COVID-19 e Bambini . La necessità di ricostruire nuove routine

In questi giorni si registra una situazione di stress eccezionale a cui sono inevitabilmente sottoposti i bambini.

Tagmedicina, covid-19
Illusrazione dell' Artista Stelvio Gambardella
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La tensione di questo periodo, caratterizzato da preoccupazione, ansia ed incertezza colpisce anche i più piccoli, anzi soprattutto loro, che in relazione all’ età elaborano determinati significati e mettono in atto comportamenti specifici. In una situazione difficile come questa, viene prodotta dall’organismo una serie di ormoni che contribuisce a modulare la produzione di energia e a mettere in allerta corpo e mente per fronteggiare ciò che sta accadendo: si tratta quindi di un meccanismo che ha una funzione ben precisa. Tuttavia, le stesse modifiche fisiologiche, che sono utili in condizioni eccezionali, possono creare dei problemi fisici e psicologici quando si protraggono nel tempo, come accade nel caso di stress ripetuti o cronici e di stati d’ansia diffusi. E’ inevitabile che il repentino cambiamento di abitudini ed atteggiamenti-prolungati nel tempo- influisca sul benessere psicologico di adulti e bambini e necessiti di un rinnovato equilibrio che si adatti alla nuova condizione riconfigurando la quotidianità. In questo percorso di ristrutturazione del quotidiano è fondamentale cercare di accompagnare i figli considerando la nuova condizione come un’ occasione di crescita.

La circostanza in cui ci troviamo, dettata da un virus invisibile e altamente contagioso, risulta essere senza dubbio insolita soprattutto per i più piccoli, ma non dimentichiamo che può tradursi in nuove opportunità per tutti. L’assenza prolungata da scuola può suscitare domande diverse nei bambini, in base alla fascia anagrafica, e non sempre di facile risposta. I più piccoli, ad esempio, faticano a identificare il pericolo in un virus “invisibile”, e si chiedono se sia la scuola ad essere considerata un luogo pericoloso in sé e per sé oppure se sia la situazione generale ad esserlo. Chiudere le scuole per contenere il rischio causato da un’entità che non si può vedere -ma c’è- è un concetto difficile da cogliere per i più piccoli, perché il fatto reale su cui si basa questa cautela non è visibile.

Per i ragazzi più grandi, invece, lo scenario complessivo è più chiaro. Ma vedendo gli adulti di riferimento smarriti – come tutti in questa peculiare circostanza – entrano anche loro in uno stato di allerta.

Per dirimere i dubbi di bambini e ragazzi, il suggerimento è di instaurare un confronto con loro e di fare chiarezza, veicolando le informazioni a vari livelli di profondità conformemente alle loro richieste e alla loro età. L’Ascolto riveste un’importanza profonda, Ascoltare attentamente il minore prima di fornire informazioni, è assolutamente imprescindibile. Cercare di capire quale è la sua percezione dell’evento e quali sono gli interrogativi che si pone è fondamentale ed è consigliabile rispondere con spiegazioni semplici, con un linguaggio misurato all’età, lasciando che possano esprimere le proprie emozioni e preoccupazioni. Le paure, lo ricordiamo, sono emozioni necessarie per sviluppare comportamenti autoprotettivi per la vita: è importante aiutare il bambino a conoscerle e imparare ad utilizzarle per accompagnare il proprio processo di crescita.

Evitiamo, inoltre, che i bambini stiano davanti alla televisione o altri media (incluso internet) a recepire informazioni e a vedere immagini inerenti il Covid-19 senza la presenza di un adulto, la cui funzione è senza dubbio quella di mediare: la sovraesposizione a immagini e notizie potrebbe attivare meccanismi di amplificazione della percezione del pericolo. E’ consigliabile scegliere uno-due momenti al giorno in cui condividere l’aggiornamento delle notizie. E’ importante ricordare che i minori possono ascoltare anche quando sembrano impegnati in altro e percepiscono lo stato d’animo dell’adulto, dalle parole, dai comportamenti, dalla postura del corpo, dal tono e dal volume della voce. E’ raccomandabile in presenza di bambini che la conversazione tra adulti mantenga un atteggiamento rassicurante. I bambini risentono degli stati emotivi degli adulti. Non dimentichiamoci di rafforzare il supporto affettivo-relazionale ai piccoli. Ascoltare con attenzione le loro domande e rispondere spiegando loro quello che si sta facendo per affrontare e superare il problema è necessario, doveroso e molto importante.

