Aigo scende in campo per una gastroenterologia più green

Ridurre, riutilizzare riciclare sono le 3 parole d'ordine per rendere possibili prestazioni endoscopiche efficaci ma attente alla produzione di rifiuti ed emissioni. Una puntuale analisi ha messo infatti in evidenza sprechi ed inefficienze in ambito ospedaliero che, se gestite in ottica green, porterebbero a significativi risparmi in termini ambientali ed economici. In un'epoca dove il tema della sostenibilità è imperante, per AIGO è tempo di aprire una nuova era della Gastroenterologia.  

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Almeno un quarto degli esami che si effettuano annualmente in Italia in ambito gastroenterologico non sono necessari. È quanto emerge da un recente approfondimento di AIGO, Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Digestivi Ospedalieri, la principale società scientifica del settore che raccoglie duemila specialisti in tutte le regioni italiane, che in un recente Position Paper ha delineato misure utili a ridurre l’impatto ambientale del settore sanitario.

 

Si stima infatti che su 2,6 milioni di esami endoscopici effettuati in Italia ogni anno, almeno un quarto non siano necessari, significa quindi che ogni dodici mesi si potrebbero effettuare 650 mila esami in meno. Si tratta di numeri che hanno un importante impatto in termini economici per il Sistema Sanitario Nazionale: considerata una spesa media di 125 euro per prestazione* a seconda delle variabili regionali, si parla di un risparmio annuo di oltre 81 milioni di euro.

Considerato inoltre che per ogni esame si producono circa 2 kg di rifiuti, composti per la maggior parte da dispositivi monouso destinati ad essere smaltiti in inceneritore, avremmo un risparmio di oltre 325.000 Kg in CO2** prodotti dalla combustione di 1300 tonnellate annue di scarti, frutto di esami inutili.

A questo dato vanno aggiunte le mancate emissioni legate agli spostamenti dei pazienti, alla catena di approvvigionamento, all’impiego di posti letto e risorse umane.

 

A tal proposito uno dei punti approfonditi nel position paper di Aigo è l’utilizzo virtuoso della telemedicina, soluzione in grado di limitare gli spostamenti e di ridurre esponenzialmente la prescrizione di esami diagnostici non necessari.

 

“Un numero rilevante di pazienti percorre lunghe distanze per sottoporsi a esami e visite nei grandi centri ospedalieri, per questo la telemedicina è un espediente formidabile per ridurre l’impatto ambientale delle cure mediche –  Sostiene Luca Elli medico gastroenterologo presso l’ Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, Membro AIGO e tra gli autori del position paper: “La telemedicina rappresenta un utile strumento per le visite di follow-up in soggetti con malattie croniche, per le visite di secondo parere di pazienti che risiedono lontano da un ospedale, per inviare referti o per valutare esami strumentali e di laboratorio in pazienti che sono già stati visitati. Lo scambio di informazioni più agile e frequente tra medico e paziente permette inoltre l’individuazione di un piano di cure adeguato, escludendo la prescrizione di esami diagnostici inutili e invasivi”.

 

Gli esami endoscopici sono indagini open access, ossia possono essere prescritte dai medici di diverse discipline. Questo genera in circa 1/4 dei casi una prescrizione al di fuori delle linee guida e quindi dalle corrette indicazioni. Spesso anche la fase di sorveglianza endoscopica di alcune malattie è fonte di inappropriatezza, con la tendenza a offrire monitoraggi troppo stretti, che aumentano il numero di prestazione inutili.

 

Non meno importante il ruolo delle istituzioni chiamate a promuovere e sostenere politiche per una sanità più efficiente e sostenibile

 

Si stima che il 4,4% delle emissioni globali di GHG nel mondo sia prodotto dai sistemi sanitari, per questo il settore deve ridurre radicalmente l’impatto delle proprie attività, pur mantenendo elevati standard di cura – afferma Marco Soncini Presidente Nazionale Aigo e Direttore di Dipartimento di Area medica presso la ASST di Lecco – Con il position paper intendiamo alimentare la discussione, sperando di poterci interfacciare con le varie anime della sanità, dalle istituzioni alle aziende. Ci sono molte strade che si possono percorrere insieme, penso per esempio alle pinze bioptiche, che vengono a contatto con il paziente solo alla loro sommità: perché non potrebbe essere monouso solo quella parte?”.

 

Oggi i servizi di endoscopia dovrebbero essere valutati dalle istituzioni e amministrazioni ospedaliere e dalle società scientifiche di gastroenterologia non solo in termini di efficienza, ma anche in termini di costi economici, sociali e ambientali.

 

Position_Paper_Aigo.pdf

Giornalista pubblicista iscritta all'Ordine della Lombardia dal 2005, si occupa anche di comunicazione aziendale, di eventi e convegni per il pubblico o il mondo professionale legati alla Salute, al Benessere e all'Alimentazione, intercettando novità e tendenze. Ha collaborato con Viversani & Belli e ha seguito come Ufficio stampa varie realtà legate all'ambito salute, dalle Medicine Alternative alla Chirurgia dei Trapianti addominali alla Gastroenterologia.

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