Malattie cardiovascolari, uso aspirina in prevenzione. Che cosa dicono le linee guida aggiornate

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La Preventive Services Task Force statunitense ha aggiornato le linee guida sull’uso di aspirina a basso dosaggio nella prevenzione del rischio cardiovascolare (CV).

Per gli esperti, le persone con 60 anni o più non dovrebbero iniziare ad assumerla come prevenzione primaria delle malattie CV. Nel caso di individui tra i 40 e i 59 anni invece, l’uso del farmaco può essere preso in considerazione in presenza di un rischio di malattia CV a 10 anni di almeno il 10%, ma la decisione finale va valutata individualmente. In effetti, il beneficio netto risulta limitato in questo gruppo di età. Ad ogni modo, a beneficiare maggiormente saranno le persone senza rischio aumentato di sanguinamento. Da notare che le raccomandazioni, disponibili su JAMA, valgono solo per gli individui che non hanno né storia né segni o sintomi di malattia CV o una condizione per cui invece l’aspirina è indicata.

«Le persone che attualmente prendono aspirina e hanno dubbi sul perché lo fanno, o se debbano continuare o interrompere, dovrebbero discuterne con il proprio medico» scrivono gli esperti, sottolineando come età, livello di rischio CV e di sanguinamento, preferenze e motivazioni, siano i fattori che i medici devono tener presente. Come ha spiegato il vice chair del gruppo Michael Barry, dell’Harvard Medical School di Boston, l’aspirina è solo uno degli strumenti con i quali è possibile abbassare il rischio CV. «Le persone possono ridurre sensibilmente il proprio rischio in molti altri modi, come facendo esercizio, seguendo una sana alimentazione, controllando pressione sanguigna e diabete e assumendo statine se hanno un rischio CV aumentato» ha dichiarato.

Nell’articolo, la conclusione degli esperti è che esistono prove sufficienti che mostrano come, negli adulti di almeno 40 anni senza storia di malattia CV ma a rischio aumentato, l’aspirina ha un effetto limitato nel ridurre il rischio di eventi CV quali ictus e infarto del miocardio non fatale. Il beneficio, in termini di “grandezza assoluta”, cresce con l’aumento del rischio a 10 anni e l’entità dei vantaggi nel corso della vita è maggiore quando si inizia ad assumere l’aspirina in giovane età. Tuttavia, le prove indicano che il farmaco aumenta il rischio di sanguinamento gastrointestinale e intracranico e di ictus emorragico, e che l’entità dei danni, limitata nel complesso, aumenti nei gruppi di età più avanzata, soprattutto nelle persone con oltre 60 anni. A medici e pazienti viene inoltre suggerito di considerare di interrompere il farmaco intorno ai 75 anni. Infine, non è chiaro se il farmaco riduca il rischio di mortalità o incidenza di cancro colorettale. Lo statement è stato accompagnato dalla pubblicazione di una revisione delle evidenze, uno studio di modellizzazione, una patient page e diversi editoriali di commento.

USPSTF Recommendation Statement
JAMA 2022. Doi:10.1001/jama.2022.4983.
https://doi.org/10.1001/jama.2022.4983

Revisione
JAMA 2022. Doi:10.1001/jama.2022.3337.
https://doi.org/10.1001/jama.2022.3337

Studio di modellizzazione
JAMA 2022. Doi:10.1001/jama.2022.3385.
https://doi.org/10.1001/jama.2022.3385

Patient page
JAMA 2022. Doi:10.1001/jama.2022.5564.
https://doi.org/10.1001/jama.2022.5564

Editoriali
JAMA 2022. Doi:10.1001/jama.2022.2460.
https://doi.org/10.1001/jama.2022.2460

JAMA Intern Med 2022. Doi:10.1001/jamainternmed.2022.1365.
https://doi.org/10.1001/jamainternmed.2022.1365

JAMA Netw Open 2022. Doi:10.1001/jamanetworkopen.2022.10144.
https://doi.org/10.1001/jamanetworkopen.2022.10144

JAMA Cardiol 2022. Doi:10.1001/jamacardio.2022.0935.
https://doi.org/10.1001/jamacardio.2022.0935

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