Sterilità di coppia: cosa fare se le tube sono chiuse

La sterilità femminile da fattore tubarico rappresenta una delle principali indicazioni a un ciclo di fecondazione in vitro (FIV)

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L’integrità anatomica e funzionale delle tube è indispensabile per garantire un corretto funzionamento riproduttivo.

La sterilità femminile da fattore tubarico rappresenta una delle principali indicazioni a un ciclo di fecondazione in vitro (FIV). I progressi compiuti in tale campo dalla medicina consentono oggi una accurata valutazione della entità del danno, del grado di compromissione dell’organo e delle cause che lo hanno determinato.

Le funzioni della tuba infatti sono molteplici: trasporto e nutrimento dei gameti, captazione ovulare, mantenimento di un ambiente adatto alla fecondazione, trasporto e nutrimento dello zigote.

Il funzionamento della Tuba di Falloppio è, quindi, molto complesso e risulta adeguato a condizione che siano rispettate le seguenti condizioni anatomico-funzionali:

  • Padiglione adeguatamente aperto;

  • Organo libero da aderenze;

  • Integrità dello strato muscolare;

  • Pervietà del lume tubarico;

  • Integrità della mucosa ciliata.

Il danno tubarico riconosce cause diverse:

  • Causa infiammatoria: il processo infiammatorio crea aderenze dovute all’azione dei fibroblasti e al deposito di fibrina, distrugge la tonaca muscolare e danneggia le cellule ciliate che non hanno nessuna tendenza alla rigenerazione. Quando il processo infiammatorio cessa, spontaneamente o in seguito a trattamento, possono persistere esiti cicatriziali irreversibili.

  • Causa infettiva: è la causa più frequente di lesioni tubo-peritoneali (80%).

A tal proposito vale la pena ricordare che la Clamidya è il germe più spesso evidenziato attraverso la ricerca diretta su tampone cervicale, meglio se associato a quello uretrale, nonché alla sierodiagnosi. La Gonorreae rappresenta, a seconda delle statistiche, il 5-32% delle salpingiti acute. Appare invece ancora controverso il ruolo di Ureaplasma Urealitycum e di Mycoplasma Hominis. La Tubercolosi Genitale, invece, rappresenta solo il 6-10% delle cause infettive di lesione tubo-peritoneale. La frequenza di questa malattia è diminuita in maniera considerevole dal 1950 con lo sviluppo della vaccinazione di massa, della terapia antitubercolare e con il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie.

I fattori di rischio per processi infettivi sono rappresentati, oltre che dalle Malattie Sessualmente Trasmessibili, anche dai dispositivi contraccettivi intrauterini, dalle manovre intrauterine diagnostiche o/e terapeutiche senza adeguata asepsi ed antisepsi.

  • Causa iatrogena: tutti gli interventi chirurgici all’interno della cavità addominale favoriscono la comparsa di aderenze pelviperitoneali con un rischio minore per gli interventi eseguiti in laparoscopia.

  • Endometriosi

  • Malformazioni congenite: diverticoli congeniti, tube accessorie, assenza di segmenti tubarici, sindromi DES, patologia delle ciglia immobili (Sindrome di Kartagener).

COME FARE LA DIAGNOSI

Gli esami oggi a nostra disposizione per lo studio della tuba sono:

  • Rx Isterosalpingografia

  • Eco Isterosalpingografia (Sono Isterosalpingografia )

  • Videolaparoscopia con salpigocromoscopia percelioscopica

  • Idrolaparoscopia

  • Falloppioscopia e salpingoscopia

L’approccio diagnostico alla sterilità da Fattore Tubarico oggi deve valutare non solo l’aspetto morfologico di pervietà, ma anche la funzionalità delle salpingi e del tratto utero – tubarico.

Il grado di ostruzione tubarica può essere parziale o totale e l’apparente pervietà bilaterale può associarsi a danneggiamento della mucosa e del sistema ciliare, come ad alterazioni dello spessore della parete della salpinge. Anche la compromissione dello strato muscolare determina alterazione dell’attività peristaltica e aumentato rischio di gravidanza extrauterina.

