Zoonosi in calo, ecco i nuovi dati europei

Durante la pandemia sono diminuite le malattie infettive veicolate da alimenti: le restrizioni e i diminuiti accessi alle strutture sanitarie, i probabili motivi

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Le zoonosi sono malattie infettive che si trasmettono dagli animali all’uomo anche per via alimentare attraverso acque cibi o contaminati da microrganismi patogeni. Sono fra le patologie più segnalate in Europa. In media il numero dei casi supera i 320 000, anche se si crede sia un dato sottostimato. Nel 2020, secondo quanto riporta l’ultimo rapporto di EFSA (European Food Safety Authority) e ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control), le zoonosi alimentari sono diminuite. Gli esiti del monitoraggio, registrati nel 2020 in 27 Stati membri dell’UE e altri 9 stati europei non membri sono stati riportati in un documento congiunto, redatto dalle due Istituzioni e da poco pubblicato.

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Le infezioni più comuni sono state causate da Campylobacter, Salmonella, Yersinia, E. coli e Listeria. Sull’ultima raccolta dei dati però – si legge nel report – hanno influito la pandemia da Coronavirus 2019 ma anche l’uscita del Regno Unito dall’UE. Cosa è emerso nel dettaglio? Nel totale il numero di infezioni veicolate da alimenti ha subito un calo del 47% con 3.086 focolai di origine alimentare. Campilobatteriosi è stata la patologia maggiormente segnalata, con 120 946 casi (erano stati oltre 220 000 nell’anno precedente), seguita da salmonellosi che ha fatto registrare 52 702 casi (contro gli 88 000 del 2019). Con ogni probabilità, secondo gli esperti, il calo delle segnalazioni è stato determinato da una serie di circostanze che hanno modificato le abitudini dei cittadini nel corso della pandemia: il ricorso all’assistenza sanitaria, le limitazioni a viaggi ed eventi; le chiusure dei ristoranti, la quarantena, l’uso di mascherine, il distanziamento sociale e la frequente disinfezione delle mani. La yersiniosi è stata la terza zoonosi più segnalata nell’uomo, seguita dalle infezioni da Escherichia coli (STEC) che producono la tossina Shiga e da Listeria monocytogenes. A determinare le infezioni più gravi e il maggior numero di decessi sono state le malattie causate da L. monocytogenes e da virus del Nilo occidentale.
Salmonella, che può essere presente in uova e prodotti a base di uova, rimane quindi l’agente eziologico più segnalato e responsabile di epidemie di origine alimentare. Fra i prodotti più monitorati ci sono anche i derivati della pesca, come possibili veicoli di norovirus (crostacei e molluschi) e di L. monocytogenes. Fra le malattie veicolate da alimenti vanno considerate anche quelle provocate da contaminazioni da parte di tossine batteriche (di Staphylococcus aureus, Clostridium perfringens, Clostridium botulinum e Bacillus cereus), virus (Calicivirus, tra cui il norovirus, rotavirus, virus dell’epatite A, virus dell’epatite E) e parassiti (Trichinella, Toxoplasma, Cryptosporidio, Giardia). Manipolare la carne cruda e altri ingredienti alimentari crudi con precauzione (evitando di toccare superfici o altro cibo da consumare crudo prima di aver lavato le mani e gli utensili usati), un’accurata cottura e un’attenta igiene in cucina sono fra le indicazioni più utili per prevenire o ridurre i rischi connessi a questi microrganismi.

Fonte Farmacista 33

 

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