Insonnia, trattarla con piante medicinali. Ecco le più efficaci

Molte sostanze contenute nelle piante medicinali stanno acquisendo importanza nei problemi relativi al sonno. Ecco quali

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L’insonnia è un problema comune particolarmente diffuso negli anziani; consiste nella difficoltà ad addormentarsi o di dormire ininterrottamente, tanto da non sentirsi riposati la mattina successiva. Non sono stabilite a priori le ore di sonno ottimali poiché va valutato soggettivamente. Di norma bambini e neonati possono dormire più a lungo degli adulti. Ciò che ha valore è come ci si sente e se il sonno è stato di buona qualità. Con molta probabilità non si è dormito abbastanza se ci si sente stanchi, l’insonnia peraltro, soprattutto se prolungata, può influire negativamente anche sull’umore. L’uomo ha sempre cercato nella natura una soluzione, in quanto tale problema è antico quanto l’umanità. Le prime preparazioni sono a base di piante appartenenti alla famiglia delle papaveracee grazie al loro contenuto di alcaloidi ad azione sedativa; nella medicina tradizionale si utilizzano piante come valeriana, camomilla, melissa, passiflora.

Nuovi orizzonti nel trattamento dell’insonnia

Molte sostanze contenute nelle piante medicinali stanno acquisendo importanza nei problemi relativi al sonno. In un recentissimo studio è stata valutata la sicurezza e l’efficacia dell’olio di cumino nero (Nigella sativa) ottenuto per spremitura a freddo, ricco di timochinone (5% p/p), studiato per la prima volta in soggetti sani caratterizzati da notevoli problemi di sonno. Il cumino era già usato da Ippocrate per problemi digestivi. Il timochinone, che è uno dei principali costituenti bioattivi dei semi, ha dimostrato il suo potenziale anche contro vari modelli di cancro, ha peraltro effetti neuroprotettivi. Quindici soggetti sono stati selezionati per lo studio e sono stati forniti di capsule softgel, ognuna con 200 mg di estratto, assunta dopo cena per 28 giorni. L’analisi polisonnografica è stata eseguita per valutare la qualità del sonno, l’efficienza del sonno e la latenza del sonno all’inizio e dopo 7 giorni. Anche l’indice di qualità del sonno, l’ansia e lo stress sono stati misurati all’inizio e alla fine del periodo di durata dello studio (28 giorni) utilizzando questionari validati e misurazioni di alcuni parametri, tra cui il cortisolo: livelli elevati generano effetti negativi sul sistema immunitario, cardiovascolare, endocrino e nervoso centrale, lo stress cronico produce un’alterazione nei meccanismi dell’addormentamento e nel mantenimento del sonno che può diventare persistente. I risultati suggeriscono un significativo miglioramento di valori importanti come il tempo di sonno totale, la latenza del sonno e l’efficienza del sonno con un miglioramento dell’82,49 % del sonno quiescente e del 29,38 % del sonno con movimento rapido degli occhi (sonno REM); inoltre, hanno anche mostrato una riduzione significativa dell’ansia e dello stress con una significativa riduzione del cortisolo. L’analisi ematologica e biochimica ha dimostrato la sicurezza dell’estratto durante il periodo di studio. L’estratto sembra sicuro, migliora significativamente la qualità del sonno, migliorando anche lo stress e l’ansia; per cui si auspicano nuovi studi al fine confermarne l’efficacia.

Fonte Farmacista 33

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