ATTENZIONE AI CAMBIAMENTI . E’ importante che i genitori prestino particolare attenzione allo stato emozionale dei minori. Bambini, ragazzi e adolescenti esprimono le loro preoccupazioni connesse ai cambiamenti significativi delle abitudini, sia verbalmente sia attraverso diversi segnali come variazioni nella qualità e quantità del sonno, della nutrizione, della concentrazione, dell’umore. Si possono osservare, inoltre, disturbi fisici passeggeri in assenza di uno stato di malattia. Questi diversi segnali possono essere un modo per manifestare disagio o per esprimere le emozioni (paura, rabbia, dolore) in maniera differente. Può essere utile stimolare il disegno libero o a tema e farsi raccontare semplicemente la loro produzione grafica.

Riorganizziamo il tempo:

Con la chiusura di scuole e palestre, il ritmo della settimana, normalmente scandita da impegni scolastici e sportivi, viene meno. Anche per i più piccini abituati ad andare ad esempio dai nonni, dagli zii, al parco ecc. risulta impegnativo ed insolito disuabituarsi improvvisamente alle pregresse abitudini. In questa situazione di impasse, occorre quindi, necessariamente costruire una nuova scansione del tempo. La ricerca della routine, ovvero dell’abitudine, è un’attività che impegna il cervello e che comporta un dispendio di energie fisiche, psichiche ed emotive sia per gli adulti sia per i bambini, ma è essenziale per affrontare l’emergenza nel modo giusto”.

  1. Stabiliamo degli orari: programmare l’inizio e la fine delle attività didattiche, capitalizzando la mattina, che è il momento della giornata in cui il cervello è più attivo;

  2. programmiamo dei momenti di pausa: ad esempio a metà mattinata;

  3. vestiamoci in abbigliamento diurno;

  4. definiamo il setting: identifichiamo uno spazio dedicato allo studio in casa ed un altro dedicato al gioco e alle attività ricreative;

  5. pianifichiamo le attività didattiche: stimoliamo la programmazione anche tramite la condivisione con gli insegnanti;

  6. rinforziamo l’uso corretto della tecnologia: rendere produttivi, con un giusto equilibrio, smartphone, tablet e computer per l’attività didattica e sociale;

  7. sensibilizziamo bambini e ragazzi sull’importanza delle norme igieniche: nella relazione con l’altro è sempre importante ricordare gli accorgimenti igienici sia ai bambini sia ai ragazzi. La corporeità è usata per distinguere le relazioni reali da quelle virtuali e il rischio, a volte, è di dimenticarsi di queste semplici norme;

  8. minimizziamo potenziali situazioni di conflitto: la convivenza tra genitori in smart working e ragazzi a casa potrebbe essere difficile. Soprattutto con gli adolescenti, è consigliato minimizzare le dinamiche fisiologiche che potrebbero portare allo scontro.

  9. Per i più piccini cerchiamo di coinvolgerli nelle attività domestiche e rinforziamo iniziative manuali come ad esempio impastare, amalgamare, mescolare. Orientiamo le energie in direzione di attività creative utilizzando ad esempio gli oggetti (sicuri) che abbiamo in casa.

Nuove consapevolezze post Covid-19

Come in tutte le situazioni di emergenza, i livelli d’ansia che adesso stiamo esperendo si normalizzeranno.

Tuttavia, una leggera allerta psichica proseguirà oltre la situazione di quarantena forzata in cui ci troviamo.

Se facciamo della buona informazione, però, avremo una nuova consapevolezza di cui potremo avvalerci in situazioni come queste nel futuro, a partire dall’importanza delle norme igieniche”.

Coloro che non sono stati colpiti direttamente dal virus potranno cogliere anche gli aspetti positivi di questa situazione, come lo smartworking, non sempre disponibile per tutti, e la formazione didattica a distanza.

