Prendiamoci cura della nostra pelle,tre percorsi per mantenerla sana e giovane

La personalizzazione dei trattamenti dipende dal livello di photoaging: anche il singolo inestetismo si risolve con un approccio rivolto al benessere complessivo della nostra cute

tagmedicina,pelle
- Adv -

Sole, smog e stili di vita non corretti agiscono sullo stato di salute della nostra pelle, indebolendo la sua funzione di barriera contro gli agenti esterni e invecchiandola. Quando si parla di pelle sana significa non solamente poter fare affidamento su una buona difesa, ma anche avere un aspetto più giovane. Prendersi cura della propria pelle però non è una cosa che possiamo fare saltuariamente: occorre un approccio globale e quotidiano che passa dalla scelta di cosa mettiamo in tavola e di come la idratiamo e puliamo, e arriva ad un percorso di cura personalizzato.

Per avere una pelle sana occorre agire su due fattori: attivare sia una stimolazione della produzione di collagene, sia le funzioni cellulari di tutto lo strato cutaneo; solo così la nostra pelle può riacquisire luminosità e compattezza, riducendo di conseguenza i segni del tempo, quali macchie e piccole rughe, e gli effetti di stili di vita non corretti. Questo percorso però deve essere personalizzato sulla base delle caratteristiche della propria pelle e del grado di photoaging.

Semplificando, possiamo individuare tre livelli di intervento: innanzitutto, le situazioni lievi, dove si hanno perdita di luminosità, piccole macchie e rughe sottili. Qui, partiamo dal peeling: una leggera esfoliazione per togliere le cellule morte e uniformare l’incarnato. Serve anche come base per trattamenti successivi perché predispone in modo soft la pelle ad una stimolazione più profonda. Indicato anche il needling che va a stimolare la produzione di collagene attraverso un manipolo dotato di sottilissimi aghi. È uno strumento particolarmente versatile che può essere modulato per pelli anche più sensibili di viso, collo e décolleté. Biorivitalizzazioni e biostimolanti invece vanno a restituire idratazione profonda.

Il secondo step prevede un photoaging più accentuato: siamo davanti a una maggiore presenza di macchie e una moderata perdita di tono delle pelle con un rilassamento iniziale. In questi casi la strada principe è quella delle onde d’urto, tra i trattamenti più efficaci per la riattivazione delle funzioni cellulari, che agiscono direttamente sul metabolismo cellulare. Le onde d’urto hanno un effetto rigenerativo importante e permettono di restituire tonicità alla pelle e di mantenerla più sana nel tempo. Utili anche un needling più intenso e gli ultrasuoni focalizzati che si basano sulla tecnologia Hifu e che permettono un’azione in profondità per una ridensificazione del derma e ottenendo un aumento del tono dei tessuti, quindi un effetto lifting sull’area trattata. Per le macchie, la luce pulsata.

A fronte di una situazione più marcata, con rughe profonde, macchie e cedimenti consolidati, i trattamenti devono essere un po’ più incisivi. Quindi, meglio ricorrere come primo approccio al laser frazionato che, oltre alla produzione di collagene, attenuta anche le macchie, elimina le piccole rughe e riduce quelle più profonde migliorando globalmente la texture cutanea. Proseguire poi con un percorso di mantenimento con onde d’urto o ultrasuoni focalizzati.

Valgono sempre le raccomandazioni di seguire uno stile di vita corretto, ponendo attenzione all’alimentazione. A tavola, meglio scegliere prodotti con le vitamine A, C ed E: la prima agisce sullo strato profondo dell’epidermide inducendo una rapida moltiplicazione delle cellule e si trova nelle carote, nelle verdure a foglia verde e nei frutti di colore arancione; la vitamina C, essenziale per la sintesi del collagene, si trova negli agrumi, nei kiwi e nell’ananas; la vitamina E, invece, importante per mantenere l’idratazione dei tessuti oltre che antiossidante, è presente, tra gli altri, negli spinaci, negli asparagi e nei cereali integrali. Inoltre, rispettare i tre cardini: pulizia, idratazione e protezione dal sole.

 

Laureata in Medicina e Chirurgia all'Università degli Studi di Milano nel 1988, Patrizia Gilardino si è specializzata nella Scuola di Chirurgia Plastica Ricostruttiva dell'Università degli Studi di Milano nel 1993. Iscritta all'Ordine dei Medici di Milano dal 1989, ha lavorato fino al 2003 all'Unità Funzionale di Chirurgia Plastica dell'Ospedale Multimedica di Sesto San Giovanni. Esercita la libera professione al Poliambulatorio della Guardia di Finanza di Milano, al Centro Dermatologico Europeo, nel proprio studio di via Colonna a Milano e nello studio di via Colombo 44 a Piacenza. È membro della Società di verifica e controllo di qualità e della Società americana di chirurgia plastica. È socio Sicpre (Società italiana di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica) ed è iscritta all’Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui