Celiachia: 9.000 diagnosi all’anno. Ecco i sintomi più comuni

In Italia sono 9000 diagnosi ogni anno e le più colpite sono le donne

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In Italia ogni anno vengono effettuate circa 9.000 diagnosi di celiachia. Per un totale, nel 2021, di 241.729 celiaci di cui il 70% appartenenti alla popolazione femminile e il restante 30% a quella maschile. La maggioranza dei celiaci diagnosticati si trova in Lombardia (18,2%) e, a seguire, nel Lazio (10,2%), in Campania (97%), in Emilia-Romagna (8,1%). È quanto si legge nella Relazione annuale al Parlamento sulla celiachia in riferimento all’anno 2021, realizzata dalla Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della salute, con il contributo dell’Istituto superiore di sanità in occasione della Giornata mondiale della celiachia che si celebra il 16 maggio.

Celiachia: cos’è e quali sono i sintomi

La relazione definisce la celiachia “una patologia di tipo autoimmunitario scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti” che colpisce l’intestino tenue. Le cause scatenanti sono: l’ingestione del glutine con l’alimentazione e la presenza di geni predisponenti. Ad oggi non è ancora chiaro cosa la scateni, ma si sa che la celiachia si presenta in maniera molto variabile tanto da meritarsi la definizione di “camaleonte clinico”. Tra i suoi sintomi troviamo frequentemente:
-Disturbi intestinali cronici (dolore addominale, stipsi, diarrea, meteorismo, alvo alterno)
-Stanchezza cronica
-Orticaria ricorrente
-Dermatite erpetiforme
-Stomatite aftosa ricorrente

Dieta senza glutine: fondamentale formare gli operatori del settore alimentare

La dieta priva di glutine è al momento “l’unico trattamento scientificamente valido”, si legge nella Relazione. «Il Servizio Sanitario Nazionale contribuisce all’acquisto dei prodotti senza glutine, garantisce la possibilità di usufruire di pasti senza glutine nelle mense e finanzia la formazione degli operatori del settore alimentare. Ma la prevenzione è sempre più efficace della cura e l’Italia crede fortemente nei programmi e nei protocolli diagnostici e di follow-up come forma primaria di salvaguardia» afferma il Ministro della Salute Orazio Schillaci.
Nel documento sono riportati anche i dati relativi alle mense (scolastiche, ospedaliere e annesse alle strutture pubbliche) che devono garantire il pasto senza glutine ai celiaci che ne fanno richiesta. Per questo la formazione degli operatori del settore alimentare è fondamentale perché impatta in maniera diretta sulla sicurezza alimentare e sulla qualità dei servizi di ristorazione. Diverse regioni hanno promosso corsi dedicati alla celiachia con lezioni pratiche in cucine e laboratori didattici, al fine di consentire l’apprendimento delle corrette modalità di manipolazione e gestione del rischio di contaminazione. Nel 2021 sono stati realizzati 433 corsi di formazione che hanno visto coinvolti circa 7.701 operatori del settore ristorativo e alberghiero e le regioni più attive sono state Piemonte, Emilia-Romagna e Abruzzo.

Fonti:

https://www.iss.it/en/-/giornata-mondiale-della-celiachia-9-mila-diagnosi-l-anno-7-su-10-sono-donne
https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3308_allegato.pdf

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