La restrizione calorica favorisce un sano invecchiamento

Una moderata riduzione dell’apporto calorico può migliorare la salute muscolare e attivare percorsi biologici importanti per una buona salute, soprattutto durante l'invecchiamento

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Secondo uno studio pubblicato su Aging Cell e firmato da Jayanta Kumar Das, National Institute on Aging, National Institutes of Health di Baltimora (USA), e colleghi, una moderata riduzione dell’apporto calorico può migliorare la salute muscolare e attivare percorsi biologici importanti per una buona salute.

«L’invecchiamento si associa a tipiche modifiche anatomiche e fisiologiche nonché a patologie e disturbi funzionali che alla fine portano a disabilità e morte» esordisce il ricercatore, precisando che una restrizione calorica (CR) non solo aumenta la durata della vita nel 40% dei roditori ma ne riduce la morbilità, preserva la funzione di organi e apparati e incrementa la resistenza allo stress.

«Se la CR sia in grado di suscitare le stesse risposte anche negli esseri umani resta da chiarire» scrivono gli autori, che analizzando i dati dello studio CALERIE (Comprehensive Assessment of Long-Term Effects of Reducing Intake of Energy) hanno scoperto nell’arco di due anni a fronte dell’obiettivo di ridurre del 25% l’apporto calorico giornaliero, la maggior parte dei partecipanti è riuscita ad arrivare al 12%. «Riduzione modesta ma sufficiente ad attivare la maggior parte dei percorsi biologici associati all’invecchiamento in buona salute» affermano i ricercatori, sottolineando che questa piccola riduzione è fattibile e può fare una grande differenza per la salute.

Per arrivare a questi risultati Kumar Das e colleghi hanno eseguito un’analisi completa di sequenziamento dell’RNA sui muscoli scheletrici raccolti dai partecipanti a CALERIE, mirata a valutare le modifiche dell’espressione genica causate dalla restrizione calorica rispetto ai controlli. Novanta partecipanti hanno acconsentito a una biopsia muscolare della coscia, eseguita prima dello studio e ai follow-up a uno e due anni durante il periodo di studio. I ricercatori hanno isolato l’RNA messaggero (mRNA) dai campioni e hanno determinato la sequenza proteica di ciascun mRNA. Hanno usato queste informazioni per identificare quali geni originavano mRNA specifici e hanno identificato i geni sovraregolati e quelli sottoregolati nei partecipanti con restrizione calorica.

E dai risultati emerge che l’espressione genica era significativamente modificata nei partecipanti con restrizione calorica rispetto ai controlli, compresi i geni relativi alla regolazione delle proteine, alla regolazione del ritmo circadiano, alla riparazione del DNA, alla morte cellulare programmata (apoptosi) e all’infiammazione. Conclude Kumar Das: «La restrizione calorica rappresenta un potente approccio per prevenire lo stato pro-infiammatorio che si sviluppa in molte persone anziane, in quanto l’infiammazione e l’invecchiamento sono strettamente legati».

Aging Cell 2023. Doi: 10.1111/acel.13963

https://doi.org/10.1111/acel.13963

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