Microbiota, come varia a seconda del genere. Lo studio italiano

Si tratta del primo lavoro che, grazie all’impiego di tecniche metagenomiche e di genomica funzionale, non solo fornisce una immagine molto dettagliata della composizione del microbiota, ma individua meccanismi attraverso i quali queste sono in grado di interagire con l’ospite in modo estremamente selettivo

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Uno studio condotto dall’Università di Parma, dal titolo Genetic strategies for sex-biased persistence of gut microbes across human life, pubblicato sulla rivista scientifica ‘Nature Communications’, ha identificato microrganismi vantaggiosi che rimangono nell’intestino femminile fino all’età fertile per venire poi trasmessi dalla madre al bambino durante il parto. Questi microrganismi, appartenenti al genere Bifidobacterium, sono noti per avere un impatto positivo sulla salute dell’ospite.

Si tratta del primo lavoro che, grazie all’impiego di tecniche metagenomiche e di genomica funzionale, non solo fornisce una immagine molto dettagliata della composizione del microbiota, ma individua meccanismi attraverso i quali queste sono in grado di interagire con l’ospite in modo estremamente selettivo. Il lavoro rappresenta un importante passo avanti nella comprensione della composizione del microbiota intestinale umano e della sua persistenza lungo le diverse fasi della vita. Utilizzando tecniche metagenomiche e di genomica funzionale, lo studio fornisce una dettagliata immagine delle comunità batteriche che risiedono nell’intestino sia maschile che femminile, rivelando anche i meccanismi attraverso cui queste comunità interagiscono selettivamente con l’ospite.

Un aspetto unico di questa ricerca è il riconoscimento dell’evoluzione dell’organismo femminile, il quale si è adattato per trasmettere specifici microrganismi al nascituro, conferendo loro vantaggi. Questo fenomeno è cruciale per la salute dell’individuo e ha implicazioni significative per la salute umana.

Il team di ricerca dell’Università di Parma, coordinato dal professore Marco Ventura e composto da diversi docenti e giovani ricercatori, ha condotto questo studio nell’ambito di una serie di ricerche sul microbiota umano e la sua interazione con l’essere umano e gli alimenti. Lo studio si inserisce nell’ambito di una serie di ricerche sul microbiota e sulla sua interazione con l’essere umano e gli alimenti, condotte dal Laboratorio di Probiogenomica e dal Microbiome Research Hub (MRH), un centro interdipartimentale che ha lo scopo di integrare gli studi sul microbiota da parte di studiosi di prestigio internazionale, contribuendo così a una migliore comprensione delle basi molecolari dell’interazione tra microrganismi e ospite, e delle loro implicazioni sulla salute umana.

Fonte Doctor 33

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