Disturbi vie urinarie. Azione antibatterica da estratto di erica

Le proprietà antibatteriche della Calluna vulgaris sono state studiate nei disturbi legati ai patogeni delle vie urinarie dove i ceppi di E. coli sono sensibili agli estratti vegetali. Promettente anche il miele di erica

tagmedicina,erica
- Adv -

L’erica, nome scientifico Calluna vulgaris, appartenente alla famiglia delle Ericaceae, è una pianta spontanea ampiamente diffusa dall’Europa in tutta l’Asia, Nord America, Australia e Nuova Zelanda. Essendo in grado di sopravvivere in terreni rigidi e in condizioni ambientali, è oggi considerato di alto valore naturalistico. Conosciuta per le sue proprietà nutrizionali e medicinali, si distingue per l’ampia composizione del fitocomplesso, il quale mette in luce una grande varietà di attività biologiche. Tra i più importanti ci sono i fenoli, presenti in diverse parti di questa pianta erbacea, che caratterizzano le proprietà salutistiche (antiossidante, antinfiammatoria, antimicrobica, chemioprotettiva, ecc.). Un recente studio rivela il potenziale antimicrobico della pianta, riproducendo l’uso tradizionale evidenziato per problemi legati al tratto urinario, mostrando peraltro un eccellente potenziale nettarifero per gli insetti come le api mellifere.

L’erica nei problemi urinari

Numerosi studi hanno enfatizzato gli effetti benefici utilizzando estratti da diverse parti della pianta e testando la loro applicabilità in modelli di studio in vivo e in vitro. Ha mostrato importanti attività farmacologiche quali: antibatterico, ansiogeno, antidepressivo, neurotropico, antivirale, antiproliferativo, antinocicettivo, antiossidante, antipertensivo e analgesico, antinfiammatorio, ipouricemico e chemiopreventivo, oltre ad attività fotoprotettive. Le proprietà antibatteriche sono state studiate nei disturbi legati ai patogeni delle vie urinarie dove i ceppi di E. coli, E. fecalis e Proteus vulgaris sono risultati sensibili agli estratti vegetali. Allo stesso modo, hanno evidenziato la capacità degli estratti di infiorescenza di C. vulgaris (acetone, metanolo, decotto e infusione) di inibire dodici ceppi di batteri patogeni che si ritiene siano responsabili di infezioni del tratto urinario. Tra i ceppi testati, i più suscettibili erano i batteri Gram-positivi (E. faecalis, Listeria monocytogenes, Staphylococcus aureus meticillino-resistente, S. aureus, Staphylococcus aureus meticillino-sensibile), che presentavano i valori di concentrazione minima inibitoria (MIC) più bassi negli estratti vegetali ottenuti attraverso decotto e infuso in acqua. C. vulgaris può inibire i patogeni testati senza compromettere il normale equilibrio del microbiota vaginale utilizzando peraltro preparazioni tradizionali come l’infuso e il decotto, ancora oggi di frequente utilizzo nelle erboristerie che impiegano rimendi antichi ma poco conosciuto al grande pubblico. Studi più recenti hanno dimostrato che la capacità antibatterica può variare a seconda dell’organo vegetale da cui è stato ottenuto l’estratto e delle fasi di crescita della pianta. Secondo uno studio, in linea con gli usi tradizionali, sembrerebbe il decotto della parte fiorita raccolta durante la fioritura ad avere il più potente effetto antimicrobico per le vie urinarie.

Miele di erica promettente antimicrobico

L’interesse scientifico per la pianta di erica ha messo in evidenza l’ampio spettro di servizi ecosistemici che può fornire, in termini di sviluppo economico sostenibile ed ecologico. Poiché questa pianta mostra un eccellente potenziale nettarifero per le api mellifere a causa del lungo periodo di fioritura (da novembre a gennaio), un recentissimo studio mette in risalto un prodotto naturale, funzionale ma sottovalutato, ovvero il miele di erica. Nonostante le promettenti informazioni sulla composizione chimica e farmacologica della pianta di erica, gli studi sul miele correlato e sulle sue potenziali attività benefiche sono ancora scarsi ma incoraggianti. Nel complesso, l’attività antimicrobica del miele, e in particolare del miele di erica, dimostra che i prodotti delle api potrebbero svolgere un ruolo chiave nelle terapie alternative; il miele di erica potrebbe essere impiegato come agente antimicotico, soprattutto nei disturbi della pelle. Sono necessari, dunque, studi preclinici e clinici basati sull’evidenza per esplorare la potenziale applicabilità del miele di erica per uso medico e per l’apiterapia. Considerando peraltro che si tratta del primo studio che mette insieme la pianta di erica e il miele e il loro potenziale terapeutico.

Fonti:

Plants (Basel). 2022;11(15):1993. Published 2022 Jul 30. doi:10.3390/plants11151993

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui