Il tumore della prostata vola verso il raddoppio in incidenza: siamo pronti?

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La popolazione invecchia e, con l’allungamento della vita media, cresce anche il numero di pazienti oncologici. Un dato di fatto particolarmente evidente per alcune sedi come la prostata. Secondo gli ultimi dati della commissione specifica di Lancet, resi noti (https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(24)00651-2/fulltext) a inizio aprile, entro il 2040 i casi di tumore alla prostata saranno raddoppiati, rispetto al 2020, e passeranno dagli attuali 1,4, a 2,9 milioni (queste le stime in base ai dati di 112 paesi).

Un incremento di tale portata – scrivono gli estensori del rapporto – non potrà essere contrastato solo con lo stile di vita e la prevenzione generica. Occorrerà una mobilitazione attiva dei governi, per orientare la quale gli esperti propongono alcuni settori di intervento cui dare la precedenza. Così, per esempio, si dovranno implementare i programmi di diagnosi precoce (sostenendo anche i necessari studi), ci si dovrà avvalere di ciò che può offrire l’intelligenza artificiale (per esempio nell’interpretazione delle biopsie), di dovrà aumentare il livello di consapevolezza dei cittadini (anche attraverso strumenti quali le app dei cellulari) e soprattutto si dovrà migliorare l’accesso alle terapie, non solo nei paesi più ricchi. Ancora oggi, infatti, è questo uno dei principali ostacoli al miglioramento dei tassi di sopravvivenza.

Un esempio di che cosa può concretamente favorire la compliance arriva da un altro studio, pubblicato negli stessi giorni su Cancer (https://acsjournals.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/cncr.35262) dagli urologi dell’Università di Ann Arbor, in Michigan, che hanno valutato un programma chiamato 340B. Esso consente agli ospedali di acquistare farmaci a prezzi scontati, generando risparmi che possono migliorare l’assistenza alle persone svantaggiate dal punto di vista socioeconomico. Nello specifico, sono stati valutati circa 2.200 pazienti che hanno avuto accesso al 340B e 1.100 che, a parità di stadio di malattia (avanzato), non hanno avuto la possibilità di essere curati in uno dei centri beneficiari, nel periodo compreso tra il 2012 e il 2019. Le due tipologie di centri usavano lo stesso protocollo terapeutico e, quindi, gli stessi farmaci, e per questo il parametro principale è stato l’assunzione di una specialità assunta per via orale. Il risultato ha mostrato che nonostante in assoluto non sembrino esserci differenze significative nelle assunzioni tra i pazienti dei diversi ospedali (aderenti o meno al 340B), queste emergono se si va a calcolare il tasso di svantaggio sociale. Via via che esso cresce, diminuisce l’assunzione delle terapie, e aumentano le differenze tra chi è curato in un centro dove è attivo il 340B e chi no.
Programmi come il 340B, quindi, possono essere realmente di aiuto alle persone più fragili, che senza un adeguato sostegno economico rischiano di non accedere alle terapie.

Fonti
James N et al. The Lancet Commission on prostate cancer: planning for the surge in cases
https://doi.org/10.1016/S0140-6736(24)00651-2
https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(24)00651-2/fulltext

Faraj K et al. The 340B Program and oral specialty drugs for advanced prostate cancer
https://doi.org/10.1002/cncr.35262

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