies di Montpellier e l’Hospital Universitario Gregorio Marañón di Madrid.

Il progetto durerà due anni e si concentrerà su due strategie terapeutiche distinte, che si basano entrambe sull’ingegnerizzazione dei linfociti T: da un lato aiutare il sistema immunitario dei pazienti a riconoscere e colpire le cellule infettate dal virus, dall’altro ridurre lo stato iper-infiammatorio che caratterizza le forme più gravi della malattia.

L’idea innovativa è quella di reinventare tecnologie messe a punto per la lotta ai tumori – come le CAR-T – e usarle per aiutare l’organismo a rispondere in modo efficiente all’infezione. Per modificare con successo le cellule del sistema immunitario però, è necessario prima capire di più della loro azione nelle varie fasi dell’infezione. Questo sarà possibile anche grazie ai campioni biologici raccolti dall’IRST nel contesto dello studio CORSA.

Siamo onorati di rappresentare l’Italia, insieme all’Ospedale San Raffaele, in un progetto così importante ed ambizioso, capace di raccogliere centri di valore internazionale e che sicuramente avrà ricadute anche in ambito oncologico” commentano il Prof. Giovanni Martinelli, Direttore Scientifico dell’Istituto Tumori della Romagna (IRST) IRCCS e il dr. Massimiliano Mazza, biotecnologo del Laboratorio di Bioscienze IRST IRCCS impegnato nello sviluppo preclinico di anticorpi terapeutici e terapie cellulari antitumorali. “La scelta, per un IRCCS oncologico qual è IRST, di aderire a questo studio preclinico è, anzitutto, dettata dall’impatto nefasto che il coronavirus ha sulle persone affette da tumore; una fascia di pazienti già portatori di fragilità gravi e particolarmente sensibili alla severità dei sintomi del Covid-19. La comprensione della risposta immunitaria nei pazienti Covid-19 ci consentirà di proteggere meglio i nostri malati. In più, lo sviluppo di terapie cellulari anti-Covid-19 getta le basi per approcci terapeutici di tipo cellulare che utilizzino l’ingegneria genetica a scopo terapeutico proprio contro il cancro” concludono.

 

Marchigiano di Fermo vive in Romagna dal settembre del 2000. Giornalista professionista dal 1991, ha lavorato in quotidiani di diverse regioni (Marche, Umbria, Toscana, Lazio ed Emilia Romagna) fino alla qualifica di caporedattore centrale. Tra le sue esperienze anche l'assunzione, quale esperto per l'informazione, presso l'ufficio di Gabinetto del presidente del Consiglio regionale delle Marche dott. Alighiero Nuciari nei primi anni 90 e quelle radiofoniche presso alcune emittenti private sempre delle Marche.

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