Secondo uno studio pubblicato su PLOS ONE i neonati che vivono in case con cani o gatti hanno meno probabilità di sviluppare allergie alimentari, anche se l’esposizione avviene durante lo sviluppo fetale. L’effetto è modesto ma statisticamente significativo: l’esposizione a cani o gatti durante lo sviluppo fetale o nei primi mesi di vita riduce il rischio di successive allergie alimentari di circa il 14%, specie quando cani e gatti erano sono in casa e quando l’esposizione avviene durante lo sviluppo fetale e nell’infanzia.
«In alcuni paesi ad alto reddito a più di un bambino su dieci viene diagnosticata un’allergia alimentare, con un’incidenza che continua a crescere» osserva la coordinatrice dello studio Hisao Okabe del dipartimento di pediatria della Fukushima Medical University in Giappone, aggiungendo che ricerche precedenti suggeriscono un potenziale legame tra riduzione delle allergie alimentari e contatto con cani o animali domestici in gravidanza e prima infanzia. Da qui lo studio giapponese, il più ampio finora svolto, in cui gli autori hanno usato i dati del Japan Environment and Children’s Study, uno studio prospettico di coorte nazionale, per valutare 66.215 bambini sull’esposizione a vari animali domestici e allergie alimentari. Le informazioni sono state ottenute da cartelle cliniche e questionari autosomministrati, e gli autori hanno esaminato il rischio dei bambini di allergie alimentari fino all’età di 3 anni, verificando anche il legame tra i diversi animali e le allergie alimentari sia generiche sia specifiche. E il contatto con cani, hanno scoperto, riduce il rischio di allergie a uova, latte e noci, mentre quello con i gatti a uova, grano e soia. I ricercatori hanno anche esaminato i possibili effetti di altri animali domestici senza però osservare associazioni significative tra allergie alimentari ed esposizione a tartarughe, criceti o uccelli. Ma considerando la sola allergia alle noci, il possesso di criceti aumentava il rischio del 93%, sebbene poche famiglie avessero criceti.
«I benefici dell’esposizione agli animali sono stati dimostrati in diversi contesti, e il messaggio generale è che un ambiente ricco di biodiversità promuove lo sviluppo immunitario dei bambini migliorandone lo stato di salute» conclude Okabe.
PLOS One 2023. Doi: 10.1371/journal.pone.0282725
http://doi.org/10.1371/journal.pone.0282725