Inoltre, gli ultimi studi associano la presenza di idrosalpinge ad un minore tasso di successo e aumento di abortività nei cicli di PMA, pertanto la Salpingectomia o l’Agoaspiarazione della sacca eseguita prima della FIV sembra migliorare l’outcome riproduttivo.

Alla luce di quando esposto, lo studio morfologico e funzionale della tuba, effettuato con tecniche più o meno invasive, risulta oggi necessario anche prima di intraprendere un programma IVF/ICSI con indicazione diversa dal fattore tubarico.

Tra le procedure meno invasive ed ambulatoriali di prima scelta ricordiamo:

  • Ecoisterosalpingografia.

  • Rxisterosalpingografia

Quest’ultima indagine ovviamente richiede ambiente idoneo per la presenza di strumentazione radiologica ed i relativi operatori tecnici che affiancano il ginecologo nell’esecuzione dell’esame.

Indagini più complesse ed invasive, da effettuare invece in regime di ricovero e/o Day Surgery sono:

  • Videolaparoscopia con salpigocromoscopia percelioscopica

  • Idrolaparoscopia

  • Falloppioscopia e salpingoscopia

Un accurato inquadramento diagnostico consente la scelta dell’opzione terapeutica più giusta che può essere l’approccio microchirurgico o la PMA.

L’associazione microchirurgia-PMA consente la soluzione del problema riproduttivo in più della metà delle donne affette da patologia tubarica.

• Laureato in Medicina e Chirurgia nell’Università di Bari con il massimo dei voti e la lode nel 1977; • Specializzato in Ginecologia ed Ostetricia nell’ Università di Bari con il massimo dei voti e la lode nel 1981; • Specializzato in Andrologia nell’ Università di Pisa con il massimo dei voti e la lode nel 1985; • Perfezionato in Sessuologia Clinica nell’ Università di Pisa con il massimo dei voti e la lode; • Master in Endoscopia Ginecologica Avanzata – Università di Bari; • Master in Fisiopatologia della Riproduzione Umana e Tecniche di Fecondazione Assistita presso il Dipartimento Materno Infantile dell’Università di Palermo; • Primario Idoneo di Ostetricia e Ginecologia con il massimo dei voti nel 1987; • Diplomato in “Ipnologia Clinica” presso l’Istituto “Franco Granone” di Torino • Professore di Fisiopatologia della Riproduzione Umana presso la Scuola di Specializzazione in Andrologia dell’Università di Pisa dal 1987 al 2004 e Professore di Biochimica sistematica Umana presso l’Università della Calabria dal 1999 al 2001; • Attualmente è Tutor Aziendale per le Tesi di Laurea e Docente nei Seminari Integrativi di semiologia nella Facoltà di Scienze, Corso di Laurea in Biologia, Università del Salento; • Pioniere della Procreazione Medicalmente Assistita in Italia, nel 1984 fonda in Puglia la prima Banca del Seme Italiana con autorizzazione specifica conservazione dei gameti maschili e fecondazione artificiale; • Attualmente è Direttore dei Centri Integrati di Andrologia e Fisiopatologia della Riproduzione Umana Tecnomed di Nardò e Gallipoli e Casa di Cura “Fabia Mater” di Roma dove viene praticata diagnostica all’avanguardia e ricerca scientifica nel campo delle patologie di coppia e le più moderne tecniche di procreazione assistita. • Fondatore e componente del C.E.C.O.S. ITALIA (Centri per la Conservazione degli Ovociti e Spermatozoi); • Fondatore e Consigliere Nazionale della Società Italiana della Riproduzione (S.I.d.R.); • Coordinatore del gruppo d’interesse di Medicina di Coppia della Società Italiana della Riproduzione (S.I.d.R); • Delegato Regionale dell’Associazione Ginecologi Extra Ospedalieri (AGEO) e della Società Italiana di Fitoterapia ed Integratori in Ostetricia e Ginecologia (SIFIOG); • Autore di 196 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali; • Relatore, moderatore e discussant nei principali convegni scientifici nazionali ed internazionali della disciplina che esercita.

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