Covid-19, povertà e salute mentale. L’impatto su bambini e adolescenti

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L’emergenza Covid-19 ha peggiorato le condizioni sociali e sanitarie della popolazione. Soprattutto al Centro-Sud e soprattutto tra bambini e adolescenti, grandi dimenticati da questa pandemia. Sensibilizzare su questo importante e drammatico tema è fondamentale, perché ognuno di noi, con piccoli gesti e semplici azioni, può rispondere a un bisogno comunitario. Se ne è parlato nel corso del talk “Povertà e COVID-19: l’impatto su bambini e adolescenti”, realizzato da Edra in collaborazione con Lundbeck. Il webinar è stato moderato da Ludovico Baldessin, Chief Business & Content Officer Edra.

“Bisogna dare seguito alla responsabilità personale cominciando a ragionare mettendo al centro i bambini”, ha spiegato in apertura dei lavori l’onorevole Beatrice Lorenzin, già ministro della Salute e coordinatrice Health & Science Bridge Centro Studi Americani. “Abbiamo delle opportunità incredibili – ha aggiunto Lorenzin – sia in fatto di risorse che di possibilità su come mettere insieme progetti concreti e monitorati. Ed è per questo che non dobbiamo perdere l’occasione di mettere mano, ad esempio, al tema della salute mentale. In questa direzione va anche il mio impegno in Parlamento affinché si mettano in rete tutte le risorse che abbiamo per far venire a galla questo enorme problema”. Per Mario De Curtis, componente del Comitato per la Bioetica della Società italiana di pediatria (Sip), già ordinario di Pediatria all’Università di Roma La Sapienza e direttore dell’Unità di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico Umberto I di Roma, “siamo già ben oltre l’emergenza, visto che gli ultimi dati dell’Istat sulla povertà, evidenziano che un milione e trecentomila bambini, bambine e adolescenti vivono in condizioni di povertà assoluta, senza l’indispensabile per condurre una vita quotidiana dignitosa”. “I dati dell’Istat – ha aggiunto De Curtis – confermano anche come l’istruzione rappresenti un “fattore protettivo” di fronte al rischio di povertà visto che, almeno il pranzo, era assicurato dalle mense scolastiche”.
“Bisogna impegnarsi per rafforzare le politiche giovanili e per supportare gli ambienti familiari nell’educazione alimentare. La salute mentale ma anche altri tipi di malattie facilmente prevenibili, come quelle cardiovascolari, devono essere al centro dell’agenda istituzionale e del terzo settore e soprattutto il mondo industriale è chiamato a fare da facilitatore”, ha spiegato Viviana Ruggeri External Relations, Market Access & Regulatory Director presso Servier Group Italy. Per Tiziana Mele, Managing Director Lundbeck Italia, “non possiamo farci trovare impreparati sulla salute mentale del post pandemia. Non c’è ripresa infatti senza salute mentale e non siamo ancora consapevoli dei danni provocati dall’emergenza Covid”. Lo scopo dell’evento è stato anche quello di promuovere la campagna di Banco Alimentare “La fame non va in vacanza”, per supportare le famiglie in difficoltà specie nel periodo estivo, considerando che con la chiusura delle scuole molti giovani perderanno il loro unico pasto certo della giornata.

Sono intervenuti anche: Annabella Amatulli, Vice President HBA Milan Chapter; Giovanni Bruno, presidente Fondazione Banco Alimentare Onlus e William Griffini, consigliere del Comitato Direttivo Telefono Azzurro Onlus.

Fonte Doctor 33

 

 

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