Nella settimana successiva all’influenza il rischio di infarto aumenta

Abbiamo visto che le persone a cui è stata diagnosticata l'influenza hanno una probabilità sei volte maggiore di avere un attacco cardiaco nella settimana successiva alla diagnosi rispetto all'anno precedente o a quello successivo all'infezione

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Il rischio di avere un attacco cardiaco aumenta di ben sei volte nella settimana subito successiva a un’influenza, secondo uno studio che verrà presentato al Congresso Europeo di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive (ECCMID 2023) in programma a Copenhagen dal 15 al 18 aprile.
«Un collegamento tra influenza e infarto era già stato presentato in passato, in uno studio canadese del 2018 che aveva coinvolto pazienti ricoverati per infarto. Noi abbiamo approfondito l’argomento e abbiamo visto che le persone a cui è stata diagnosticata l’influenza hanno una probabilità sei volte maggiore di avere un attacco cardiaco nella settimana successiva alla diagnosi rispetto all’anno precedente o a quello successivo all’infezione» spiega Annemarijn de Boer, del Julius Center for Life Sciences and Primary Care, UMC di Utrecht, in Olanda, che ha diretto il gruppo di lavoro. I ricercatori hanno analizzato i dati presi da laboratori di analisi e registri nazionali olandesi relativamente a 26.221 casi di influenza confermati con esami tra il 2008 e il 2019. Così facendo, hanno osservato che 401 persone hanno avuto almeno un attacco cardiaco entro un anno dalla diagnosi di influenza, per un totale di 419 infarti. Di questi, 25 sono stati registrati nei primi sette giorni dopo la diagnosi di influenza, 217 nell’anno precedente la diagnosi e 177 nell’anno successivo alla diagnosi di influenza, non considerando i primi sette giorni. Tra i pazienti, 139 sono morti entro un anno dalla diagnosi di influenza, per varie cause. L’analisi dei dati ha mostrato che la probabilità di avere un attacco cardiaco in un periodo di sette giorni dopo la diagnosi di influenza era 6,16 volte maggiore rispetto all’anno precedente o successivo. Gli autori sottolineano che è ormai noto che il virus dell’influenza aumenti la coagulazione, e che questo fatto, unito all’infiammazione causata dalla risposta del sistema immunitario all’attacco del virus, sia in grado di favorire una rottura delle placche aterosclerotiche già presenti, causando quindi un coagulo, che a sua volta può causare l’infarto.

ECCMID 2023. Abstract 4290
https://www.eccmid.org/

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