Il nuovo coronavirus si sta adattando all’uomo, la prova dalle mutazioni

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Secondo uno studio pubblicato su Infection, Genetics and Evolution, Sars-CoV-2 mostra varie mutazioni continue che avvengono in modo indipendente e simile in diverse zone del mondo, e senza avere un progenitore comune. Questa caratteristica, nota come omoplasia, indicherebbe un adattamento all’uomo. «La prima sequenza intera del genoma di Sars-CoV-2 è stata pubblicata il 5 gennaio 2020, e da quel momento sono stati sequenziati migliaia di genomi. Questa situazione consente approfondimenti senza precedenti sulla demografia passata di Sars-CoV-2, ma anche il monitoraggio di come il virus si sta adattando al suo nuovo ospite umano, fornendo informazioni per dirigere la progettazione di farmaci e vaccini» spiega Lucy van Dorp, dello University College di Londra, prima autrice del lavoro.

I ricercatori hanno analizzato un set di dati da 7.666 raccolte di genoma pubbliche, e hanno analizzato l’emergere della diversità genomica nel tempo. Ebbene, in linea con quanto scoperto finora, i risultati hanno indicato che tutte le sequenze condividono un antenato comune databile alla fine del 2019, probabilmente il periodo in cui Sars-CoV-2 ha fatto il salto di specie verso l’uomo. Gli esperti hanno identificato poi le regioni del genoma virale che finora sono rimaste in gran parte fisse e quelle che hanno già accumulato diversità, trovando 198 mutazioni ricorrenti. «Quasi l’80% delle mutazioni ricorrenti ha prodotto cambiamenti non silenti a livello di proteine, suggerendo un possibile adattamento in corso di Sars-CoV-2. Tre siti in Orf1ab nelle regioni che codificano Nsp6, Nsp11, Nsp13 e uno nella proteina spike sono caratterizzati da un numero particolarmente elevato di mutazioni ricorrenti» concludono gli autori, che presentano anche un’applicazione web che potrebbe semplificare la comparazione dei genomi.
Guido Silvestri, virologo della Emory University di Atlanta, ha dichiarato di vedere in questo articolo una nuova prova scientifica, sebbene indiretta, a favore dell’ipotesi di un rapido, progressivo e convergente adattamento di Sars-CoV-2 all’ospite umano, e forse di un andamento verso una virulenza attenuata.

Infection, Genetics and Evolution 2020. Doi: 10.1016/j.meegid.2020.104351
https://doi.org/10.1016/j.meegid.2020.104351

 

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