Epatopatia alcolica, spesso le occasioni di diagnosi precoce vengono sprecate. Ecco perché

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I pazienti che muoiono a causa di malattie epatiche legate all’alcol hanno avuto frequenti interazioni, in media 25, con i servizi di assistenza prima del decesso, e queste opportunità per affrontare il loro comportamento di consumo ad alto rischio avrebbero potuto essere meglio sfruttate.

Questa è la conclusione del gruppo di lavoro diretto da Mohsen Subhani e da Rebecca Elleray, della School of Medicine dell’Università di Nottingham, nel Regno Unito, riportata in uno studio pubblicato su Drug and Alcohol Review.

L’epatopatia alcolica (ARLD) è una causa prevenibile di mortalità. Nel 2020 il tasso di mortalità correlata all’alcol nel Regno Unito è stato il più alto registrato dal 2001, con un aumento del 19,6% rispetto al 2019. Nel 2018 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riferito che il consumo di alcol ha contribuito a oltre 3 milioni di decessi e 132,6 milioni di anni di vita aggiustati per la disabilità (DALY) a livello globale all’anno. L’ARLD è asintomatica nelle fasi iniziali e spesso si manifesta tardivamente quando la prognosi è sfavorevole. «L’identificazione precoce dell’abuso di alcol è quindi fondamentale, e pensiamo che potrebbero esserci numerose opportunità per identificare l’abuso di alcol e diagnosticare prima l’ARLD» affermano gli autori.

«Poche ricerche si sono occupate di dove e come i pazienti con ARLD hanno interagito con gli operatori sanitari. Si sa anche poco sui fattori specifici associati alla diagnosi ritardata. Gli studi, inoltre, non hanno una valutazione dettagliata dei contatti relativi alla salute prima della morte, il che limita la comprensione delle opportunità di intervento» proseguono gli esperti.

In questo nuovo studio, i ricercatori hanno analizzato retrospettivamente i dati dei database dell’Office for National Statistics (ONS) e dell’Hospital Episode Statistics (HES) per identificare i residenti adulti del Nottinghamshire deceduti per ARLD tra gennaio 2012 e dicembre 2017. Il decesso rappresentava l’esito primario, ed è stata condotta un’analisi per verificare l’associazione tra variabili chiave e mortalità dovuta all’ARLD. In cinque anni sono stati identificati 799 decessi per ARLD, e più della metà dei casi non aveva ancora ricevuto diagnosi di patologie epatiche o una diagnosi di ARLD meno di sei mesi prima del decesso.

La presentazione in emergenza alla prima diagnosi di ARLD e l’etnia bianca erano fattori significativamente associati a un ritardo nella diagnosi. Complessivamente, la coorte ha fatto registrare una mediana di cinque ricoveri ospedalieri, quattro visite al pronto soccorso per incidenti ed emergenze e 16 visite ambulatoriali nei cinque anni prima del decesso. Il trattamento è stato fornito da vari specialisti, tra i quali i medici di medicina generale sono stati più frequentemente coinvolti, e l’alcol è stato associato alla maggior parte dei ricoveri.

«Il nostro studio mostra quindi che le persone con ARLD hanno avuto una media di 25 interazioni con gli ospedali del Nottinghamshire prima del decesso» sottolineano gli autori. «Questi dati evidenziano chiaramente le carenze nell’assistenza secondaria per ARLD e sottolineano l’importanza del messaggio di Health and Education England e NICE secondo cui lo screening e la consulenza sull’alcol sono responsabilità di ogni operatore sanitario. Ora disponiamo di una potente metodologia che può essere utilizzata per valutare e migliorare il modo in cui vengono gestiti i problemi legati all’alcol» concludono gli esperti.

Drug and Alcohol Review 2022. Doi: 10.1111/dar.13482
https://doi.org/10.1111/dar.13482

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