Allarme ansia e insonnia nei bambini da uso di device

"Nella stragrande maggioranza delle famiglie - spiega il pediatra - il bambino viene lasciato solo con il cellulare, che può essere anche molto utile se adeguatamente gestito. La prima regola, quindi, è seguire i figli".

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Dall’ansia, all’insonnia, fino a stili di vita scorretti. Sono solo alcuni degli effetti negativi che un uso eccessivo dei device tecnologici po’ causare ai bambini e ai ragazzi. Lo confermano i dati di un’ampia indagine, condotta nelle scuole di diversi gradi, coordinata da Osama Al Jamal, referente per la salute digitale della Federazione italiana pediatri (Fimp), che è all’origine della ‘Guida pratica: bambini e adolescenti in un mondo digitale’, di cui si è parlato al congresso nazionale del sindacato medico. “Molti ragazzi hanno effetti negativi dall’uso eccessivo degli schermi soprattutto sul sonno, e di conseguenza sul rendimento scolastico e sportivo. Da queste osservazioni, con il collega Giovanni Cerimoniale, è nata l’idea della guida, scritta per i pediatri, ma che è di semplice lettura anche per i genitori”, spiega Al Jamal all’Adnkronos Salute. Si tratta di un testo che raccoglie le evidenze scientifiche con l’obiettivo di aiutare i pediatri ad ‘educare’ i genitori sull’uso corretto degli schermi. 

Evitare l’utilizzo degli schermi dai 3 ai 6 anni


“Nella stragrande maggioranza delle famiglie – spiega il pediatra – il bambino viene lasciato solo con il cellulare, che può essere anche molto utile se adeguatamente gestito. La prima regola, quindi, è seguire i figli”. Seconda regola è che è che “i bambini fino ai 3 anni di vita non devono essere esposti a schermi. Anche la Tv deve essere usata con moderazione”. 

Secondo la guida, prima dei 3 anni il bambino ha l’esigenza di costruire i suoi riferimenti spazio-temporali, pertanto è opportuno evitare il più possibile l’utilizzo degli schermi; dai 3 ai 6 anni il bambino ha bisogno di scoprire tutte le sue possibilità sensoriali e manuali, dunque va incoraggiato il gioco con i coetanei, evitando smartphone o tablet personali; dai 6 ai 9 anni è l’età in cui si scoprono le regole del gioco sociale, pertanto è consigliabile disincentivare l’uso di Internet; infine, dai 9 ai 12 anni, cioè l’età in cui il ragazzo inizia a rendersi autonomo dai riferimenti familiari, il web può rappresentare un valido strumento per esplorare nuovi contenuti adatti alla sua età, sotto l’occhio attento dei genitori, ma si suggerisce di evitare la partecipazione diretta ai social network. “Se è vero che i nuovi media, in particolare i social, sono ormai entrati a far parte delle vite dei nostri ragazzi, è necessario disincentivarne l’uso indiscriminato: i genitori ci chiedono più supporto in questo ambito e noi pediatri di famiglia siamo pronti a offrire le nostre conoscenze per guidarli e orientarli al meglio”, spiega Antonio D’Avino, presidente nazionale Fimp.

Allarme ansia e insonnia


“Molti ragazzi hanno effetti negativi dall’uso eccessivo degli schermi soprattutto sul sonno, e di conseguenza sul rendimento scolastico e sportivo. Da queste osservazioni, con il collega Giovanni Cerimoniale, è nata l’idea della guida, scritta per i pediatri, ma che è di semplice lettura anche per i genitori”, spiega Al Jamal all’Adnkronos Salute. 

Si tratta di un testo che raccoglie le evidenze scientifiche con l’obiettivo di aiutare i pediatri ad ‘educare’ i genitori sull’uso corretto degli schermi. Già a partire dalla gravidanza. “Sugli effetti che un utilizzo eccessivo dei device può avere sul feto gli studi non sono molti – precisa Al Jamal – Ma ci sono e invitano alla prudenza. Ed è questa la parola chiave, l’obiettivo è evitare il più possibile i rischi, come nel caso dell’esposizione all’elettrosmog durante i 9 mesi”.

Per quanto riguarda i figli, “i nostri dati indicano che quasi la totalità dei ragazzi al di sopra dei 12 anni possiede un cellulare, si arriva a oltre il 91%. Avere il cellulare per gli adolescenti significa anche esporsi a contenuti che possono inquinare il loro sviluppo a livello psico sociale. Abbiamo condotto studi su campioni differenti nelle scuole. I dati che abbiamo tirato fuori sono molto preoccupanti, perché è evidente l’influenza negativa sul tempo dedicato ai rapporti sociali, all’attività sportiva, allo studio”.

fonte: Doctor33

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