Baby Blues o Maternity Blues: la “malinconia” post partum.

Il termine "Baby blues" è stato coniato dal pediatra e psicoanalista inglese Donald Winnicott per definire i sintomi lievi di depressione che spesso vive la donna nei primi giorni dopo il parto.

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La nascita di un bambino rappresenta un evento molto importante e delicato, soprattutto nella vita di una donna, e implica profonde trasformazioni sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista psicologico e relazionale. La madre, che nasce insieme al suo bambino, ha bisogno di costruirsi una nuova identità personale.

A questo cambiamento possono essere associati dei riadattamenti psicologici ed emotivi che potrebbero risolversi spontaneamente o che, invece, potrebbero richiedere un tempo più lungo e una maggiore attenzione.

Il termine “Baby blues” è stato coniato dal pediatra e psicoanalista inglese Donald Winnicott per definire i sintomi lievi di depressione che spesso vive la donna nei primi giorni dopo il parto. Generalmente tende a risolversi spontaneamente entro circa due settimane. Questo stato di malessere passeggero è caratterizzato da umore instabile, crisi di pianto, stanchezza e tristezza, che tuttavia non alterano la capacità della donna di prendersi cura del proprio bambino. Il Maternity Blues è uno stato fisiologico che non deve spaventare e che è legato ai rapidi processi di adattamento ormonale e psichico che la donna sperimenta nelle prime settimane dopo il parto. Come descrive lo psichiatra e psicoanalista Daniel Stern, la nascita di un figlio è associata alla nascita psicologica della madre che deve trovare uno spazio mentale non solo per il bambino, ma anche per se stessa che non è più quella di “prima” o almeno non è più “solo quella”. Questo cambiamento identitario, così come i cambiamenti ormonali, confondono e spaventano la donna che spesso sperimenta sensazioni di perdita di sé e dei propri riferimenti.

Il baby blues o maternity blues (dove ‘blues’ sta per malinconia) è quindi, una condizione para fisiologica transitoria e reversibile cui la donna va incontro nella settimana successiva al parto in circa il 70/80% dei casi, determinata principalmente dai cambiamenti ormonali tipici del post-partum.

Tra i sintomi del baby blues rientrano reazioni emotive molto vistose da parte della mamma, quali:

pianto improvviso e immotivato;

umore instabile;

sensazione di inadeguatezza;

tristezza non giustificata;

irritabilità.

È importante sottolineare che questi disturbi hanno due caratteristiche ben precise: insorgono appena dopo l’evento del parto (tendenzialmente nei 3/4 giorni successivi) e sono temporanei, cioè durano da pochi giorni fino ad un massimo di una o due settimane.

Il baby blues infatti è assolutamente reversibile, scomparendo una volta che l’equilibrio ormonale della donna si è riassestato. I sintomi della ‘baby blues’, in genere, hanno un’evoluzione naturale positiva, migliorando gradualmente fino a scomparire. Non essendo una malattia non è necessario ricorrere a terapie specifiche, ma può essere d’aiuto farsi “coccolare” da chi è vicino, in modo da sentirsi sostenute in questo momento delicato. Il partner e gli affetti della neomamma possono in questo senso darle una mano, fornendole rassicurazione, ascolto e supporto e soprattutto, aiuto nella gestione quotidiana del piccolo e della casa. Anche se il piccolo monopolizza a tutti gli effetti l’attenzione, prendersi cura di sé ritagliandosi momenti di tranquillità e riposo può contribuire ad alleviare la malinconia e alleggerire la pesantezza delle difficoltà iniziali.

