Covid-19, Ecdc: rischio alto per delta a dicembre e gennaio. Servono misure urgenti

I Paesi dell'Unione europea e dello Spazio economico europeo (See) "dovrebbero prendere in considerazione la somministrazione della dose booster del vaccino anti-Covid per tutti gli adulti dai 18 anni in su, con priorità per le persone sopra i 40 anni"

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“I recenti scenari tracciati dai modelli previsionali dell’Ecdc”, Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie, “indicano che il potenziale carico di malattia da variante Delta di Sars-CoV-2 sarà molto elevato a dicembre e gennaio” nell’Ue e nei Paesi dello Spazio economico europeo (See), “a meno che non vengano applicate ora, con urgenza, misure di sanità pubblica in combinazione con sforzi continui per aumentare la diffusione del vaccino nel totale della popolazione”. È il monito lanciato da Andrea Ammon, direttrice dell’Ecdc, illustrando i dati principali contenuti nel nuovo “Rapid Risk Assessment”, la valutazione del rischio legato alla situazione di Covid-19 nell’area.

I Paesi dell’Unione europea e dello Spazio economico europeo (See) “dovrebbero prendere in considerazione la somministrazione della dose booster del vaccino anti-Covid per tutti gli adulti dai 18 anni in su, con priorità per le persone sopra i 40 anni” ha sottolineato la direttrice dell’Ecdc, Illustrando i principali contenuti Ammon evidenzia la necessità di agire “contro il contagio dovuto alla diminuzione dell’immunità”, ricorrendo ai richiami vaccinali “per aumentare la protezione”. Una mossa, osserva la direttrice Ecdc, “che potrebbe potenzialmente ridurre la trasmissione nella popolazione e prevenire ulteriori ricoveri e decessi. La dose di richiamo – aggiunge Ammon – è raccomandata non prima di 6 mesi dopo aver completato il ciclo vaccinale primario”. Dall’inizio del 2021, continua l’analisi “abbiamo assistito al rapido lancio di programmi di vaccinazione anti-Covid, che ha evitato morti e ridotto i ricoveri e la trasmissione” del virus Sars-CoV-2. “Attualmente, meno del 70% della popolazione complessiva nell’Ue/Spazio economico europeo (See) è stata completamente vaccinata. E questo lascia un ampio divario vaccinale che non può essere colmato rapidamente e offre molto spazio alla diffusione del virus. Ci sono ancora sottopopolazioni e gruppi d’età in cui la copertura rimane inferiore a quanto auspicato, anche nei Paesi che hanno raggiunto una buona copertura vaccinale complessiva. Ci sono ancora troppe persone a rischio di infezione grave da Covid che dobbiamo proteggere il prima possibile”. Un gap immunitario che va colmato esorta l’esperta. “Dobbiamo concentrarci con urgenza sulla chiusura di questo divario immunitario, offrire dosi di richiamo a tutti gli adulti e reintrodurre le misure non farmacologiche”.
“Poiché i vaccini offrono un’elevata protezione contro gli esiti gravi dell’infezione” da Sars-CoV-2, “le previsioni mostrano che un gran numero di nuovi ricoveri Covid saranno per persone non vaccinate, in particolare non vaccinati nei gruppi a rischio. L’attuale livello complessivo di diffusione della vaccinazione nell’Ue/Spazio economico europeo (See) sarà quindi insufficiente per limitare il carico legato ai casi di Covid-19 e alle ospedalizzazioni durante i mesi invernali. E i Paesi con livelli di vaccinazione più bassi sono quelli a rischio più alto” aggiunge Ammon che evidenzia come “l’aumento della copertura contro Covid in tutte le fasce d’età ammissibili” alla vaccinazione, “ma in particolare gli anziani, le persone vulnerabili e gli operatori sanitari, dovrebbe rimanere la priorità per le autorità sanitarie pubbliche”. L’Europa, ammonisce la direttrice dell’Ecdc, “deve colmare le lacune immunitarie nella popolazione adulta e garantire una copertura efficace ed equa tra Paesi e regioni”. Non solo vaccini, però.

“L’implementazione dei programmi vaccinali richiede tempo e il pieno effetto dei vaccini anti-Covid arriva solo 2 settimane dopo la vaccinazione. Poiché vi sono evidenze di una diminuzione dell’efficacia del vaccino nel tempo contro l’infezione e la trasmissione” del virus, “è anche importante mantenere o reintrodurre interventi non farmacologici” sottolinea la direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, mettendo l’accento sull’importanza di non abbandonare – e di ripristinare laddove gli allentamenti ci sono stati – le misure anti-contagio, dalle mascherine al distanziamento sociale. “Motivare le persone a seguire queste misure è ancora più importante mentre ci avviciniamo all’inverno e alla stagione delle feste, quando più persone viaggeranno e si riuniranno al chiuso”, evidenzia Ammon. “Sono consapevole – conclude – che per raggiungere questo obiettivo è necessario uno sforzo significativo da parte delle autorità sanitarie pubbliche e della società in generale. Ma ora è il momento di fare il possibile. Abbiamo a disposizione vaccini sicuri ed efficaci e fino a quando una parte più ampia della popolazione ammissibile non sarà immunizzata, gli interventi non farmacologici devono continuare a far parte della nostra routine quotidiana”.

Fonte Doctor 33

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