Gli effetti benefici sulla salute del Cipresso

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Cupressus sempervirens L., noto come Cipresso mediterraneo o Cipresso comune, è un albero di conifere sempreverde che appartiene alla famiglia delle Cupressaceae e al genere Cupressus. Originario del bacino Mediterraneo, distribuito anche in Nord Africa, Asia (Iran, Palestina, Giordania, Libano, Siria, Iraq, Turchia), Europa Meridionale (Grecia e Italia) e America settentrionale. È una specie pioniera, che cresce nella maggior parte dei tipi di suolo e con clima mediterraneo caratterizzato da estati secche e calde e inverni piovosi. Solitamente è conosciuto come albero ornamentale per ombreggiare giardini, cimiteri, come frangivento lungo le strade ed è diventato caratteristico dei paesaggi costieri e urbani del Mediterraneo.

Nella medicina tradizionale presenta una lunga storia di utilizzo principalmente nel trattamento della tosse e dell’influenza, ma la ricerca negli anni ha dimostrato che Cupressus sempervirens L. mostra numerose attività: antibatterica e antifungina, antivirale, antiparassitaria e insetticida, antiossidante, antitumorale, anti-iperlipidemica, antinfiammatoria, anticoagulante, epatoprotettiva e neurobiologica. L’analisi fitochimica ha rivelato la presenza del 0,7% di alcaloidi, 0,22% di flavonoidi, 0,31% di tannini, 1,9% di saponine, 0,067% di fenoli, oli essenziali e altri composti biologicamente attivi. Tra i principali componenti dell’olio essenziale vi è -pinene, -3-carene, limonene e -terpinolene.
Le parti della pianta utilizzate sono le foglie, la corteccia e principalmente i frutti (o coni) di Cupressus sempervirens L. chiamati anche galbuli o bacche o coccole rientrando nei rimedi popolari per scopi antisettici, antipiretici, antielmintici, astringenti (intestinale e del cavo orale), antireumatici, antiemorroidali, antidiarroici e vasocostrittori e vasotonici per il distretto venoso ed anche per uso vaginale. E proprio in Toscana, regione dove il Cipresso “sta di casa”, risulta molto utilizzato nelle pratiche di medicina popolare: in Alta Val di Lima (Pistoia) le “coccole” unite alla corteccia di Sambuco (Sambucus nigra L.) vengono cotte in olio d’oliva e cera d’api e dopo filtrazione si ottiene un unguento utilizzato per i massaggi antidolorifici. Ad Antona (Massa) il macerato acquoso dei galbuli viene usato nei collutori contro il mal di denti. A San Gennaro (Lucca) il decotto dei galbuli e delle foglie di Ortica (Urtica dioica L.) e le cime di rovo (Rubus fruticosus L.) è usato in semicupi come antiemorroidario. Sul Monte Pisano, il decotto di galbuli viene usato in bagni rinforzanti per gli arti dei bambini che si accingono a compiere i primi passi. A Cetona e Sarteano (Siena), il decotto di soli galbuli viene assunto per via orale come astringente intestinale in caso di diarrea.
Tra gli usi veterinari nel Livornese, la corteccia “ammollata” in acqua viene fissata con una garza agli arti dei cavalli affetti da dolori reumatici, mentre le coccole immature vengono fatte assumere per via orale agli animali che presentano disturbi gastrointestinali. Sui Monti Pisani, i rametti e i galbuli vengono fatti mangiare dai conigli affetti di “ventrina” ossia gonfiore del ventre spesso dovuto all’ingestione di fieno fresco fermentato. A Montecatini Val di Cecina (Pisa), le coccole immature sono cucinate nell’aceto e vengono eseguite delle spugnature nei cavalli e nei bovini e dopodiché la cute viene trattata con farina di grano tenero (Triticum aestivum L.) come polvere aspersoria ad azione assorbente in caso di eccessiva sudorazione causa dermatite. Tra gli usi cosmetici a Badia di Cantignano (Lucca), il decotto di galbuli immaturi viene usato per lavare i capelli.
Già nel Corpus Hippocraticum (IV sec a.C.), Dioscoride ne diffuse l’impiego per la cura di emorroidi. Viene usato in forma di decotto per via interna in caso di varici ed emorroidi e anche contro le metrorragie. Successivamente è utilizzato soprattutto in forma di estratti concentrati (acquosi o idroalcolici, tinture o estratti fluidi) e per via esterna come topico antiemorroidario in forma di unguento o supposte. Invece, l’olio essenziale viene tradizionalmente usato per inalazione o per via orale in caso di tosse ostinata. Inoltre, non sono stati evidenziati effetti collaterali, controindicazioni ed interazioni.
Cupressus sempervirens L. è quindi una pianta aromatica ampiamente utilizzata nella medicina tradizionale in quanto svolge importanti attività biologiche legate sia alla salute umana che animale. E tra queste l’attività antiemorroidale, già confermata dalla moderna pratica clinica (Firenzuoli, 2009), che suggerisce ulteriori approfondimenti dal punto di vista della ricerca, in quanto proprio il Cipresso potrebbe diventare una vera alternativa all’intervento chirurgico, per le emorroidi di grado medio.

· Akaberi M. et al A Review of Conifers in Iran: Chemistry, Biology and their Importance in Traditional and Modern Medicine. Curr Pharm Des Current pharmaceutical design., 2020, 26/14), 1584-1613.
· Al-Snafi A.E. Medical importance of Cupressus sempervirens-A review – IOSR Journal of Pharmacy, 2016, 6(6), 66-76.
· Erdogan OI, Tumen I. Potential of Cupressus sempervirens (Mediterranean Cypress) in Health. The Mediterranean Diet. Accademic Press, 2015, 639-947.
· Firenzuoli F: Fitoterapia. EDRA MASSON Ed, Milano, 2009, pag. 309.
· Uncini Manganelli RE, Camangi F, Tomei PE. L’uso delle erbe nella tradizione rurale della Toscana, Nella Oggiano – Arsia, Volume I, II, 2002.

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