Quando, invece, lo stato psico-fisico della mamma presenta una maggiore complessità, siamo in presenza di un disturbo più serio. Nel caso in cui queste sensazioni si protraggono più a lungo, diventano un vuoto (vuoto del figlio che si è partorito, vuoto di se stesse) che si riempie di solitudine e angoscia slatentizzando fragilità psichiche, è più probabile che ci si trovi di fronte ad una depressione post-partum. La depressione post-partum è un disturbo più duraturo che si manifesta 4-6 settimane dopo il parto e che merita attenzione e aiuto da parte di specialisti. In questa situazione, la donna sperimenta umore depresso, perdita di interesse e piacere, ridotte energie, mancanza di fiducia e autostima, sensi di colpa eccessivi, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno e dell’appetito. Questo malessere profondo porta spesso a un distacco affettivo della mamma dal suo bambino e alla dolorosa incapacità di interpretare i suoi segnali e prendersi cura di lui. Le ricadute che questo ha sullo sviluppo della relazione madre-bambino e sullo stile di attaccamento influenza la crescita psico-affettiva del bambino. In questo caso è fondamentale rivolgersi quanto prima a specialisti qualificati (psicoterapeuta e psichiatra) riconoscendone precocemente i segnali. Il supporto del partner e la rete sociale sono elementi fondamentali per accompagnare la donna in questo percorso sostenendola e facilitandone la richiesta di aiuto.

Dott.ssa Ilenia Gregorio
Psicologa Sociale iscritta all’Ordine degli Psicologi della Regione Campania N. 9622, Psicopedagogista Clinica, Mediatore Familiare Sistemico, Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale (Polo Clinico Centro Studi Kairos sede di Napoli dell’Accademia di Psicoterapia della Famiglia di Roma). Ha conseguito la Laurea cum Laude a ciclo unico in Scienze Psicopedagogiche presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli discutendo la Tesi in Psicologia Dinamica sui Meccanismi di difesa e le dinamiche psichiche del paziente oncologico. Ha conseguito, inoltre, una seconda Laurea Magistrale in Psicologia Sociale, dei Servizi e delle Organizzazioni approfondendo la Psicologia dei Processi Cognitivi nelle malattie croniche e neurodegenerative con una Tesi sui Disturbi Cognitivi, Affettivi e Comportamentali nella malattia di Parkinson presso l’Università di Roma. Impegnata da anni nel campo della ricerca e del sostegno psicologico e psicopedagogico in oncologia e nelle malattie neurodegenerative inizia nel 2006, la collaborazione in qualità di ricercatrice e supporto alla ricerca con l’INT Fondazione Pascale di Napoli nel Dipartimento di Ginecologia Oncologica e di Psiconcologia che la vede impegnata ancora oggi in Progetti di Ricerca, psico-educazione, sostegno psicologico alle famiglie con patologia oncologica, e psicoterapia occupandosi sia di pazienti pediatrici che di pazienti adulti. Esperta in Infant Observation e Play Therapy, Docente e Formatore ha collaborato con la Lega Italiana Lotta ai Tumori (sezione di Napoli), con la Regione Campania e con enti pubblici e privati in Progetti di educazione Socio-Sanitaria, Counseling psicologico e corsi di formazione regionali. Relatrice in diversi Convegni e Seminari riguardanti tematiche Psicologiche e Pedagogiche è specializzata, inoltre, nel sostegno di famiglie multiproblematiche e devianti avendo lavorato con nuclei familiari a rischio e con forte disagio socio- economico e culturale della II e III Municipalità di Napoli. E’stata ospite in diverse trasmissioni televisive e radiofoniche trattando tematiche psicologiche, pedagogiche e di salute e benessere. Ha lavorato in Progetti nel campo delle disabilità ed ha coadiuvato programmi di Psicologia della Nutrizione ed Educazione Alimentare nelle scuole e in centri privati. Pubblicista e autrice e di Articoli per diverse testate mediche on line è stata impegnata nella S.C. di Epidemiologia e Biostatistica dell’Istituto Tumori di Napoli in attività connesse all’ Emergenza SARS CoV-2. Attualmente lavora come Psiconcologa presso la U.O.C. di Radioterapia dell’INT di Napoli “Fondazione G. Pascale” con pazienti pediatrici e pazienti adulti in trattamento radioterapico.

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