Il cybersex e il confine con il Cybersexual Addiction e CyberPorn Addiction

Nella sua variante psicopatologica, si parla invece di Cybersexual Addiction, per intendere l’utilizzo compulsivo di internet da parte di un soggetto per trovare un/a partner o materiale erotico

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Nell’articolo precedente abbiamo parlato dell’utilizzo del Cybersex e delle implicazioni psicologiche. Nella sua variante psicopatologica, si parla invece di Cybersexual Addiction, per intendere l’utilizzo compulsivo di internet da parte di un soggetto per trovare un/a partner o materiale erotico, fino a considerare l’eccitazione che ne deriva come unica e primaria forma di gratificazione sessuale, andando così a ridurre l’investimento sul partner reale.

In tal caso, il comportamento dipendente da Cyber-Sex, porta il soggetto a nascondere le proprie relazioni virtuali agli altri, provando sentimenti di colpa e vergogna.

L’attività di navigazione sulla Rete è oggetto di molteplici distorsioni e patologie, alcune più o meno significative da un punto di vista clinico, altre più o meno rilevanti in un contesto socio economico. Tra i modelli di dipendenza oggi più diffusi troviamo l a ChatSex Addiction e la CyberPorn Addiction, di cui è importante effettuarne una distinzione. Nel primo caso, la ChatSex Addiction (dipendenza da chat erotiche) avviene su un piano relazionale, in quanto le fantasie erotiche vengono scambiate in maniera simultanea con un’altra persona. Viene comunque a mancare il contatto emotivo e reale tra i due soggetti e di conseguenza si manifesta un bisogno continuo di ricorrere ad internet per motivi sessuali.

La CyberPorn Addiction è una pratica in cui ci si ritrova da soli, in quanto la fantasia sessuale si nutre di immagini stereotipate legate al mondo della pornografia. Si manifesta un continuo bisogno di ottenere il piacere sessuale attraverso la visione di filmati o spezzoni pornografici, a cui spesso segue un’attività masturbatoria di tipo compulsivo. In questo scenario, tutte le diverse modalità di comunicazione sincrona e asincrona che l’accoppiata computer e Internet mettono oggi facilmente a disposizione – come la posta elettronica, i newsgroup, le mailing list, le chat rooms o gli straripanti social network – hanno generato nuove forme di interazione e spazi inediti di socializzazione, ove non è più richiesta la presenza fisica degli interlocutori. Tra le cause di matrice psicologica si annovera l’incuria e la trascuratezza grave.

Una grave incapacità del genitore nel provvedere ai bisogni del figlio, che comporta un rischio imminente e grave per il bambino, quale abbandono, rifiuto, grave compromissione dello sviluppo fisico, cognitivo, emotivo o altre forme di abuso e violenza, fino al decesso.

Anche specifiche caratteristiche personali sembrano essere implicate: è stato rilevato che traumi o eventi negativi accaduti nel passato, come abusi fisici emotivi o sessuali, senso di vergogna e bassa autostima , così come disturbo del controllo degli impulsi, aspetti psicopatologici come ansia e depressione, nonché comportamenti sessuali disfunzionali nella vita reale e presenza di altre dipendenze fungono da terreno fertile per il potenziale sviluppo e mantenimento della cybersex addiction.

In tutto questo un ruolo centrale lo gioca il rinforzo: quando un individuo mette in atto un comportamento, in questo caso la ricerca di gratificazione sessuale mediante Internet, questo è rinforzato dalla risposta positiva che ne risulta, l’individuo è quindi rinforzato a continuare l’attività e a eseguirla più spesso per ottenere la risposta uguale a quella associata all’evento iniziale. Un approccio psicoterapeutico diviene necessario per conoscere ed equilibrare le dinamiche psichiche che sono alla base del cyber- sex addiction in modo che il soggetto possa vivere in modo meno tensivo e più piacevole la sessualità.

 

 

Psicoterapeuta, ipnotista e sessuologa clinica. Lavora all' ospedale Sandro Pertini di Roma ( reparto UOC Fisiopatologia della Riproduzione e Andrologia) con lo scopo di assistere le coppie , da un punto di vista psico sessuologico, che decidono di intraprendere un percorso di fecondazione assistita. La sua attività prevede anche una collaborazione con il Policlinico Umberto I di Roma, dove lavora a stretto contatto con l' andrologo occupandosi di problematiche sia andrologiche che sessuologiche. Svolge attività privata in un poliambulatorio ( viale del policlinico 129/ a 1 piano studi medici ) insieme ad altre figure professionali.

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