Se riusciremo a trasformare questa circostanza di difficoltà in opportunità, potremo imparare a ragionare in termini collettivi e a sviluppare meglio il nostro senso civico oltre a ritrovare nuovi equilibri intra ed interpersonali.

Psicologa abilitata presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, Iscritta all' Ordine degli Psicologi della Campania n. 9622, Pedagogista Clinica e Mediatore Familiare Sistemico-Relazionale, ha conseguito la Laurea cum Laude in Scienze Psicopedagogiche all’ Università Suor Orsola Benincasa di Napoli discutendo la Tesi in Psicologia Dinamica sui Meccanismi di difesa e le dinamiche psichiche del paziente oncologico, dopo aver svolto un tirocinio accademico pre-lauream presso il Dipartimento di Psicologia Oncologica dell’ INT G. Pascale di Napoli. Ha conseguito, inoltre, una seconda Laurea Magistrale in Psicologia Sociale, dei Servizi e delle Organizzazioni approfondendo la Psicologia dei Processi Cognitivi nelle malattie croniche e neurodegenerative con una Tesi sui Disturbi Cognitivi, Affettivi e Comportamentali nella malattia di Parkinson presso l’Università di Roma. Ha svolto un ulteriore tirocinio professionalizzante post Lauream presso la Sede di Napoli dell’Accademia di Psicoterapia della Famiglia (RM) “Polo Clinico Centro Studi Kairos” dove è attualmente in formazione come Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale. Specializzata in Mediazione Familiare e Consulenza di Coppia ad orientamento Sistemico presso L’ Istituto di Medicina e Psicologia Sistemica di Napoli (IMEPS), inizia nel 2006, la collaborazione in qualità di ricercatrice con l’INT Fondazione Pascale di Napoli che la vede impegnata in Progetti di Ricerca, Educazione e consulenza Socio-Sanitaria nel campo della familiarità dei tumori femminili (Dipartimento di Ginecologia Oncologica). Continua la sua attività di ricerca ed assistenza in ambito psicopedagogico e clinico attraverso interventi di Infant Clinical Observation, Ludoterapia e Supporto alle famiglie, occupandosi dal 2008 di problemi psico-educativi in età evolutiva di bambini figli di pazienti oncologici presso il Servizio Ludoteca (Ambulatorio Famiglia) dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli (Dipartimento di Psiconcologia Clinica). Nel 2015 si perfeziona in ambito Psiconcologico attraverso il Corso di Alta Formazione in Psico-Oncologia dal titolo “La Psicologia incontra l’Oncologia” patrocinato dalla SIPO: Società Italiana di Psiconcologia. Docente e Formatore ha collaborato con la Lega Italiana Lotta ai Tumori- sezione di Napoli- a Progetti di Educazione Socio-Sanitaria e, con la Regione Campania, in Corsi di Formazione Regionali. Relatrice di Convegni e Seminari riguardanti tematiche Psicologiche e Pedagogiche è specializzata, inoltre, nel sostegno di famiglie multiproblematiche e devianti avendo lavorato con nuclei familiari a rischio e con forte disagio socio- economico e culturale della II e III Municipalità di Napoli. Ha lavorato, inoltre, in Progetti nel campo delle disabilità dal 2001 al 2010 (Sindrome di Down e Tetraparesi Spastica). Dal 2008 al 2019 ha esercitato la professione di Mediatore Familiare in autonomia e, su richiesta, in collaborazione con Studi giuridici matrimonialisti. Ha collaborato presso il Centro Nutrizione&Benessere della Dott.ssa Silvana Di Martino sito in Casoria in programmi di Psicologia della Nutrizione, Educazione Alimentare, Formazione e gestione di spazi di Mediazione Familiare Sistemica. Autrice di Articoli sul quotidiano medico on line #TAGMEDICINA, è stata impegnata nella S.C. di Epidemiologia e Biostatistica dell’Istituto Tumori di Napoli in attività connesse all’ Emergenza SARS CoV-2 da Maggio 2020 a Febbraio 2022. Attualmente lavora con pazienti pediatrici e pazienti adulti in trattamento radioterapico presso la U.O.C. di Radioterapia dell’ INT di Napoli “Fondazione G. Pascale” in qualità di Psicologa.

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