Covid-19, individuato il gruppo sanguigno più a rischio di infezione. Lo studio

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Nelle persone con gruppo sanguigno A il rischio di ammalarsi di Sars-CoV-2 aumenta del 20%. È quanto emerge da uno studio della Harvard Medical School di Boston, pubblicato su Blood Advances.
Il risultato della ricerca, condotto da Sean Stowell, dimostrerebbe una correlazione diretta con il gruppo sanguigno A. Lo studio si è basato su test di laboratorio durante i quali i ricercatori hanno aggiunto sulle cellule una proteina che impedisce il riconoscimento da parte del Sars-CoV-2 dei “tag molecolari”. È stato così scoperto un legame diretto tra il gruppo sanguigno A e un rischio maggiore di ammalarsi per Covid-19; riscontrando la preferenza del virus per l’infezione delle cellule del gruppo A, senza alcun effetto sulle cellule del gruppo O.

Ulteriori esperimenti hanno dimostrato che la variante Omicron aveva una preferenza ancora maggiore per l’infezione delle cellule del gruppo sanguigno A rispetto al virus originale. Ad ogni modo i risultati non significano che le persone con gruppo sanguigno O non debbano prendere precauzioni contro l’infezione da Sars-CoV-2, raccomandano gli esperti. “Abbiamo dimostrato che la parte della proteina spike del Sars-CoV-2 che consente al virus di invadere le cellule mostra affinità per le cellule del gruppo sanguigno A e il virus a sua volta mostra una capacità preferenziale di infettare le cellule del gruppo sanguigno A”, spiega Stowell.

“In un gruppo di diverse migliaia di persone, alcuni studi suggeriscono che le persone con gruppo sanguigno A hanno il 20% di probabilità in più di essere infettate dopo l’esposizione alla Sars-CoV-2 rispetto a quelle con gruppo sanguigno O – sottolinea l’esperto – Ma le persone con gruppo sanguigno O possono comunque contrarre il virus e trasmetterlo ad altri. Inoltre, fattori come l’età e le condizioni croniche come le malattie cardiache sono più importanti del gruppo sanguigno nel determinare il rischio di infezione grave da Sars-CoV-2”. “Il gruppo sanguigno – conclude – è solo una delle tante variabili che influenzano la probabilità di contrarre l’infezione in seguito all’esposizione al Sars-CoV-2”.

Fonte Doctor 33

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