Da Rumex dentatus antinfiammatorio e antiossidante per dermatite, eczema e vari tipi di malattie della pelle

Rumex dentatus L. (polygonaceae) è una delle specie più importanti del genere Rumex, essendo ampiamente utilizzata per il trattamento di diverse malattie

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Rumex dentatus L. (polygonaceae) è una delle specie più importanti del genere Rumex, essendo ampiamente utilizzata per il trattamento di diverse malattie; foglie, germogli e radici sono ricchi di molti costituenti bioattivi farmacologicamente importanti, utili contro molte malattie come acariasi, eczema, diarrea, costipazione e vari tipi di malattie della pelle. I documenti raccolti in una recentissima critical offrono informazioni utili sui benefici di questa pianta aprendo nuove opportunità verso un utilizzo razionale e la convalida scientifica del suo potenziale farmacologico.

Dati storici su proprietà lassative

Nathan Smith Davis, tra i più importanti medici del XIX secolo, nonché primo editore del Journal of the American Medical Association, scrive nel 1848 che molte specie del genere Rumex sono uno dei rimedi indigeni più preziosi “essendo pienamente uguale alla famosissima salsapariglia come alterativo e per le qualità lassative che possiedono, nella maggior parte dei casi, un deciso vantaggio rispetto ad essa”. Ma già prima, John Quincy (1719) scriveva che la radice “è valida nel trattamento dei casi di ittero e scorbuto… e per la pulizia della pelle da croste e desquamazioni”. John Hill scriveva invece che era “eccellente contro lo scorbuto”, come riportano anche Chomel e più recentemente anche Maud Grieve, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, che la utilizzavano nella gotta, nei disturbi biliari ed emorroidari, ma anche per il prurito, i reumatismi e “le malattie del sangue”. Molti autori degli ultimi 5 secoli ripetono che molte specie di Romice hanno effetti simili, quasi sovrapponibili: oggi sappiamo che questo si riflette sulla composizione che, in effetti, è simile.

Gli studi recenti confermano i benefici della pianta

La recente revisione divulgata conferma che Rumex dentatus è fonte unica di un fitocomplesso ricco soprattutto di endocrocina, emodina, emodina-glicoside, crisofanolo, quercetina, helonioside-A e una serie di altri importanti composti bioattivi. Questi composti isolati sono risultati attivi contro cancro, infiammazione, dermatite, acariasi, eczema e altre infezioni batteriche, fornendo così nuovi dati per ulteriori indagini sui composti isolati, oltre alla conferma di alcuni usi tradizionali che rende questa pianta curiosa e singolare: il genere rumex necessita quindi dell’attenzione della comunità scientifica di tutto il mondo per migliorare e ampliare la ricerca. L’emodina, oggi messa al bando per la presunta tossicità, può essere secondo studi recenti una soluzione per il trattamento dei pazienti affetti da depressione post ictus. Il crisofanolo, un altro antrachinone frequente nel genere Rumex, allevia il danno polmonare acuto causato dall’infezione da Klebsiella pneumoniae inibendo considerevolmente la produzione di citochine infiammatorie. L’helonioside-A di recente ha dimostrato spiccate qualità antiproliferative; questo fenilpropanoide è presente peraltro nella salsapariglia, questo dimostra l’intelligenza acuta e la grande capacità di osservazione dello scienziato Nathan Smith Davis. La più conosciuta quercetina, insieme ai suoi metaboliti, continua invece a dimostrare un potente effetto antinfiammatorio e antiossidante, talmente tale da ottimizzare la soppressione dello stress ossidativo e dell’infiammazione per migliorare e rendere meno invalidanti varie patologie croniche, tra cui la fibrosi polmonare indotta.

Fonte

Heliyon. 2023;9(3):e14159. Published 2023 Mar 5

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