ELOGIO DELLA PAZZIA

“Dicono che sono pazza perché non sono come loro. Sono io. E questo mi basta,” diceva di se’ Emily Dickinson.

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Immaginerò di dare voce a donne speciali, come Virginia Woolf, Sabina Spielrein, Zelda Fitzgerald, Sylvia Plath, Alda Merini, Yayoi Kusama. Immaginerò che possano raccontare se stesse senza falsità, ne’ pregiudizi, ne’ filtri, alla sola luce del giudizio che la Storia ha dato di loro e descrivere, narrando in prima persona le torture fisiche subìte per il fatto di essere state additate come pazze, rinchiuse con l’inganno, o con la forza in manicomio, o morte suicide, di non essere mai state capite fino in fondo. Donne segnate – solo Alcune – dal disagio psichico, ma che grazie ai loro talenti sono diventate celebri poetesse, scrittrici, psicoanaliste, artiste.
La quasi ottantenne Giulia ad esempio, trascorre oggi le sue giornate in una casa di riposo a Castel di Guido, tra una passeggiata adagio nel giardino ed una partita a carte, con le amiche. Nel suo passato ci sono trenta anni trascorsi rinchiusa all’interno del manicomio di Santa Maria della Pietà (a Roma), il più grande d’Europa. La cosiddetta ‘città dei pazzi’, 35 padiglioni disseminati in un parco di 150 ettari: lì era come vivere in un mondo parallelo, nascosto al resto della Capitale da alte mura di cinta. Gli internati erano la polvere da nascondere sotto al tappeto, la feccia della società da segregare e tenere lontana dal resto del mondo.
Tantissime donne sono state internate, nonostante non avessero nessuna patologia. Bastava andare contro la volontà del proprio marito o della propria famiglia, avere un comportamento considerato ribelle, o scandaloso per quell’epoca. Mogli diventate scomode e troppo intraprendenti per i mariti, che finivano per farle internare. Come Rossana, finita in uno dei padiglioni del Santa Maria della Pietà quando aveva solo 22 anni perché litigava con il marito. Loquace, instabile, incoerente, stravagante, capricciosa, eccitata, insolente, indocile, bugiarda, impertinente, cattiva, prepotente, ninfomane, impulsiva, nervosa, erotica, allucinata, irrequieta, ciarliera, irriverente, petulante, maldicente, irosa, piacente, smorfiosa. Irritabile, clamorosa, minacciosa, rossa in viso, esibizionista, menzognera, dedita all’ozio, civettuola. Durante il ventennio fascista una donna poteva essere internata con una, o più di queste trentatré sintomatologie. Bastava non rientrare nei canoni imposti dal regime per finire in manicomio. Nel dopoguerra la situazione non è migliorata: gelosia e scarso interesse per l’andamento della vita familiare, bastavano per far finire legate a letto, con una camicia di forza. “Mio marito voleva togliermi di torno – spiega con voce ferma Rossana, mentre mostra una foto ingiallita del suo matrimonio – si era stancato di me, ha pensato di mettermi lì per stare libero”. All’epoca del suo primo ricovero, suo figlio Roberto aveva solo 5 anni. “Non è un bel ricordo il Santa Maria – sospira Rossana – ma se era per me chi ci andava, io ero sana come un pesce!”. “Mamma non era matta – le fa eco il figlio Roberto – ma all’epoca bastava poco per finire lì dentro, i miei genitori litigavano molto quando ero bambino, poi quando mamma è stata internata, io sono andato a vivere dai nonni. Sono stati anni difficili per lei, ma 50 anni fa non c’erano alternative purtroppo”. Da quando si sono chiusi i cancelli del Santa Maria della Pietà, Rossana ha potuto riprendere in mano la sua vita anche se alla soglia della vecchiaia.
Costoro sono Donne commosse dalla grandezza dell’essere umano, che hanno potuto attingere a qualcosa di sublime, anche grazie al nesso genio-follia.
Le Pazze… oggi, filmati d’epoca aprono uno spiraglio sui sentimenti e sugli stati d’animo di queste protagoniste della vita non ordinaria, scandagliandone quelle fasi depressive e maniacali che, per quanto tragiche risultano senz’altro necessarie per permettere loro di esprimere se stesse.
Perché alla fine… “c’è qualcosa di male, nello scambiare due chiacchiere con i fiori?”.

E' stata Docente di Lettere Antiche presso i Licei di Roma, Assistente di “Paleografia e Diplomatica” presso l’Universita’, Revisore di articoli giuridici ed esegesi delle fonti del diritto presso l’Enciclopedia Giuridica Treccani. Ha perfezionato gli studi con Master e Corsi. Attualmente in Quiescenza, nello Stato si dedica alla libera passione per il Giornalismo e per la Scrittura Creativa

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