HIV, identificata nuova variante più pericolosa in Europa

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Uno studio condotto da ricercatori del Big Data Institute dell’Università di Oxford pubblicato sulla rivista Science ha confermato l’insorgenza di una nuova variante più virulenta del virus dell’HIV-1 nei Paesi Bassi. Questa variante è stata denominate “variante VB”, cioè “sottotipo B virulento”:

La variante VB è stata identificata per la prima volta in 17 individui tramite il progetto BEEHIVE, uno studio che raccoglie campioni da tutta Europa e Uganda. Dato che 15 di queste persone provenivano dai Paesi Bassi, i ricercatori hanno quindi analizzato i dati di una coorte di oltre 6.700 persone olandesi sieropositive. Hanno così identificato altri 92 individui con la variante, portando il totale a 109. Analizzando la variazione genetica tra i campioni, i ricercatori stimano che la variante VB sia apparsa per la prima volta alla fine degli anni ’80 e ’90 nei Paesi Bassi con la diffusione massima avvenuta fra il 2000 e il 2010.

Gli individui infettati con la nuova variante hanno mostrato differenze significative prima del trattamento antiretrovirale rispetto agli individui infettati con altre varianti HIV. Gli individui con la variante VB avevano una carica virale tra 3,5 e 5,5 volte superiore. Inoltre, il tasso di declino delle cellule CD4 (il segno distintivo del danno al sistema immunitario causato dall’HIV) si è verificato due volte più velocemente negli individui con la variante VB, mettendoli a rischio di sviluppare l’AIDS molto più rapidamente. Gli individui con la nuova variante hanno anche mostrato un rischio di trasmettere il virus ad altri aumentato. La variante VB è caratterizzata da molte mutazioni sparse in tutto il genoma, il che significa che in questa fase non è possibile identificare una singola causa genetica della sua pericolosità.
Gli autori sottolineano come le persone con la variante VB abbiano mostrato caratteristiche tipiche delle altre che convivono con tutte le altre varianti dell’HIV, tra cui età, sesso e modalità sospetta di trasmissione. Ciò indica che la maggiore trasmissibilità è dovuta a una proprietà del virus stesso, piuttosto che a una caratteristica delle persone col virus.

Tuttavia, si è visto come, dopo i trattamenti farmacologici, gli individui con la variante VB hanno avuto un recupero del sistema immunitario e una sopravvivenza simili alle altre varianti di HIV. Ma, sottolineano i ricercatori, visto il declino più rapido del sistema immunitario, ciò rende fondamentale che gli individui vengano diagnosticati precocemente e inizino il trattamento il prima possibile.

Il professor Christophe Fraser del Big Data Institute dell’Università di Oxford e del Dipartimento di Medicina di Nuffield, autore dello studio, ha aggiunto: «I nostri risultati sottolineano l’importanza della linea guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità secondo cui le persone a rischio di contrarre l’HIV debbano aver accesso a test regolari per consentire una diagnosi precoce, seguita da trattamento immediato. Ciò limita la quantità di tempo in cui l’HIV può danneggiare il sistema immunitario e mettere a repentaglio la sua salute. Garantisce inoltre che l’HIV venga soppresso il più rapidamente possibile, impedendo la trasmissione ad altri individui».

Fonte:
https://www.science.org/doi/10.1126/science.abk1688

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