Artrosi del ginocchio, focus sui diversi tipi di dolore percepito

«I nostri risultati supportano la rilevanza clinica dei meccanismi neurobiologici che influenzano l'esperienza del dolore nell'artrosi del ginocchio, che include non solo la gravità del dolore, ma anche il fatto che il dolore sia intermittente o costante e che il dolore sia imprevedibile»

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Uno studio pubblicato su Arthritis Care and Research ha identificato per la prima volta un potenziale meccanismo nel sistema nervoso che sarebbe alla base del motivo per cui le persone che soffrono di artrosi del ginocchio sperimentano modelli di dolore variabili. «I nostri risultati supportano la rilevanza clinica dei meccanismi neurobiologici che influenzano l’esperienza del dolore nell’artrosi del ginocchio, che include non solo la gravità del dolore, ma anche il fatto che il dolore sia intermittente o costante e che il dolore sia imprevedibile» afferma Lisa Carlesso, della McMaster University di Hamilton, in Canada, autrice principale del lavoro.

L’artrosi provoca dolore, limitazioni funzionali e disabilità sostanziali nei pazienti, e l’esperienza del dolore nelle persone che soffrono di artrosi del ginocchio cambia nel tempo. Le persone inizialmente sperimentano principalmente dolore correlato al carico, per esempio quando fanno jogging o salgono le scale. Nel tempo, il dolore diventa più persistente e può manifestarsi in modo imprevedibile. Per capire meglio perché si verificano questi cambiamenti, i ricercatori hanno esaminato i dati sull’esperienza riguardo al dolore di 2.794 anziani del Multicenter Osteoarthritis Study con artrosi del ginocchio o a rischio della malattia. La loro analisi ha mostrato che le persone con una maggiore sensibilizzazione al dolore avevano una più alta probabilità di soffrire di dolore costante e imprevedibile, piuttosto che solo di dolore intermittente. «Comprendendo questi meccanismi, e sviluppando trattamenti mirati agli stessi, possiamo fornire migliori opzioni di gestione a milioni di persone in tutto il mondo che soffrono di artrosi» spiegano i ricercatori. Per esempio, se un paziente ha una sensibilizzazione al dolore, possono essere utili terapie mirate ad alterare le vie di segnalazione del sistema nervoso. Questo migliorerebbe l’approccio terapeutico attuale, in cui ogni paziente inizia con lo stesso trattamento e poi passa a qualcos’altro se la prima linea non ha funzionato.

Arthritis Care Res 2020. Doi: 10.1002/ACR.24437
http://dx.doi.org/10.1002/ACR.24437

 

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