La magia di Babbo Natale. Fino a quando portare avanti la favola e quando “fare i conti” con la realtà?

Il Natale ha un significato profondo ed influisce enormemente sulla capacità immaginativa dei bambini.

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La maggior parte di noi da bambini ha vissuto la magia del Natale e del misterioso vecchietto dal vestito rosso e dalla barba bianca che porta doni ai bimbi di tutto il mondo su una slitta trainata da renne, e tutti noi abbiamo fantasticato, ci siamo interrogati, abbiamo “indagato” per saperne di più su questa figura magica, misteriosa e al tempo stesso rassicurante. Una cosa è certa: il Natale con i suoi riti, le sue tradizioni (anche quelle importate) è la festa dei bambini per eccellenza. Come comportarci nei confronti di questa “favola”?. Il Natale ha un significato profondo ed influisce enormemente sulla capacità immaginativa dei bambini. A proposito di immaginazione, infatti, “Quando i bambini “fanno finta di”, esercitano una capacità cruciale da un punto di vista evolutivo: quella di figurarsi modi alternativi in cui la realtà potrebbe essere».

Il bambino dunque è in grado di discernere la realtà dalla finzione, per cui, credere alla figura di Babbo Natale non determina alcun rischio di far diventare i propri figli dei creduloni.

La maggior parte degli esperti concorda sul fatto che immaginare realisticamente l’omino vestito interamente di rosso, come molte altre creature di fantasia, sia una necessaria fase dello sviluppo cognitivo. «In fin dei conti, quella su Babbo Natale non è una bugia vera e propria, ma una sorta di esortazione a partecipare a una storia di fantasia». Scervellarsi su come un anziano signore con la lunga barba bianca possa consegnare i regali in tutto il mondo contemporaneamente a milioni di bambini e passare con il suo ingombrante pancione attraverso la cappa del camino, richiede lo stesso impegno e la stessa immaginazione che occorrono per trovare la soluzione a un problema scientifico.

Ma quando si smette di credere a questa “dolce bugia natalizia”?

Fino ai cinque anni di solito i bambini credono incondizionatamente a Babbo Natale, mentre dai sette ai nove anni avviene una graduale presa di coscienza, così i dubbi lasciano il posto alla certezza della sua non esistenza. Questa consapevolezza, tuttavia, al contrario di quel che si pensa, è assunta generalmente in modo graduale: quando il bambino sorprende i propri genitori in “flagranza di reato”, ovvero mamma e papà mentre impacchettano i doni o depongono questi ultimi sotto l’albero, se ha già dei dubbi questi saranno confermati, viceversa se è ancora troppo piccolo per averne, continuerà ancora a credere incondizionatamente all’esistenza di Babbo Natale.

Come per tutto ciò che riguarda la crescita del fanciullo, qualsiasi forzatura risulterebbe inopportuna: per prima cosa, è necessario osservare alcuni indizi chiave che preludono alla rivelazione della non-esistenza del fantastico personaggio natalizio. Alcuni bambini si pongono domande su come questi sia in grado di compiere i suoi viaggi prodigiosi; altri riconoscono il proprio padre dietro la barba finta tenuta su da un elastico; altri ancora, ai dubbi instillati dai compagni di scuola più grandi, associano il mito ormai zeppo di incoerenze, per tutti quindi giunge il momento di fare i conti con la realtà.

Ad ogni modo, quando si colgono i segnali che l’ora è giunta, è preferibile non fare “rivelazioni” ma lasciare che la verità venga scoperta gradualmente dai bambini stessi. Arrivarci da soli sarà per loro un piccolo ma importante traguardo, un segnale di benvenuto nel mondo dei grandi. E, quando saranno adulti, ricorderanno con tenerezza quella magia ed i significati che essa portava con sé. Credere a Babbo Natale, inoltre, è un atto di fiducia. Il Natale ci aiuta anche in questo, a fidarci e a credere in qualcosa di magico. Babbo Natale è una metafora, porta con sé il significato del “dono” come passaggio di valore. Il Natale è anche Tempo, un tempo in cui la famiglia si riunisce e dove è possibile condividere momenti. Ecco quindi, regaliamoci un tempo insieme. Un tempo in cui mamma e papà possano trascorrere più tempo con i propri bambini. Un tempo di “ozium”. Un tempo da disegnare e colorare insieme….e chissà quale magico dipinto ne uscirà!

 

Dott.ssa Ilenia Gregorio
Psicologa Sociale iscritta all’Ordine degli Psicologi della Regione Campania N. 9622, Psicopedagogista Clinica, Mediatore Familiare Sistemico, Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale (Polo Clinico Centro Studi Kairos sede di Napoli dell’Accademia di Psicoterapia della Famiglia di Roma). Ha conseguito la Laurea cum Laude a ciclo unico in Scienze Psicopedagogiche presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli discutendo la Tesi in Psicologia Dinamica sui Meccanismi di difesa e le dinamiche psichiche del paziente oncologico. Ha conseguito, inoltre, una seconda Laurea Magistrale in Psicologia Sociale, dei Servizi e delle Organizzazioni approfondendo la Psicologia dei Processi Cognitivi nelle malattie croniche e neurodegenerative con una Tesi sui Disturbi Cognitivi, Affettivi e Comportamentali nella malattia di Parkinson presso l’Università di Roma. Impegnata da anni nel campo della ricerca e del sostegno psicologico e psicopedagogico in oncologia e nelle malattie neurodegenerative inizia nel 2006, la collaborazione in qualità di ricercatrice e supporto alla ricerca con l’INT Fondazione Pascale di Napoli nel Dipartimento di Ginecologia Oncologica e di Psiconcologia che la vede impegnata ancora oggi in Progetti di Ricerca, psico-educazione, sostegno psicologico alle famiglie con patologia oncologica, e psicoterapia occupandosi sia di pazienti pediatrici che di pazienti adulti. Esperta in Infant Observation e Play Therapy, Docente e Formatore ha collaborato con la Lega Italiana Lotta ai Tumori (sezione di Napoli), con la Regione Campania e con enti pubblici e privati in Progetti di educazione Socio-Sanitaria, Counseling psicologico e corsi di formazione regionali. Relatrice in diversi Convegni e Seminari riguardanti tematiche Psicologiche e Pedagogiche è specializzata, inoltre, nel sostegno di famiglie multiproblematiche e devianti avendo lavorato con nuclei familiari a rischio e con forte disagio socio- economico e culturale della II e III Municipalità di Napoli. E’stata ospite in diverse trasmissioni televisive e radiofoniche trattando tematiche psicologiche, pedagogiche e di salute e benessere. Ha lavorato in Progetti nel campo delle disabilità ed ha coadiuvato programmi di Psicologia della Nutrizione ed Educazione Alimentare nelle scuole e in centri privati. Pubblicista e autrice e di Articoli per diverse testate mediche on line è stata impegnata nella S.C. di Epidemiologia e Biostatistica dell’Istituto Tumori di Napoli in attività connesse all’ Emergenza SARS CoV-2. Attualmente lavora come Psiconcologa presso la U.O.C. di Radioterapia dell’INT di Napoli “Fondazione G. Pascale” con pazienti pediatrici e pazienti adulti in trattamento radioterapico.

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