Tappe di sviluppo del linguaggio: quando e perché rivolgersi a uno specialista?

Lo sviluppo del linguaggio è preceduto e sostenuto dallo sviluppo della comunicazione cioè la capacità di scambiare informazioni

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Imparare a parlare per alcuni bambini può essere un gioco da ragazzi, per altri può essere difficile come scalare una montagna.

Ma cosa c’è prima del linguaggio?

Lo sviluppo del linguaggio è preceduto e sostenuto dallo sviluppo della comunicazione cioè la capacità di scambiare informazioni. E’ importante osservare i comportamenti comunicativi del bambino come il sorriso sociale, il contatto oculare, l’attenzione condivisa, l’emozione congiunta, l’imitazione e l’alternanza del turno.

Come genitori, ponetevi le seguenti domande: “Il mio bambino mi guarda mentre parliamo?”, “Mi sorride mentre giochiamo?”, “Mi cerca per mostrarmi e condividere i suoi giocattoli?”. Osservate anche le modalità di gioco con i pari e con l’adulto poiché questo rappresenta una finestra sulla vita mentale del bambino, come scriveva nel 1962 lo psicologo e pedagogista Jean Piaget.

Come si sviluppa il linguaggio?

Il linguaggio è un codice della comunicazione, tipicamente umano. Verso i primi 6 mesi di vita il bambino inizia a lallare ovvero a ripetere le sillabe (esempio: pa-pa-pa, ma-ma- ma) mentre a 12 mesi compaiono le prime semplici parole. Il vocabolario si arricchisce notevolmente nel corso dei mesi e intorno ai 18 mesi dovrebbe essere costituito da circa 50 parole. A due anni i bimbi iniziano a unire due parole tra loro per costruire i primi enunciati (esempio: “mamma pappa” per “mamma voglio la pappa”) e a 3 anni si esprimono con frasi del tipo soggetto + verbo + oggetto (esempio: “mamma prendi palla”).

Quando riferirsi a uno specialista?

È bene rivolgersi a uno specialista (neuropsichiatra infantile e logopedista) quando il bambino si discosta notevolmente da queste linee generali. Gli studi scientifici presenti in letteratura riportano dei parametri che rappresentano indici di un possibile ritardo di linguaggio e di comunicazione. Tali parametri sono:

– assenza di comportamenti comunicativi

– difficoltà di comprensione del linguaggio

– vocabolario espressivo inferiore alle 50 parole a 2 anni

– assenza della capacità di unire due parole per formare un enunciato a 30 mesi

Mio figlio imparerà a parlare. Per adesso voglio aspettare.”

Aspettare può significare perdere del tempo prezioso perché un linguaggio alterato può determinare alterate abilità scolastiche. Gli studi scientifici riportano che, per lo sviluppo delle competenze metafonologiche (fondamentali per l’acquisizione di lettura e scrittura), sono necessari almeno due anni di competenza nella produzione dei suoni. Inoltre un linguaggio alterato in età infantile si può ripercuotere anche in età adulta con scarse capacità di narrazione e vocabolario ridotto.

Perché rivolgersi a un logopedista?

Il logopedista, dopo un’accurata osservazione e valutazione del bambino, può definire se il piccolo è in ritardo rispetto alle tappe di sviluppo oppure se le difficoltà sono più profonde e definiscono un Disturbo Specifico del Linguaggio.

Nasce a Rimini il 12 novembre 1995. E’ una logopedista laureatasi con 110/110 e lode presso l’Università di Bologna nel novembre 2018. Sta continuando la sua formazione nell’ambito dell’età evolutiva, con particolare attenzione ai disturbi specifici di linguaggio, ai disturbi specifici dell’apprendimento e alla deglutizione disfunzionale. Ad oggi lavora in libera professione presso il centro Therapy di Rimini, l'Associazione Apprendiamo a Serravalle (RSM) e a Morciano.

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