Telemedicina e ipertensione, i pazienti seguiti a casa hanno risultati migliori nel controllo pressorio

I pazienti con ipertensione seguiti a domicilio da farmacisti tramite un programma di telemonitoraggio hanno avuto circa la metà delle probabilità di avere un infarto o un ictus

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I pazienti con ipertensione seguiti a domicilio da farmacisti tramite un programma di telemonitoraggio hanno avuto circa la metà delle probabilità di avere un infarto o un ictus rispetto a coloro che hanno ricevuto cure primarie di routine, secondo una nuova ricerca pubblicata su Hypertension. «Il monitoraggio della pressione sanguigna a domicilio, collegato alle azioni di trattamento da parte del team sanitario a distanza, abbassa la pressione sanguigna più delle cure di routine e ai pazienti piace molto. Inoltre, evitando gravi eventi cardiovascolari nell’arco di cinque anni, offre un risparmio significativo sui costi» spiega Karen Margolis, dello HealthPartners Institute di Minneapolis, Minnesota, autrice principale dello studio.

I ricercatori hanno arruolato 450 pazienti con ipertensione non controllata in 16 cliniche di assistenza primaria all’interno del sistema HealthPartners. I partecipanti sono stati randomizzati a ricevere cure primarie di routine oppure telemonitoraggio e un anno di cure a distanza gestito da un farmacista. Nel gruppo di telemonitoraggio, i pazienti hanno misurato la loro pressione sanguigna a casa e l’hanno inviata elettronicamente al farmacista, che ha poi lavorato con loro per apportare modifiche ai farmaci e allo stile di vita. I ricercatori hanno monitorato in entrambi i gruppi in ambulatorio la pressione sanguigna al momento dell’arruolamento, a sei mesi, 12 mesi, 18 mesi e cinque anni, tenendo traccia di eventuali infarti, ictus, stent coronarici, ricoveri per insufficienza cardiaca e decessi correlati al cuore. Ebbene, nel gruppo di telemonitoraggio, si sono verificati 15 eventi cardiovascolari gravi (cinque attacchi di cuore non fatali, quattro ictus non fatali, cinque ricoveri per insufficienza cardiaca, una morte cardiovascolare) in 10 pazienti, oltre a due posizionamenti di stent, per un tasso totale di eventi del 5,3%. Nel gruppo di cure primarie di routine, sono stati osservati 26 eventi cardiovascolari gravi (11 attacchi di cuore non fatali, 12 ictus non fatali, tre ricoveri per insufficienza cardiaca) in 19 pazienti, e 10 posizionamenti di stent, con un tasso di eventi totale del 10,4%.
Sulla base di questi risultati, gli autori raccomandano ulteriori studi per capire come aumentare il numero di pazienti a cui offrire il monitoraggio della pressione sanguigna a domicilio e per misurare i fattori di rischio cardiovascolare e gli eventi cardiovascolari in un periodo più lungo.

Hypertension 2020. Doi: 10.1161/HYPERTENSIONAHA.120.15492
https://doi.org/10.1161/HYPERTENSIONAHA.120.15492

 

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