Prodotti erboristici, non sempre naturale significa sicuro. Il caso clinico

Lo studio prende in esame il caso di una donna di 56 anni ricoverata al pronto soccorso dopo aver avuto vertigini e uno svenimento

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Un caso clinico pubblicato su Heart Rhythm Case Reports mostra che gli integratori a base di erbe non sono sempre sicuri. «Molte persone assumono integratori a base di erbe per i loro potenziali benefici. Eppure il loro carattere “naturale” può essere fuorviante, dal momento che questi preparati possono avere seri effetti indesiderati sia quando presi da soli che quando vengono combinati con altri integratori o farmaci» spiega Elise Bakelants, dell’Ospedale Universitario di Ginevra, in Svizzera, autrice senior del lavoro.

«Il loro uso non dovrebbe essere preso alla leggera e le raccomandazioni sul dosaggio dovrebbero essere sempre rispettate» prosegue l’esperta. Lo studio prende in esame il caso di una donna di 56 anni ricoverata al pronto soccorso dopo aver avuto vertigini e uno svenimento. La paziente ha ricevuto una diagnosi di aritmia cardiaca pericolosa per la vita dopo che un ECG ha mostrato brevi sequenze di torsione di punta, un battito cardiaco accelerato originato dai ventricoli e un intervallo QT notevolmente prolungato. A parte la pressione sanguigna bassa, l’esame obiettivo e le analisi del sangue erano normali. I medici hanno individuato la causa dei problemi negli integratori a base di erbe che la donna stava assumendo per aiutarla a far fronte a uno stressante equilibrio tra lavoro e vita privata. Aveva infatti iniziato un regime di olio di canapa quattro mesi con una dose pari a sei volte quella raccomandata e aveva recentemente aggiunto berberina. Questo prodotto, che si trova nelle radici, nei rizomi e nella corteccia dello stelo di molte piante medicinali, è spesso usato nella medicina tradizionale cinese e ayurvedica per trattare infezioni, diarrea, diabete di tipo 2, colesterolo alto e ipertensione. Tutti gli integratori sono stati sospesi durante la degenza ospedaliera, con conseguente graduale diminuzione dell’intervallo QT che si è normalizzato dopo cinque giorni. Al follow-up a tre mesi, la donna non ha riferito nuovi episodi di capogiro o svenimento, e il suo ECG è rimasto nel range di normalità. Gli autori sottolineano che la preparazione di integratori a base di erbe è in gran parte non regolamentata, e che quindi la composizione può variare notevolmente da un distributore all’altro. Dato che le proprietà farmacodinamiche e farmacocinetiche di queste sostanze non sono ben note, e ci sono dati limitati sulla loro efficacia, tossicità e potenziale di interazioni, i pazienti dovrebbero essere informati del fatto che non è sempre possibile prevedere le conseguenze negative dell’assunzione.

Heart Rhythm Case Reports 2022. Doi: 10.1016/j.hrcr.2022.03.018

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