Occhi. Luteina e zeaxantina, i carotenoidi che proteggono la macula. Ecco dove trovarli

La macula ha un ruolo chiave nel processo di visione, perché ricca di carotenoidi. Preservare in salute è fondamentale per mantenere la funzionalità visiva dell’occhio

tagmedicina,macula
- Adv -

La macula (o macula lutea), un’area posta in una zona centrale e posteriore della retina, gioca un ruolo chiave nel processo di visione: permette la vista precisa dei dettagli nella porzione di campo visivo dritto davanti a noi. È ricca di pigmenti due dei quali, la luteina e la zeaxantina, sono di origine alimentare. Sono xantofille (carotenoidi), non sintetizzabili dagli organismi animali ma presenti principalmente nei vegetali a foglia verde e scura e in alcuni frutti.

Carotenoidi dall’alimentazione: le fonti

Se ne trovano in cavoli, verza, spinaci, broccoli, piselli, prezzemolo, peperoni, mais e tuorlo d’uovo. Il contenuto di luteina e di zeaxantina nelle verdure è estremamente variabile: da 0,01 a 40 mg/100 g. Cavoli e spinaci hanno la quantità maggiore, circa 39 mg/100 g e circa 12 mg/100 g rispettivamente. Meno abbondanti, luteina/zeaxantina sono presenti anche in alcuni frutti: nettarine, more, avocado, lamponi, uva spina, kiwi e ribes nero. L’assunzione giornaliera raccomandata di luteina è di circa 10 mg e quella di zeaxantina è di 2 mg. Come tutti i carotenoidi, sono molecole liposolubili. Il loro assorbimento intestinale comporta una serie di passaggi simili a quelli di acidi grassi e vitamine. Sono termostabili, quindi relativamente resistenti alle temperature di cottura che, indebolendo le membrane cellulari, ne aumentano la biodisponibilità senza ridurre le proprietà biologiche.

Luteina e zeaxantina: ecco come agiscono

Le due sostanze, responsabili del colore giallo della macula, si accumulano nella retina, in particolare quantità nella macula, grazie all’azione di due proteine leganti specifiche StARD3, che lega la luteina, e GSTP1, che lega la zeaxantina e il suo metabolita alimentare, la mesozeaxantina. Strutturalmente sono molto simili e differiscono solo leggermente nella disposizione di alcuni atomi. Gli effetti protettivi contro lo stress ossidativo – nell’occhio come in tutti gli altri distretti del corpo in cui queste due molecole sono presenti, la pelle e il tessuto sottocutaneo per esempio – sono legati alla capacità di eliminare i radicali liberi, data dalla presenza di un sistema di doppi legami coniugati, che agisceda scavenger di radicali liberi ed è coinvolto nei meccanismi di fotoprotezione. Secondo studi effettuati su animali, infatti, queste due sostanze sembrerebbero importanti nel proteggere la retina dai processi ossidativi causati dalla luce, assorbendo le specie reattive dell’ossigeno. Agiscono da filtri assorbendo la luce blu (400-500 nm), che è particolarmente reattiva nei confronti degli strati più sensibili della retina, e ottimizzano la sensibilità al contrasto nel processo di visione. La degenerazione maculare legata all’età (AMD) è una patologia data dalla degradazione della parte centrale della retina, inclusa la macula, ed è una delle principali cause di cecità nella popolazione anziana nei paesi industrializzati. I principali fattori di rischio sono l’età, l’esposizione alla luce solare, il fumo di sigaretta e gli stati di carenza indotti da uno scarso apporto nutrizionale.

Mantenere i livelli adeguati anche con integratori

I risultati di studi sull’uomo hanno dimostrato che la macula, dove la concentrazione di questi pigmenti è maggiore, è la zona più resistente ai cambiamenti degenerativi. Sembra inoltre dimostrato che nei pazienti con AMD le concentrazioni di pigmento maculare siano inferiori così come minori sono le concentrazioni sieriche derivanti dall’apporto dietetico. Preservare in salute quest’area è fondamentale per mantenere la funzionalità visiva. L’integrazione alimentare con luteina e zeaxantina è uno strumento consigliato nella prevenzione delle malattie della retina, fatto salvo il consiglio di seguire una dieta equilibrata e ricca di carotenoidi da verdure a foglia verde e frutta di stagione.

Fonti:

Neurodegenerative Disease. 2022, Nutrients, 14, 827.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui