Epatite A

La trasmissione avviene principalmente tramite via oro-fecale, con ingestione di cibo o acqua contaminato e in minor percentuale anche attraverso rapporti sessuali non protetti con una persona infetta o contagiosa.

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Dopo tre anni di pandemia si ritorna a viaggiare, attirano le mete più lontane come sud-est America, centro America, sud-est asiatico ed Africa.

In pochi sanno però che in questi paesi bisogna prestare particolare attenzione all’Epatite A, una malattia infettiva dovuta ad un virus a RNA, che colpisce il fegato.

La trasmissione avviene principalmente tramite via oro-fecale, con ingestione di cibo o acqua contaminato e in minor percentuale anche attraverso rapporti sessuali non protetti con una persona infetta o contagiosa.

La malattia ha un periodo di incubazione da 15 a 50 giorni e può decorrere senza sintomi specifici. Si manifesta con dolori articolari, febbre, nausea, vomito, malessere generale e prurito.

Soprattutto negli adulti è più severa e può causare ittero, ovvero la comparsa di un colorito giallognolo su cute, sclere (la parte bianca dell’occhio) e mucose visibili, dovuto ad accumulo di bilirubina nel sangue determinato dalla insufficienza epatica. 

Non esistono farmaci antivirali specifici contro il virus dell’epatite A. Gli antibiotici non hanno alcun effetto sul virus anzi alcune molecole, per la loro epatotossicità, possono addirittura peggiorare il quadro clinico e scatenare l’epatite acuta fulminante.

L’unico modo per intervenire è con una terapia di supporto: idratazione in caso di vomito o diarrea profusa, antipiretici per la febbre, antispastici per i dolori addominali, antiemetici per la nausea e vomito, antidolorifici per i dolori articolari.

Contro una malattia così pericolosa è fondamentale quindi la prevenzione che si attua a due livelli: la profilassi del contagio e la vaccinazione.

Recandoci in questi paesi dobbiamo così seguire delle accortezze per tutelarci:

  • non consumare frutti di mare crudi

  • lavare accuratamente le verdure prima di consumarle

  • lavare e sbucciare la frutta

  • non bere acqua ‘sfusa’

  • curare scrupolosamente l’igiene personale, specie delle mani.

  • proteggere gli alimenti dagli insetti, che possono rappresentare un vettore per il virus

  • attenzione a non ingerire acqua durante le pratiche di detersione.

Fondamentale è anche proteggersi già prima della partenza con l’esecuzione del vaccino contro l’epatite A, disponibile sia in formulazione monocomponente che associato al vaccino dell’epatite B.

Si tratta di vaccini a virus inattivato, cioè ucciso, somministrato in 2 dosi, a distanza di 6-12 mesi l’una dall’altra. La vaccinazione è consigliata almeno un mese prima della partenza, considerando che la protezione si raggiunge dopo 14-21 giorni dalla prima dose. 

Già dopo la prima somministrazione risultano immunizzati circa il 95% dei vaccinati. La seconda dose a distanza di 6/12 mesi dalla prima ne prolunga l’efficacia protettiva.


Laureata in Medicina e Chirurgia all'Università di Pisa, ora medico in formazione specialistica. Dopo tre anni di lavoro sul territorio, dedicati al contenimento dell'emergenza COVID 19 si è resa conto delle lacune che tappezzano l'informazione in ambito di salute e prevenzione. Oggi si impegna nella divulgazione di un corretto stile di vita sia sui social che nella sua attività lavorativa giornaliera.

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