Sindrome intestino irritabile: ecco le nuove linee guida per il trattamento

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L’American Gastroenterological Association (Aga) ha pubblicato nuove linee guida per il trattamento medico della sindrome dell’intestino irritabile (IBS).

Le linee guida, che trattano separatamente l’IBS con costipazione (IBS-C) e l’IBS con diarrea (IBS-D), sono le prime a consigliare ai medici diverse combinazioni di nuovi e vecchi farmaci per il trattamento di questa patologia.
Pubblicate simultaneamente su Gastroenterology, le due linee guida descrivono una logica condivisa per la loro creazione, rilevando come il panorama del trattamento sia cambiato dall’ultima pubblicazione, avvenuta nel 2014.

Nelle linee guida IBS-C, i primi autori Lin Chang, dell’Università di Los Angeles, e Shahnaz Sultan, del Minneapolis Veterans Affairs Healthcare System, hanno notato come l’IBS-C rappresenti “più di un terzo dei casi di IBS”, con pazienti che spesso riferiscono gravi problemi nella qualità della vita, dalla sfera lavorativa, sociale e sessuale.
Nonostante siano stati individuati nove nuovi farmaci disponibili, 8 sono condizionali e l’unico con una raccomandazione forte d’efficacia è il linaclotide. “In quattro studi randomizzati controllati, il linaclotide ha migliorato la valutazione globale dei sintomi dell’IBS-C”, hanno riportato Chang e colleghi.
Tra le raccomandazioni condizionali quelle con moderata evidenza di efficacia si trovano tenapanor, plecanatide, tegaserod e lubiprostone. Il polietilenglicole, gli antidepressivi triciclici, gli antispastici così come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (Ssri), hanno invece, per le linee guida, una bassa certezza di efficacia.

Le linee guida IBS-D, guidate da Anthony Lembo, del Beth Israel Deaconess Medical Center, Boston e Shahnaz Sultan, includono otto nuove raccomandazioni farmacologiche, ma nessuna con un’elevata certezza di efficacia. I farmaci raccomandati sulla base di moderate evidenze d’efficacia includono eluxadolina, alosetron e rifaximina.
Nella guida gli altri farmaci inclusi sono stati gli antidepressivi triciclici, gli antispastici e il loperamide. Per l’IBS-D, il panel d’esperti si è espresso contro l’uso degli Ssri.

Entrambe le pubblicazioni si sono concluse con affermazioni simili sull’importanza di un processo decisionale condiviso tra medici e pazienti per la cura e la gestione della IBS.
“Riconoscendo che i trattamenti multimodali, che includono approcci dietetici e comportamentali, in combinazione con la terapia farmacologica, possono fornire i massimi benefici clinici e che le scelte terapeutiche possono essere influenzate dalle preferenze del paziente, i medici dovrebbero impegnarsi in un processo decisionale condiviso con i pazienti per la scelta della migliore terapia” hanno scritto i ricercatori, che concludono “L’importanza della relazione medico-paziente è fondamentale nella cura delle persone con IBS e la comprensione delle preferenze del paziente sono elementi preziosi nella scelta della terapia giusta”.

Fonte Doctor 33

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