LA PROTEINA ‘SPUGNA’ CHE RIDUCE IL RISCHIO DI INFARTO

L'obiettivo primario del lavoro è proprio «osservare se questo trattamento sia in grado di ridurre il rischio di ulteriori eventi cardiovascolari nei primi 90 giorni dopo l'infarto, il periodo di maggior vulnerabilità»

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Un rivoluzionario approccio per ridurre le placche già presenti nelle arterie è il punto di partenza di uno studio che metterà alla prova la “apolipoproteina apoA-I”, una sorta di “spugna” in grado di assorbire i lipidi con i quali viene a contatto, compresi quelli che potrebbero ostruire i vasi sanguigni, riuscendo a rimuoverli dalla placca aterosclerotica.
La ricerca AEGIS-II (ApoA-I Event Reducing in Ischemic Syndromes II), promossa dall’Harvard Medical School of Boston, punta a reclutare circa 20.000 partecipanti attraverso 1.035 centri in tutto il mondo, fra cui l’Irccs MultiMedica di Sesto San Giovanni che ha arruolato la sua prima paziente.
Il trial clinico di fase 3, multicentrico, in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo, a gruppi paralleli, testerà l’efficacia e la sicurezza dell’apolipoproteina in pazienti che hanno presentato sindromi coronariche acute, come l’infarto del miocardio…

AEGIS-II is a phase 3, multicenter, double-blind, randomized, placebo-controlled, parallel-group trial investigating the efficacy and safety of CSL112 compared to placebo among high-risk acute MI participants…

L’obiettivo primario del lavoro è proprio «osservare se questo trattamento sia in grado di ridurre il rischio di ulteriori eventi cardiovascolari nei primi 90 giorni dopo l’infarto, il periodo di maggior vulnerabilità» sottolinea Roberto Pedretti, direttore del Dipartimento cardiovascolare dell’Irccs, che ha applicato il protocollo di ricerca nella prima paziente arruolata dall’Istituto.
In Italia ogni anno 130mila infarti
In Italia, infatti, sono circa 130mila i pazienti che subiscono un infarto ogni anno e il 20% va incontro a un nuovo evento entro 12 mesi. Per questo prevenire diventa importante. «La signora Giovanna (nome di fantasia) è stata dimessa ed è tornata a casa in ottime condizioni» spiega Pedretti «Era stata ricoverata per un infarto e, oltre a tutte le consuete cure del caso, è stata la prima paziente a entrare in questo studio sulla apolipoproteina apoA-I, il cui protocollo prevede quattro infusioni endovenose nell’arco di alcune settimane e un follow-up di un anno. Giovanna verrà ora seguita periodicamente dal nostro centro, per monitorare i progressi clinici a distanza di tempo. Altri pazienti con infarto potranno essere trattati da noi con questo approccio altamente innovativo».
Per quanto concerne la nuova proteina, si tratta di un approccio innovativo: «Mentre i farmaci esistenti agiscono riducendo la sintesi di colesterolo e prevenendo la formazione di nuovi accumuli, questa terapia ha un obiettivo più ambizioso e mai raggiunto prima: aggredire le placche già presenti nelle arterie» spiega Giuseppe Ambrosio, coordinatore dello studio per l’Italia e vice direttore scientifico dell’Irccs MultiMedica. I lipidi, si sa non si sciolgono nell’acqua, circolano nel sangue perché inglobati all’interno di particolari proteine, dette lipoproteine. Per tale motivo sono pericolosi per la circolazione, perchè possono creare placche. «Somministrando nel sangue il precursore della lipoproteina del tipo Hdl, ossia la lipoproteina senza i lipidi denominata apolipoproteina A1, questa attira a sé il colesterolo in eccesso, riuscendo a staccarlo dalla placca aterosclerotica, come farebbe una spugna» spiega ancora il dott. Ambrosio, che assicura che si tratta di «Un approccio del tutto nuovo, che ci auguriamo possa contribuire alla riduzione di eventi acuti in chi ha avuto un infarto. I risultati preliminari sono molto incoraggianti».
Alberico Catapano, direttore del Centro dislipidemia di MultiMedica e docente ordinario di Farmacologia all’Università di Milano aggiunge che: “Si ritiene che le lipoproteine Hdl giochino un ruolo fondamentale nel processo di rimozione del colesterolo in eccesso dalla placca aterosclerotica.
Tale funzione è mediata dall’apolipoproteina A1 attraverso l’interazione con specifici recettori. L’obiettivo di questo studio è validare l’ipotesi che a una riduzione precoce del colesterolo presente nelle placche aterosclerotiche, tramite somministrazione endovena di apolipoproteina A1, corrisponda una riduzione degli eventi ricorrenti. Un simile traguardo, se sarà raggiunto, permetterà di porre una pietra miliare nell’ambito della “farmacologia delle Hdl”, sino ad oggi rimasta incerta».

FONTI:
-harvard.edu
-usnews.com
-clinicaltrials.gov
-pubmed.ncdi.nlm.nih.gov
-cslbehring.com
-multimedica.it
-researchgate.net
-orcid.org

E' stata Docente di Lettere Antiche presso i Licei di Roma, Assistente di “Paleografia e Diplomatica” presso l’Universita’, Revisore di articoli giuridici ed esegesi delle fonti del diritto presso l’Enciclopedia Giuridica Treccani. Ha perfezionato gli studi con Master e Corsi. Attualmente in Quiescenza, nello Stato si dedica alla libera passione per il Giornalismo e per la Scrittura Creativa

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