Dal fagiolo amazzonico sostanze psicoattive in uso nella tradizione sciamanica

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Lo yopo è una leguminosa arborea psicoattiva appartenente alla famiglia delle mimosacee. È originaria del Sud-America e i suoi semi, contenuti in baccelli, vengono raccolti dalle popolazioni indigene da migliaia di anni per preparare l’omonima polvere da inalare. Il suo nome scientifico è Anadenanthera peregrina (in altre classificazioni botaniche: Pyptadenia peregrina). Il genere Anadenanthera comprende solo due specie, quasi identiche: A. peregrina e A. colubrina.
Antichi strumenti per l’inalazione della polvere derivante dai bacelli dello yopo sono stati ritrovati in diversi siti archeologici in Argentina, Brasile, Chile, Repubblica Dominicana, Haiti, Perù e Puerto Rico che testimoniano la diffusione dell’uso di questa pianta nei Caraibi ed in Sudamerica.
Gli inalatori più antichi risalgono al 1200 a.C. e sono stati rinvenuti da Junius Bird nello scavo di Preita Huaca nella valle di Chicama sulla costa centrale peruvianversitàdegli studi di G di genovara e sistemi di cura”stro Piaroando te AME nvestigazioni illuminano su pericoli che il sistema ha. Oggi lo yopo è ancora in uso presso alcune etnie amazzoniche che vivono nel bacino dell’Orinoco, come i Piaroa, conosciuti anche come Houttuja, “gente di saggezza” o De´aruha, “signori o padroni della selva”. Parlano la lingua Wottuja o Huottuja, appartenente alla famiglia Sáliva. In particolare, tra le culture amazzoniche, I Piaroa sono noti per la loro conoscenza delle piante, degli animali e per la loro medicina sciamanica. Esistono due tipi di uomini – medicina in questa cultura, riassunti talvolta in una sola persona: il meyeruhua, ossia il “signore del canto” che cura attraverso i canti notturni ed il “soffio” dell’acqua, del miele e della caraña (bursera graveloens, un albero aromatico più conosciuto come “palo santo”), e lo yuhuähuäruhua, il “signore dello yopo” e quindi capace di avere visioni, oltre che fungere da protettore della churuata e dell’operato del meyeruhua.

Operato che è soggetto agli attacchi degli spiriti maligni perché un guaritore è più vulnerabile, sostengono i Piaroa, proprio mentre cura. Il meyeruhua e lo yuhuähuäruhua si distinguono dagli altri componenti delle loro comunità per le abilità psichiche che ruotano intorno all’uso di sostanze vegetali psicoattive, e in particolare quattro di esse: lo yuhuä, ossia lo yopo, sotto forma di polvere da fiuto prodotta principalmente dai semi macinati di Anadenanthera peregrina, la tuhuipä (Banisteriopsis caapi), il jätte, ossia il tabacco, e il dädä.
Va detto che ben poco sappiamo fin qui di cosa componga il dädä, che secondo i Piaroa sarebbe quella da cui sono nate tutte le altre piante psicotrope esistenti: «Il dädä è molto sacro… Abbiamo tenuto il dädä per noi stessi. I missionari sapevano dello yopo, del caapi. Ma il dädä è la fonte originale del märipa (il potere di ogni futuro sciamano, che inizia dal riconoscere il bene e il male, alla base della sua formazione e poi procede cumulativamente). Non abbiamo voluto condividere questa conoscenza». La coltivazione, la preparazione, l’uso di queste piante sono in gran parte riservati ai 2 maestri” Piaroa, peraltro vivamente interessati a sperimentare essi stessi le sostanze visionarie di altre etnie. Tuttavia, il consumo di piante psicoattive da parte delle popolazioni Piaroa sembra diminuire così come il numero dei loro sciamani attivi. Gli alcaloidi principali contenuti nei semi di A. peregrina e A. colibrina sono: 5OH-DMT (bufotenina), DMT e 5MeO-DMT.
Ad oggi non esistono studi clinici realizzati sulle proprietà terapeutiche dello yopo, sebbene sia stata utilizzato da molte popolazioni precolombiane nelle regioni sudamericane. A titolo di esempio, ricordiamo le ceramiche degli antichi abitanti di Nazca, vissuti sulla costa meridionale del Perù tra il 100 e l’800 d.C.: dallo studio delle ceramiche si evince che venivano usati il San Pedro (Trichocereus pachanoi), la coca (Erythroxylon) e lo yopo (Anadenanthera peregrina) nei rituali religiosi, fatti per favorire il contatto fra i leader spirituali e politici delle comunità e le divinità. Vivere in armonia è il fondamento stesso della cultura Piaroa, dove la violenza fisica è quasi inesistente, e dove ai bambini fin da piccoli si insegna l’importanza dell’autocontrollo e della moderazione con cui imparano fin a piccoli a parlare, mangiare e agire. Non saper vivere in armonia, alzare la voce o compiere un atto violento è un segno di follia o l’effetto di una forza maligna. Queste qualità sono particolarmente sviluppate negli sciamani e tutta la loro medicina verte sul ristabilimento dell’armonia, e quindi, a livello diagnostico, sul comprendere che cosa l’ha alterata.

[1]Freire, G., & Zent, S. (2007). Los Piaroa (Huottuja/De’ aruhua). In: G. Tillet, & G. Freire, El estado de la salud indígena en Venezuela (pp. 137-198). República Bolivariana de Venezuela: Coordinación Intercultural de Salud de los Pueblos Indígenas.
[2] Rodd, R. The biocultural ecology of Piaroa shamanic practice (Tesi del 2004).

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