1. Potrebbe trattarsi di un caso di “baby blues”?
“Il baby blues, è una condizione di irritabilità/instabilità emotiva che colpisce 70-80 % delle donne dopo nei giorni successivi al parto. Dura una o due settimane e si risolve spontaneamente per cui non è considerato una condizione patologica. Viceversa, il 10-15% circa delle neomamme soffre della così detta depressione post partum che se non riconosciuta e trattata, nel 50% dei casi può essere presente sei mesi dopo il parto e nel 20/25% a distanza di un anno”.
2. E’ vero che la nascita di un figlio può mettere a rischio la salute mentale di molte mamme fragili?
“Come tutti i grandi cambiamenti, la nascita di un figlio soprattutto il primo, è un momento di grande transizione e sfida per la mamma. Anche la grande gioia è un notevole stress e se la neomamma è una persona fragile dal punto di vista emotivo, ne è più difficile la gestione. La maternità comporta notevoli cambiamenti fisici, psichici e di ruolo, e può mettere a dura prova la resilienza della donna. Oltre ai cambiamenti fisici e biologici, tra cui le fluttuazioni ormonali, lo stress associato alla maternità è determinato dalla sfida nell’adattarsi al nuovo ruolo comprese le difficoltà determinate dalla responsabilità della cura del neonato. Vi sono poi delle condizioni patologiche che insorgono in coincidenza del parto o nei tre mesi successivi come la psicosi peripartum o la depressione post partum. A intercettare queste patologie sono sensibilizzati gli operatori sanitari del settore (ostetriche, ginecologi, pediatri, etc) e sappiamo quanto sia fondamentale fornire tempestivamente il supporto professionale alle mamme che ne soffrono”.
3. Quali sono i segnali di malessere da monitorare?
“La depressione post partum insorge generalmente nei tre mesi successivi al parto ed è sovente una depressione maggiore a tutti gli effetti. I sintomi caratteristici di grande allarme sono la “mancanza di progettazione nel futuro” e “l’incapacità di chiedere aiuto”, sensi di colpa, depressione del tono dell’umore con i caratteristici sintomi della mancanza di energie e di provare piacere, le crisi di pianto, sentimenti di disperazione, ansia e insonnia. La sintomatologia è generalmente più acuta al risveglio quando vi è il contrasto tra la giornata che inizia e lo stato interno della persona depressa che può essere cristallizzato sulla negatività e sulla convinzione di essere incapace a vivere una nuova giornata”.
* La Società Italiana di Psichiatria Forense rappresenta la categoria che studia i risvolti medico-legali e le problematiche forensi che si affrontano in ambito penale e civile con soggetti affetti da patologie psichiche. Queste valutazioni servono a stabilire le condizioni mentali di un soggetto in riferimento a un particolare reato e a un preciso momento del corso giudiziario
“Come tutti i grandi cambiamenti, la nascita di un figlio soprattutto il primo, è un momento di grande transizione e sfida per la mamma. Anche la grande gioia è un notevole stress e se la neomamma è una persona fragile dal punto di vista emotivo, ne è più difficile la gestione. La maternità comporta notevoli cambiamenti fisici, psichici e di ruolo, e può mettere a dura prova la resilienza della donna. Oltre ai cambiamenti fisici e biologici, tra cui le fluttuazioni ormonali, lo stress associato alla maternità è determinato dalla sfida nell’adattarsi al nuovo ruolo comprese le difficoltà determinate dalla responsabilità della cura del neonato. Vi sono poi delle condizioni patologiche che insorgono in coincidenza del parto o nei tre mesi successivi come la psicosi peripartum o la depressione post partum. A intercettare queste patologie sono sensibilizzati gli operatori sanitari del settore (ostetriche, ginecologi, pediatri, etc) e sappiamo quanto sia fondamentale fornire tempestivamente il supporto professionale alle mamme che ne soffrono”.
“La depressione post partum insorge generalmente nei tre mesi successivi al parto ed è sovente una depressione maggiore a tutti gli effetti. I sintomi caratteristici di grande allarme sono la “mancanza di progettazione nel futuro” e “l’incapacità di chiedere aiuto”, sensi di colpa, depressione del tono dell’umore con i caratteristici sintomi della mancanza di energie e di provare piacere, le crisi di pianto, sentimenti di disperazione, ansia e insonnia. La sintomatologia è generalmente più acuta al risveglio quando vi è il contrasto tra la giornata che inizia e lo stato interno della persona depressa che può essere cristallizzato sulla negatività e sulla convinzione di essere incapace a vivere una nuova giornata”.