L’alcol è dannoso nei giovani, ma dai 40 anni un consumo ridotto può dare benefici. Ecco quali

«Le nostre stime supportano linee guida differenti per età e regione per quanto riguarda il consumo di alcol»

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Secondo uno studio pubblicato su Lancet, consumando alcol i giovani affrontano rischi per la salute più elevati rispetto agli adulti più avanti negli anni.

«Le nostre stime supportano linee guida differenti per età e regione per quanto riguarda il consumo di alcol» afferma Dana Bryazka, dell’Institute for Health Metrics and Evaluation presso la University of Washington di Seattle (USA), prima autrice del lavoro. I ricercatori hanno esaminato gli effetti del consumo di alcol su 22 esiti sanitari, tra cui lesioni, malattie cardiovascolari e tumori, utilizzando i dati del 2020 Global Burden of Disease, per uomini e donne dai 15 anni di età, in 204 paesi e territori. Gli esperti hanno stimato l’assunzione media giornaliera di alcol che riduce al minimo il rischio per una popolazione, e anche la quantità di alcol che una persona può bere prima di assumere un rischio eccessivo per la propria salute rispetto a chi non beve alcolici. Gli autori suggeriscono che le linee guida più rigorose dovrebbero essere rivolte ai maschi di età compresa tra 15 e 39 anni, per i quali bere alcolici non fornisce alcun beneficio per la salute e presenta molti rischi, tanto che il 60% delle lesioni legate all’alcol, tra cui quelle dovute a incidenti automobilistici, suicidi e omicidi, si verificano tra le persone in questa fascia di età.

La ricerca indica anche che gli adulti di età pari o superiore a 40 anni senza patologie di base possono ottenere alcuni benefici da un piccolo consumo di alcol, tra cui un rischio ridotto di malattie cardiovascolari, ictus e diabete. Robyn Burton e Nick Sheron, del King’s College di Londra, in un editoriale correlato, affermano che questi risultati contraddicono lavori precedenti, che sottolineavano come qualsiasi consumo di alcol, indipendentemente dalla quantità, portasse a una perdita di salute tra le popolazioni. «Le differenze tra i risultati, in realtà, sono dovute al nuovo metodo usato per ponderare le curve di rischio relativo in base ai livelli basali di malattia, oltre al calcolo di stime più disaggregate per sesso, età e area geografica. Le cause che contribuiscono alla mortalità variano tra i gruppi, e questo cambia il rischio proporzionale dell’alcol sulla mortalità. Ciò evidenzia la necessità di considerare i tassi di malattia esistenti in una popolazione quando si cerca di determinare il danno totale causato dall’alcol» concludono gli editorialisti.

Lancet 2022. Doi: 10.1016/S0140-6736(22)00847-9
https://doi.org/10.1016/S0140-6736(22)00847-9

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